Vini svizzero tedeschi: un deciso salto di qualità

Ben 210 vini svizzeri sottoposti al giudizio competente e disinteressato di Paolo Basso, campione del mondo dei sommelier nel 2013 e dunque profondo conoscitore dell’universo dei vini internazionali. Il tutto è avvenuto settimana scorsa, sull’arco di tre giorni presso la Casa del Vino Ticino a Morbio.
Non si è trattato di un concorso, ma di un vero a proprio esame che sfocerà nella pubblicazione dei risultati su un’edizione speciale della rivista SommelierS International, un magazine francese che si rivolge a un vasto pubblico di professionisti e amanti del vino in tutta Europa. Il fatto che un’organizzazione del genere, basata a Bordeaux, si occupi dei vini svizzeri è qualcosa di eccezionale e dunque Swiss Wine non si è fatta pregare ad offrire la sua collaborazione e a mettere a disposizione il supporto logistico per la degustazione, spalleggiata da Ticinowine.
La risposta dei produttori elvetici, e di molti ticinesi, è stata all’altezza delle aspettative, sia in termini di qualità, sia di quantità.

«È stata un’esperienza molto interessante – racconta Paolo Basso – perché al contrario di altre volte, i produttori hanno capito l’importanza di questa degustazione e hanno inviato etichette di grosso calibro, anche quelli che non hanno esigenze di allargare il mercato. I vini svizzeri hanno la necessità di farsi conoscere all’estero, di ampliare i confini di un mercato che fino ad ora è rimasto essenzialmente nazionale, e il fatto che SommelierS International abbia voluto dedicare alla produzione svizzera la sua attenzione è un bel segnale e un’occasione irripetibile per assicurarsi dei buoni commenti e migliorare la propria reputazione».
La degustazione avveniva ovviamente alla cieca, Paolo Basso non conosceva le etichette che provava e solo alla fine della manifestazione gli organizzatori gli hanno permesso di conoscere l’abbinamento tra bottiglia e commento.
«Non ho ancora potuto dare un’occhiata a tutta la corposa documentazione, ma posso affermare almeno due cose: che si vede un’avanzata della Svizzera tedesca in termini di qualità, soprattutto con i Pinot Noir e i vini bianchi, e che la produzione ticinese è uscita benissimo».

I miglioramenti dei produttori della Svizzera di lingua tedesca non sorprendono gli amanti della viticoltura, ma a cosa si devono questi progressi?
«Sicuramente alle migliorate conoscenze dell’uomo, dunque dei produttori, che hanno compiuto passi da gigante. Perché questo salto di qualità non si spiega con qualche grado di temperatura più elevata dovuto al cambiamento climatico, il territorio è rimasto lo stesso e quel che è certo è che ormai bisogna sfatare la leggenda secondo cui i migliori vini prodotti in Svizzera provengono solo dal Vallese, dalla Romandia e dal Ticino” commenta Paolo Basso.
«Sono contento che vini di così alta qualità come quelli che ho degustato settimana scorsa abbiano la possibilità di farsi conoscere e apprezzare all’estero. Fuori dalla Svizzera noi possiamo competere nel segmento medio/alto, con bottiglie che superano i 30 franchi, mentre coi vini di bassa gamma non possiamo confrontarci con potenze come Italia, Francia o Spagna. E ripeto che per la Svizzera è fondamentale creare un’alternativa al mercato nazionale».