L’aperitivo, il trionfo della convivialità

L’aperitivo è un momento all’insegna della convivialità: cocktail e assaggi diventano l’occasione per ritrovarsi in compagnia attorno a un tavolo, raccontandosi i fatti della giornata, condividendo ciò che di buono è capitato nell’ultimo periodo o lamentandosi invece di quello che è andato storto. Una piccola «seduta psicoanalitica» tra amici, che aiuta a migliorare l’umore e a ripartire con maggiore slancio. Tuttavia anche il gusto vuole la sua parte: la scelta delle bevande è una parte fondamentale di questo rito sociale e spesso rivela il carattere e le preferenze di chi le ordina.


Le scelte più apprezzate
Una panoramica dei cocktail più diffusi al mondo viene offerta dalla recente ricerca «The Drinks International Annual Brands Report 2020»: lo studio è stato condotto in tutto il pianeta, contattando proprietari e manager di 106 locali.
Analizzando l’indagine, per il 35% degli intervistati il cocktail più venduto è l’Old Fashioned. Per prepararlo è necessario bourbon o rye whiskey; qualche goccia di angostura (un amaro a base di piante aromatiche); zucchero e soda. Il tutto è impreziosito, a livello estetico, da una scorza d’arancia. La sua diffusione si deve anche all’opera del Colonnello James E.Pepper, che ha contribuito a rendere famosa questa bevanda, simbolo di gusto e di ricercatezza.
Al secondo posto della classifica 2020 c’è il Negroni, il giusto mix di gin, Campari e Vermouth rosso: gli ingredienti vanno versati direttamente nel bicchiere con un po’ di ghiaccio, adornando la preparazione con mezza fetta di arancia.
Questa bevanda prende il nome dal conte fiorentino Camillo Negroni: secondo le cronache, alla fine del primo decennio del secolo scorso, il nobile chiese al bartender Fosco Scarselli di rafforzare il suo drink prediletto (vermouth, bitter e soda) con un po’ di gin. Il cocktail ha dato origine a numerose varianti, come il Negroni sbagliato (che prevede lo spumante al posto del gin), il Bencini (con rum bianco) e Boulevardier (con whisky).
All’ultimo gradino del podio c’è il Daiquiri, sour di origine cubana, molto apprezzato dallo scrittore Ernest Hemingway, a cui è dedicata anche una variante: il Papa doble o Hemingway special. Per prepararlo servono rum bianco, succo di lime fresco e sciroppo di zucchero. Il tutto viene shakerato per bene insieme al ghiaccio, per poi scolare il drink in una coppa.
Al quarto posto, si ricorda il Dry Martini, frutto di un incontro speciale: quello tra il gin e il Vermouth Dry.

Nella lista sono poi presenti il Whiskey Sour (whiskey bourbon, sciroppo di zucchero, succo di limone), Espresso Martini (meno adatto però per gli aperitivi, in questo raccomandato soprattutto dopo cena) e il Margarita (mix di Tequila, Cointreau e succo di limone). Chiudono la classifica il Manhattan (Rye Whiskey, Vermouth rosso, Angostura), il Cuba col Mojito e l’Aperol Spritz, che notoriamente gode di molta popolarità.

L’ALTERNATIVA
Molte le opportunità anche per gli astemi
Analcolici con stile
Anche per gli astemi l’aperitivo apre un mondo di golosità. Esistono tante varianti perfette per condividere momenti di convivialità. Alcuni bartender propongono ad esempio il Bloody Mary analcolico, o Virgin Mary, preparato con succo di pomodoro, una spruzzata di limone, rosmarino fresco, sedano, tabasco, aglio in polvere, pepe nero e salsa Worchestershire.
Zenzero protagonista
Molti cocktail analcolici prevedono l’utilizzo dello zenzero, che dà un tocco di gusto col suo sapore pungente. Citeremo il cocktail del drago che vuole l’utilizzo del succo di 2 arance, 20 cl di succo di pomodoro, 40 g di foglie di dragoncello, acqua frizzante, 2 cucchiai di zucchero, un po’ di zenzero.
L’ESPERTO
Una bevanda per tutti i generi e tutte le età
«Il cocktail per l’aperitivo? Sì, è ancora molto richiesto da una certa parte della clientela. Come aperitivo, prima della cena, ma anche quando ci si alza da tavola, nel dopo cena. Se c’è un cambiamento di tendenza rispetto al passato, questo può essere identificato in una maggior richiesta
di cocktail alla frutta, anche se i classici come il Manhattan o il Martini rimangono degli intoccabili» sostiene Raffaele D’Ezio, Restaurant Manager Hotel Belvedere e ristorante-bar La Fontana di Locarno.
C’è una differenza nella maniera di interpretare un cocktail aperitivo piuttosto che un after dinner?
Non ci sono regole precise da seguire in questo senso. Per me vale la preferenza espressa dal cliente, che è molto variegata. Diciamo che in generale prima di cena si preferisce stare su qualcosa di leggero, ma non è una regola che vale per tutti».
Tra i giovani ci sembra che all’ora dell’aperitivo vada di moda bere del vino, soprattutto delle bollicine. Il cocktail è la bevanda delle persone mature?
«Non lo penso affatto, l’età non conta e gli appassionati a questo genere di bevanda sono sempre molti».
C’è una differenza tra un cocktail bevuto dalle donne e quello richiesto dagli uomini?
«Sì. È un po’ come per il vino: le signore generalmente preferiscono qualcosa di fruttato».
La richiesta di cocktail ad alta gradazione alcolica è in diminuzione?
«La tendenza, in generale, è a bere meno e meglio. Ciò si vede anche nella preparazione dei cocktail, con una maggiore richiesta, come dicevo, di bevande che contengono succhi di frutta».
Qual è il suo cocktail preferito?
«Indubbiamente il Negroni, un classico».
E quello più complicato da fare?
«Il Long Island Iced Tea, che prevede sette ingredienti diversi e alla fine ha il sapore che ricorda un té freddo».
(Tarcisio Bullo)

