I bastioni di Orione

L'immensa nebulosa intorno a Betelgeuse
Red. Online
25.06.2011 03:00

"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. E' tempo di morire".

Prima di abbandonarsi all'oblìo, Roy Batty evoca i propri ricordi di replicante addestrato alle missioni speciali nell'extramondo: le sue parole trasmigrano dalla fantascienza fino all'immaginario collettivo, ma restano impenetrabili. Che cosa sono i "bastioni di Orione"? Bisognerebbe chiederlo a David Webb Peoples, sceneggiatore di Blade Runner. Che ci direbbe che le ultime parole del replicante assassino sono, possiamo immaginarlo, solo evocative. Eppure in Orione ci sono dei veri e propri "bastioni". Di gas: la nebulosa che circonda Betelgeuse.Nel cielo notturno d'inverno è solo un brillante punto luminoso di un rosso intenso. Eppure Betelgeuse, messa al posto del Sole nel nostro sistema planetario, inghiottirebbe tutti pianeti interni e arriverebbe fino a Giove. E' una gigante rossa: una stella nelle fasi terminali della propria esistenza. E perde materia nello spazio: una quantità pari a una massa solare ogni 10 mila anni. Tutta roba che va poi a formare una nebulosa intorno alla stella. Problema: riprendere quella nebulosa. Non si può usare la luce visibile, perché Betelgeuse è troppo brillante ed eclissa la materia circostante. Sicché bisogna operare nell'infrarosso.Il risultato è descritto in un articolo appena pubblicato on line su "Astronomy & Astrophysics": è l'immagine raccolta in Cile con lo strumento VISIR (VLT Imager and Spectrometer for mid Infrared) applicato al Very Large Telescope (VLT) dell'European Southern Observatory (ESO), nella quale le zone blu sono a lunghezze d'onda più piccole e quelle rosse più grandi. Ne emerge con grande chiarezza una nebulosa asimmetrica composta anche da polvere di silicati: lo stesso materiale di cui sono composti i pianeti di tipo terrestre nel nostro Sistema Solare, a dimostrazione del fatto che gli elementi pesanti del nostro pianeta derivano proprio dalla generazione di stelle precedente quella del Sole. Nell'immagine rilasciata dall'ESO il disco scuro centrale evidenzia la posizione di Betelgeuse (rappresentata dal dischetto rosso) ed è grande quattro volte e mezza l'orbita della Terra intorno al Sole. La nebulosa tutt'attorno, irregolare perché il gas è stato emesso senza rispettare alcuna simmetria, si estende per 60 miliardi di chilometri, cioè 400 volte la distanza fra la Terra e il Sole, ovvero più di 55 ore-luce. Immensi, asimmetrici e impalpabili bastioni di gas. Forse, a secoli di distanza dal nostro presente, astronavi da guerra si affronteranno e legioni di replicanti si batteranno laggiù, a più di 600 anni-luce da noi.