Il serpente robot

Anzi lo scinco, per la precisione
Chiara Mancini
06.07.2010 03:00

Si dice che lo struzzo, in caso di pericolo, nasconda la testa sotto la sabbia. Contento lui... Se però il pericolo fosse rappresentato da un terremoto, per noi sarebbe molto meglio trovare sotto la sabbia la testa (e anche il corpo) di un serpente: quello costruito da Daniel Goldman e Ryan Maladen, del Georgia Institute of Technology di Atlanta.Per testarlo, i due ricercatori l?hanno seppellito in una grossa vasca piena di piccolissime palline gialle. Tanto lui ne sarebbe uscito senza problemi. Infatti è un robot ideato proprio per muoversi in terreni sabbiosi. Di robot già ce n?erano che avanzavano sulle superfici, che volavano nell?aria, che nuotavano sott?acqua. Ma non che si muovevano nella sabbia: troppo difficile. Già, perché la sabbia può comportarsi come un solido ma anche come un fluido, ed è complicato costruire un oggetto in grado di destreggiarsi efficacemente tra i granelli. Eppure il prototipo è riuscito, grazie alla collaborazione con Paul Umbanhowar, della Northwestern University di Evanston, nell?Illinois, e all?osservazione di un animale: lo scinco delle sabbie (Scincus scincus), un lucertoloide in grado di muoversi nella sabbia senza difficoltà. Il trucco che usa questo rettile è quello, una volta sommerso, di avvicinare gli arti al corpo e spingersi in avanti dimenandosi da una parte e dall?altra, un po? come un serpente.Dunque è bastato costruire un serpentello robot di 35 centimetri che simulasse i movimenti dello scinco ispiratore: sette segmenti di alluminio collegati a sei motori che, per non bloccarsi, hanno richiesto un rivestimento speciale in fibra elastane. Così assemblato, il robot funziona proprio bene e potrebbe anche arrivare a uguagliare in velocità l?animale se si aggiungessero ulteriori segmenti per rendere i movimenti più regolari.Per vedere lo scinco artificiale avremmo potuto evitare di mettere la testa sotto la sabbia: ci sarebbe bastato un viaggio in Spagna, alla conferenza Robotics Science and Systems di Saragozza, dove il team ha presentato il proprio lavoro, prezioso perché il serpente robot potrebbe trovare applicazione nell?individuazione di persone intrappolate tra i detriti, come quelli prodotti dai crolli causati da terremoti.(Fonte: Quarantadue)