Relazione

In amor vince chi fugge senza fare la vittima...

Al termine di una storia si può manifestare un disagio, incolpando l’ex partner o addirittura altre persone. Può essere la sindrome di Calimero ed uscirne è delicato
Al termine di una storia si può manifestare un disagio, incolpando l’ex partner o addirittura altre persone. Può essere la sindrome di Calimero ed uscirne è delicato
Red. Online
16.08.2020 18:00

Una delusione d’amore, più o meno cocente, è capitata a tutti. Sono cose che succedono e nella maggior parte dei casi la responsabilità va divisa per due, raramente le colpe sono solo di uno. Eppure molto, molto spesso uno dei componenti della coppia scarica tutte le colpe sull’ex partner, o, peggio, sulla famiglia o sugli amici. Incolpa gli altri, le circostanze, la sfortuna per la fine dalla propria storia. Assume il ruolo della vittima, che l’ex partner, il mondo, la vita vogliono punire, danneggiare, far star male.

A nessuno piace essere una vittima, eppure assumere questo ruolo in maniera fittizia può portare alcuni «vantaggi» ai quali difficilmente si sa rinunciare. Sembra, per esempio, che quando ci si trova in questa posizione, sia legittimo richiedere attenzioni e cure che in un contesto normale non si possono reclamare. Essere una vittima è un modo inconsapevole di pretendere affetto, quell’amore che è venuto a mancare.

Il meccanismo del vittimismo ha spesso origini profonde. A volte è legato all’infanzia e può essere causato da una situazione in cui alla persona coinvolta viene negato qualcosa: affetto, riconoscimento e considerazione. O forse non è stata mai rivestita della propria identità ed autostima. Di solito sono persone che hanno subito una vera e propria mancanza di affetto e, da questa esperienza hanno sviluppato l’idea che «non valgono abbastanza» oppure «non meritano nulla». Questo fa si che nella propria crescita, concentrino l’attenzione sempre su ciò che non hanno, oppure ciò che hanno perso, lamentandosi con gli altri. Una condizione che si può verificare sia al termine di una storia d’amore, sia nella vita di tutti i giorni. Si chiama vittimismo patologico o sindrome di Calimero.

Uscire da questo stato si può, ma ci vuole tanta forza di volontà. Il primo passo è quello di assumersi le proprie responsabilità. Se la storia d’amore è finita bisogna mettersi nell’ordine delle idee che le colpe possano essere anche di chi si sente la vittima.

Il secondo passo è quello della consapevolezza. Nessuno è il padrone della terra, ma tutti hanno molto più potere di quello che credono. Per superare il vittimismo è necessario capire che il mondo che ci circonda e tutto ciò che si vive ogni giorno è il puro riflesso dei propri pensieri, delle emozioni e delle convinzioni che si hanno. Cambiare questi tre elementi consente di modificare anche il mondo esterno.

Infine, è bene imparare a lasciar andare i propri attaccamenti e bisogni. È un punto molto profondo ed è la pura verità: si può avere tutto quello che si vuole, a patto che non se ne abbia bisogno. L’idea è che se si è attaccati a qualcosa, se si è dipendenti da qualcosa o qualcuno, quando poi se ne ha bisogno si emana un’energia negativa che tende ad allontanare l’oggetto del desiderio. Se invece si ha un atteggiamento più distaccato e giocoso riguardo alle cose che si vogliono, se non si vive negli attaccamenti, quella che si emana è l’energia dell’amore, l’energia del distacco, l’energia di un volere pulito. Allora può essere più facile che quello che si desidera si manifesti rapidamente nella propria vita.