Jobs rifiutò operazione salva-vita

Il biografo Isaacson sulla vita dell'ideatore di Apple
Ats
21.10.2011 06:37

NEW YORK - «Non voglio che il mio corpo venga aperto». Sono le parole con cui Steve Jobs, malato di una rara forma di cancro al pancreas, rifiutò di sottoporsi all'operazione che forse avrebbe potuto salvargli la vita. Una decisione di cui - giunto alla fine del suo calvario - finì per pentirsi. A rivelarlo è Walter Isaacson, biografo ufficiale del fondatore della Apple, il cui libro uscirà il prossimo 24 ottobre.

In un'intervista che andrà in onda domenica sulla Cbs, nel coso del programma '60 minutes' - di cui sono stati diffusi ampi stralci - Isaacson racconta alcuni episodi della vita più privata del "visionario della Silicon Valley". Non solo quelli legati all'ultimo triste periodo della malattia. Ricorda, ad esempio, quando Jobs incontrò il proprio padre biologico senza saperlo. O la sua passione per i Beatles. O quando, ancora adolescente, fu vittima del bullismo a scuola. O ancora quando nel 1985 finì la sua prima esperienza alla Apple e si scagliò contro coloro che lo cacciarono, definendoli corrotti e concentrati solo a fare soldi invece che a ideare grandi prodotti. Come fu in grado di fare lui una volta richiamato in azienda nel 1996.