Le auto che hanno fatto la storia

Holden Commodore, “melting pot” australiano

La storica marca automobilistica fu acquisita dalla General Motors che ne decretò la fine nel 2020 - La Commodore era un'auto dalle dimensioni generose dotata di varie motorizzazioni
29.12.2023 10:00

L’Australia ha avuto a lungo una sua marca automobilistica, la Holden, inserita nella galassia General Motors e che ha proposto sui mercati di quell’area geografica anche veicoli in gran parte derivati da altri marchi e prodotti GM, soprattutto di derivazione Opel e Chevrolet. Tra i modelli più celebri dell’azienda, chiusa dalla multinazionale americana tre anni fa, figura sicuramente la Holden Commodore.

Si trattava di un’auto di dimensioni generose, rimasta in vendita dal 1978 al 2020 in cinque generazioni e un gran numero di varianti e motorizzazioni; da notare che in base alle sinergie tra GM e Gruppo Fiat all’inizio di questo millennio, l’Alfa Romeo si vide indotta a montare un V6 di 3,2 litri di derivazione Holden ma con le testate elaborate dai tecnici italiani, su varie sue vetture al vertice della gamma (come la Brera) in sostituzione del celebre V6 ideato dall’ingegner Giuseppe Busso e “cuore” di modelli come la 166, le Alfa 75 e 90 e l’Alfa 6.

La Commodore è stata prodotta dal 1978 al 2017 in Australia e dal 1979 al 1990 in Nuova Zelanda e va rimarcato che la produzione delle versioni costruite localmente in Australia è terminata il 20 ottobre 2017, quando le vetture erano prodotti assemblati altrove. La Commodore è stata proposta come berlina tre volumi, station-wagon e anche pick-up e coupé (quest’ultimo ribattezzato poi Holden Monaro). Ha montato sì motori V6, ma anche 4 cilindri, ed era nota in Oceania per i poderosi V8 dalle cilindrate generose, anche fino a 5,0 litri.

Le prime tre generazioni di Commodore prodotte dalla Holden (1978-2006) erano basate sulla piattaforma motoristica per auto a trazione posteriore progettata dalla Opel, che era la base dei maggiori modelli europei di GM, Vauxhall compresa. Tutti i pianali sono stati poi rafforzati strutturalmente, si è modificata la meccanica e, nel tempo, carreggiate, interassi e altri aspetti sono stati aggiornati dal team di tecnici Holden per le condizioni stradali australiane, le esigenze di produzione e le richieste del mercato.

La Commodore è stata prodotta dal 1978 al 2017 in Australia e dal 1979 al 1990 in Nuova Zelanda e il suo stile era del tutto simile a quello della Opel Commodore

Dal profilo estetico, lo stile di queste Commodore era del tutto simile a quello delle Opel Commodore del modello C e, successivamente, dell’Opel Omega prima e seconda serie. Invece, la quarta generazione di Holden Commodore, con i modelli VE e VF, realizzati in Australia dal 2006 al 2017, sono stati interamente progettati in casa e basati sulla piattaforma Zeta a trazione posteriore sviluppata dalla stessa Holden.

La serie successiva è stata caratterizzata dall’essere per intero il frutto di un procedimento opposto. Infatti, se le Commodore VE e VF erano australiane “purosangue”, la generazione successiva che è stata commercializzata dal 2018 al 2020, quando General Motors ha deciso di porre fine alla storica marca locale, altro non era se non una Opel Insignia a trazione anteriore, a cui erano stati apposti stemmi e loghi Holden mentre l’auto era costruita da Opel in Germania. Va detto che nel caso della serie VL prodotta dal 1986, spicca l’esordio nella gamma delle motorizzazioni disponibili di un propulsore Nissan: si trattava infatti di un 6 cilindri in linea di 3,0 litri da 155 CV – proposto successivamente anche in versione turbocompressa (204 CV).

Con la chiusura del marchio, che negli anni si era costruito una solida reputazione in campo agonistico (spesso proprio con le Commodore), le vendite dell'ultima generazione sono terminate alla fine del 2020. Ciò è avvenuto in concomitanza con la completa cessazione da parte di GM della Holden come società controllata, marchio e denominazione – una circostanza che ha suscitato un profondo malcontento tra i clienti e gli appassionati australiani e neozelandesi. Vero è che negli anni la General Motors aveva posto fine senza troppi patemi d’animo a marchi celebri come Oldsmobile – il costruttore d’auto più antico degli Stati Uniti (1897-2004) –, come pure a società “rampanti” realizzate qualche anno prima per seguire le aspettative del mercato, come fu il caso dell’inizialmente innovativo marchio Saturn, durato tutto sommato pochissimo (1985-2010).

Va detto che la Holden aveva radici ancor più storiche di Oldsmobile. L’azienda iniziò l’attività come selleria nel 1856 a Port Melbourne, nello Stato di Victoria, divenendo un costruttore di veicoli nel 1908. A ventitré anni dopo risale il suo ingresso nel gruppo General Motors, per il quale si occuperà anche dello sfruttamento dell’attività commerciale GM in Australasia, detenendo in parte la gestione di GM Daewoo tra il 2002 e il 2009. La chiusura in sequenza dello stabilimento di Elizabeth, a nord di Adelaide, e di quello di Port Melbourne (dove si montavano i motori) è stato considerato un trauma dagli australiani, che hanno così perduto quello che consideravano il marchio “di casa”, anche se sempre meno “indigeno” nel corso degli anni.

Anche in versione pick-up
Anche in versione pick-up

La scheda (Holden Commodore 2,8 Sedan SL del 1990)

Cilindrata: 2'838 cc
Potenza e coppia: 99 CV, 186,4 Nm
Accelerazione: n.d.
Velocità massima: 170 km/h
Consumo medio: 12 l/100 km
Peso in ordine di marcia: 1'228 kg

Dati tecnici da: Quattroruote, Tutte le auto del mondo, Milano 1990