Il Quattromani pedala con Filippo Colombo

Questa mattina, sulle terrazze del Monte Tamaro da poco riaperte al pubblico con il nuovo impianto di risalita, il Merlot Quattromani ha trovato un nuovo padrino: Filippo Colombo, campione svizzero di mountain bike. L’annata 2023 è stata presentata al ristorante La Foppa come un tributo al territorio e allo spirito di collaborazione che, da venticinque anni, accompagna questo vino simbolo del Ticino.
Nato nel 2000 da un’intuizione del giornalista enogastronomico Alberto Dell’Acqua, il Quattromani riunisce le mani e le vigne di quattro produttori — Angelo Delea, Feliciano Gialdi, Claudio Tamborini e, all’origine, Guido Brivio — in un progetto raro per un Cantone dove la concorrenza è di casa. L’idea, allora, era quella di creare un vino capace di rappresentare l’intero territorio: un Merlot in purezza nato dall’assemblaggio dei migliori cru delle quattro regioni vinicole ticinesi, affinato in carati e riconosciuto oggi tra i rossi svizzeri di maggiore personalità.
«Siamo partiti da un’idea semplice, ma non scontata: unire le forze per rappresentare il meglio del nostro territorio», ha ricordato Tamborini, ripensando agli esordi. «Quello che all’inizio poteva sembrare un esperimento si è rivelato un progetto duraturo, fondato su fiducia e amicizia». Alla base, una filosofia condivisa: valorizzare la qualità e raccontare il Ticino come una terra capace di collaborazione, anche tra «concorrenti».
Angelo Delea ha aggiunto un ricordo personale, legato ai primi anni dell’avventura: «Quando iniziammo, nessuno sapeva davvero dove saremmo arrivati. C’era solo la convinzione che il vino ticinese meritasse di più, e che la strada giusta fosse crederci insieme. Dopo oltre quarant’anni di lavoro, quella sfida mi emoziona ancora».
Nel suo intervento, il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi ha ripreso quel senso di unità come chiave di identità: «Il Ticino ha bisogno di credere di più in sé stesso. Quattromani dimostra che quando si lavora insieme si cresce tutti, proprio come nello sport, dove il talento da solo non basta: servono disciplina, tecnica e passione».
Filippo Colombo, l'unico ad aver rinunciato alle nuove cabine dell'impianto di risalita per raggiungere il Tamaro in bicicletta, ha legato la metafora del vino al proprio percorso: «È un onore essere padrino di un Merlot che parla di tenacia e radici. Dopo una stagione intensa, e dopo delle vacanze dove mi sono concesso qualche bicchiere di vino ticinese, mi preparo ai prossimi obiettivi: il mondiale in Italia e l’europeo a pochi passi da qui».
Accanto alla festa, anche un gesto concreto: i produttori hanno devoluto 10 mila franchi alla Fondazione Soccorso d’Inverno Ticino. Il suo presidente, il consigliere agli Stati e Municipale di Lugano Marco Chiesa, ha ricordato come questa realtà, nata nel 1936, continui a sostenere chi attraversa momenti difficili. «Non è assistenzialismo – ha spiegato – ma una forma di solidarietà attiva che aiuta le persone a superare le difficoltà quotidiane. Quattromani e Soccorso d’Inverno condividono lo stesso spirito: voler bene al nostro Cantone e trasformare la passione in impegno sociale».
A suggellare la giornata, la degustazione condotta dal sommelier Paolo Basso, che ha definito il Quattromani 2023 «un vino elegante e muscoloso, capace di raccontare il carattere del Ticino con forza e grazia».
