Gusto

Una prima «Romantica» per la chiusura di Sapori Ticino

Il final party dell’edizione brasiliana approda nel nuovo cinque stelle di Melide, tra scambio culturale, alta cucina e un bilancio che guarda già al futuro del festival: «Nell'anno del ventennale torneremo in Svizzera, in grande stile»
Una foto di gruppo con gli chef ticinesi della Grandes Tables Suisses. © Sapori Ticino - Giorgia Ghezzi Panzera
Mattia Sacchi
16.11.2025 21:45

Dopo 18 eventi, in Ticino ma anche in alcune delle strutture più prestigiose della Svizzera, condensati in poco meno di due mesi, si è conclusa l’edizione 2025 di SaporiTicino, celebrata con il final party a La Romantica di Melide, in una cena che ha visto protagonisti gli chef ticinesi della Grandes Tables Suisses. Un percorso che, quest’anno, ha avuto un fil rouge ben definito: la presenza di alcuni dei più autorevoli chef brasiliani, chiamati a raccontare una cucina complessa, multiculturale e ancora poco conosciuta nel suo insieme. A spiegarne la scelta è il patron Dany Stauffacher: «È stato un anno bellissimo ma impegnativo. Lavorare sul Brasile non è semplice: è un Paese vastissimo, con una cucina fatta di incroci e storie complesse. Ma volevamo aprire una finestra nuova, far viaggiare i nostri ospiti. Il Brasile gastronomico non è solo picanha: è un crogiolo di influenze europee, africane, indigene. Aprire questo orizzonte è stato importante anche per le autorità brasiliane, che hanno apprezzato molto il nostro lavoro di racconto. Spiegare cosa c’è dietro un piatto, dietro una cultura, è fondamentale».

La chiusura alza il sipario anche su un debutto significativo per il nuovo 5 stelle di Melide. Canio Sabia, direttore della Romantica, parla di «una sensazione bellissima». «Sapori Ticino è un evento storico e ospitarlo nel nostro primo anno di apertura è un onore enorme. È un’opportunità per far conoscere la struttura, mostrare la qualità dei servizi e permettere agli ospiti di vivere gli spazi: tre sale fronte lago, oltre duecento posti seduti, un’area aperitivo ampia e luminosa. La serata è stata un banco di prova importante: capire i flussi, le esigenze, il ritmo di una cucina che si espande con tanti chef ospiti. Ma il nostro chef Iadonisi ha grande esperienza e questo ha permesso un’integrazione naturale delle varie brigate». Per Sabia l’effetto è già tangibile: «Siamo stati sommersi di richieste per eventi fino alla fine dell’anno. Chi è venuto torna, e questo per noi è il segno più concreto che stiamo andando nella direzione giusta. Il 2026 sarà il nostro vero anno di maturità: sapremo con precisione cosa possiamo offrire e come farlo ai massimi livelli».

Al centro della cucina c’è stato Egidio Iadonisi, executive chef della Romantica, che ha guidato la brigata allargata delle Grandes Tables Suisses con sicurezza e naturalezza: «È una grande responsabilità, ma anche una soddisfazione enorme. Lavorare con colleghi che conosco da tanti anni, e che hanno percorsi diversi, è sempre un arricchimento: le tecniche si mescolano, le idee si intrecciano, ci si spinge a vicenda a migliorare. Sapori Ticino ha sempre avuto questa forza: unire generazioni, esperienze, sensibilità differenti. Ritrovare tutto questo nella propria cucina è ancora più bello».

La chiosa finale torna a Stauffacher, che guarda già alla prossima tappa: «Ora ci aspettano i vent’anni. Ci stiamo lavorando da mesi e il tema lo teniamo riservato per evitare imitazioni. Posso dire però che sarà un’edizione dedicata alla Svizzera: molti dei migliori chef del Paese saranno presenti in Ticino. Sarà un’occasione per parlare davvero del valore dell’enogastronomia come volano turistico e culturale. Dopo un viaggio come quello di quest’anno, torniamo a casa. E lo faremo in grande stile».



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