Abbinamenti vincenti: come iniziare il pasto

Aprire lo stomaco, senza saziare. È questo lo scopo dell’aperitivo (dal latino «aperitivus», che apre), soprattutto quando si parla di cibo. Per accompagnare cocktail e bevande, si prediligono quindi stuzzichini e piccoli assaggi, senza rinunciare a qualche piatto più elaborato, servito all’interno di ciotole e piattini. Tra gli irrinunciabili troviamo frutta secca, salatini e olive. Ai quali si aggiungono poi bruschette e crostini, con fette di pane tostato da farcire a seconda dei gusti. Crema di olive, paté di tonno, fonduta di Groviera, sono solo alcuni dei condimenti più ricercati e apprezzati. Per i salutisti ottimo è il pinzimonio: un misto di verdure crude tagliate a bastoncini, da intingere in un condimento di olio e sale. Perché l’aperitivo sia davvero un successo, però, è importante anche trovare i giusti abbinamenti tra cibo e bevande.
Alle bollicine, si combinano bene tartine e stuzzichini a base di pesce: dagli spiedini di gamberi alle prelibate ostriche, perfette se servite con lo Champagne. Se si scelgono cocktail alla frutta, invece, è possibile osare con fritti e preparazioni più ricche e saporite. Un ottimo abbinamento al vino, in particolare al rosso, sono i formaggi. Serviti su un bel tagliere a tocchetti quelli a pasta dura e spalmati su fette di pane i più morbidi, è facile fare un figurone con gli ospiti. Per rendere l’assaggio ancora più gustoso, è possibile accompagnarli a miele e marmellate di frutta, ancora meglio se fatte in casa. A quelli più piccanti ed erborinati si abbina bene la dolcezza delle pesche o del fico, per quelli freschi a pasta molle meglio una confettura di arance amare.
Per chi anche all’ora dell’aperitivo ama stupire, infine, un’altra possibilità è quella di creare dei veri e propri percorsi di degustazione tematici, dedicati a un singolo ingrediente. Tra i più amati c’è il cioccolato fondente che, con il suo gusto avvolgente e persistente, può essere abbinato facilmente a una serie di bevande e cibi, anche salati.
Assaggi golosi e tartine - le tradizioni dal mondo
Paese che vai aperitivo che trovi: cocktail e stuzzichini sono gli ingredienti di un momento conviviale diventato, con il tempo, un vero e proprio rito, declinato nelle diverse culture. Ogni luogo, infatti, offre bevande e prodotti tipici, eccellenze che vengono valorizzate con abbinamenti gustosi, perfetti anche prima di cena.
L’Italia è la patria di questa usanza: è proprio in Piemonte, nel nord-ovest della penisola, che si è dapprima diffuso uno degli aperitivi più famosi – il vermut – grazie all’intervento del distillatore Antonio Benedetto Carpano.
Dopo una intensa giornata di lavoro sono molti gli italiani che, prima di tornare a casa, passano un po’ di tempo in compagnia per l’happy hour. Uno degli aperitivi più consumati è l’Aperol Spritz, dal colore e dal sapore inconfondibile, mentre altri preferiscono il Bitter, il Rossini o un buon bicchiere di vino bianco.
Anche in Spagna c’è una vera e propria tradizione per quanto riguarda gli aperitivi. Grandi protagoniste sono le tapas, piccoli assaggi della tradizione iberica, ottime sia calde che fredde. Da non perdere lo jamon serrano, ovvero il prosciutto crudo, dal gusto intenso; le patatas bravas, patate a cubetti arricchite con un po’ di pepe; il polpo alla gallega, di difficile preparazione. Quanto ai cocktail, si ricorda l’immancabile sangria. I norvegesi amano il Lutefisk, ovvero lo stoccafisso essiccato, e i crostini di merluzzo. Sono ottime anche le tortine al salmone, insieme a granchi e gamberi.
In India si possono invece assaggiare il chapati (un tipo di pane sottile) e il naan (un lievitato morbido), il tutto insaporito con la raita, una salsa a base di yogurt, leggera ma gustosa. Dall’altra parte dell’Oceano, negli Stati Uniti, ampio spazio ai minihamburger, alle alette di pollo fritte, oltre ai Po-Boys, dei panini riccamente infarciti.