La tendenza

I nuovi chef itineranti conquistano le piazze

L’espansione dei food truck non è stato un fenomeno passeggero o una semplice moda: oggi sono sempre più numerosi i cuochi stellati si buttano nel cibo da strada
Il cibo dei «baracchini» non è solo sinonimo di pasto veloce, spesso offre un’esperienza gustativa di ottimo livello
Red. Online
30.01.2020 07:00

Uno chef dalla carriera distrutta da un proprietario che vuole decidere il menu al suo posto e dal giudizio di un importante critico gastronomico sceglie di aprire un’attività di street food (cibo da strada) ambulante e ritrova la gioia e la soddisfazione di cucinare per gli altri. È la trama di «Chef – La ricetta perfetta», commedia a stelle e strisce ideata, sceneggiata e interpretata da Jon Favreau. Ma, più in generale, potrebbe anche essere la metafora perfetta per descrivere la grande rinascita dei food truck. Il cibo da strada, venduto in baracchini mobili – chiamati, appunto, food truck – non è solo sinonimo di pasto veloce ed economico, ma sempre più spesso offre un’esperienza gustativa di ottimo livello, utile per avvicinarsi alla cultura del luogo che si sta visitando o per conoscere le ricette di chef che si trovano più a loro agio a «spadellare» per strada piuttosto che in una sofisticata cucina.

Stella Michelin

Che lo street food, benché antichissmo, sia tornato alla ribalta lo testimonia anche la prestigiosa stella Michelin conquistata da un truck food nel 2016. È stato Chan Hon Meng, chef e proprietario di due chioschi “Hill Street Tai Hwa Pork Noodle” e “Hong Kong Soya Sauce Chicken Rice and Noodle” nel quartiere Chinatown di Singapore, a ottenere uno dei massimi ricon oscimenti in ambito culinario servendo piatti da 2 o 4 dollari a porzione. Un altro esempio è quello dello chef Daniel Humm: gestisce un ristorante tre stelle Michelin a New York ma, in vista di una futura espansione a Los Angeles, ha scelto di aprire un food truck per meglio connettersi con le persone, i gusti e le tendenze della costa ovest degli Stati Uniti.

Dall’Ottocento...

Quello dei food truck è un vero e proprio fenomeno di massa, che risponde all’esigenza di mangiare qualcosa di veloce senza rinunciare al gusto. Sebbene sia impossibile stabilire quando sia iniziata la tendenza, la nascita del primo baracchino mobile è ben documentata. Nel 1866 lo statunitense Charles Goodnight prese un vecchio vagone dell’esercito e costruì scaffali e cassetti al suo interno. Lo rifornì quindi di piatti, spezie, pentole, padelle e cibo, e lo trasformò in una cucina ambulante. Fu così che nacque il «chuckwagon», il primo truck foood della storia. Il suo nome deriva dall’unione di «wagon», ovvero vagone/carro e «chuck», termine che indicava una parte povera della carcassa dei bovini, spesso consumata dai cowboy in viaggio.

...ad oggi

Se storicamente i food truck sono collocati in centri urbani affollati – basti pensare agli iconici furgoncini che vendono hot dog a New York – oggi questi baracchini ambulanti si trovano anche in piccoli centri o inseriti in contesti popolari come fiere, festival e concerti. Si dividono principalmente in due tipi. Da un lato ci sono imprenditori e cuochi che gestiscono solamente una cucina mobile. Dall’altro i food truck sono spesso usati da ristoratori affermati per promuovere il proprio brand in altri punti della città o in nuove località. Queste strutture presentano anche diversi vantaggi: si può agilmente modificare il menù a seconda delle esigenze di mercato, andare in vacanza senza preoccuparsi dei costi di mantenimento di un locale fisso o trasferirsi in altri luoghi seguendo le richieste dei clienti. Un trend in espansione è poi quello del cibo da strada gourmet: i food truck non vendono solo pietanze a buon mercato ma anche elaborati hamburger o specialità regionali da assaporare a passeggio o seduti su una panchina che, a livello di materie prime e lavorazioni, non hanno nulla da invidiare ai piatti dei ristoranti.