Curiosità

La corona dei Re Magi: una tradizione recente

Il dolce fu introdotto in Svizzera nel 1952 dal folclorista ed esperto di pane basilese Max Währen
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Red. Online
06.01.2023 15:24

Uno sfizioso dolce composto da piccole pagnotte a base di pasta lievitata disposte a forma di fiore: stiamo parlando della corona dei Re Magi che, sicuramente, molti di voi porteranno in tavola oggi per festeggiare l’Epifania. Tradizione vuole che, celata all’interno di una delle pagnotte, ci sia una statuina raffigurante un re: chi la trova viene eletto re o regina di giornata. Ma quali sono le origini di questa particolare usanza culinaria?

Radici romane

Le prime attestazioni di una tradizione per certi versi analoga a quella odierna risalgono all’antica Roma dove, a fine dicembre, si celebravano i Saturnali, ovvero dei giorni di festa in onore del dio Saturno. Per l’occasione, agli schiavi erano concesse delle libertà di cui, durante il resto dell’anno, non potevano godere. In questo contesto, l’élite dell’Impero era solita offrire loro una torta all’interno della quale era nascosto un fagiolo: colui che lo trovava era trattato, per il resto della giornata, alla pari di un membro della classe dominante.

L’usanza si modifica quindi nel Medioevo quando in Francia si comincia a cucinare la «Galette des Rois», un dolce preparato con frutta candita e zucchero per commemorare l’arrivo dei Re Magi a Betlemme. Analogamente all'usanza romana, all’interno del prodotto da forno era celata una sorpresa: originariamente una fava, poi sostituita da una miniatura in ceramica di Gesù bambino. All’epoca, la simbologia voleva che il coltello con cui si tagliava la corona rappresentasse il pericolo corso da Gesù a causa di Erode. Ecco allora che chi trovava la statuetta, sottraendola così dai rischi, era considerato il padrino di Gesù bambino.

Dall’Esagono l’usanza si è quindi progressivamente diffusa nel resto dell’Europa: sono così nati il «Roscón de Reyes» in Spagna, la «Vasilopita» in Grecia e il «Bolo-Rei» in Portogallo.

L'invenzione svizzera del 1952

«La festa del fagiolo» di Jan Steen. © Meister Drucke / ProLitteris Zürich
«La festa del fagiolo» di Jan Steen. © Meister Drucke / ProLitteris Zürich

E in Svizzera, quando è arrivata tale tradizione? Nel nostro Paese il fenomeno è piuttosto recente: risale infatti al 1952. La sua introduzione si deve a Max Währen e ad un quadro del Seicento, La festa del fagiolo di Jan Steen, di cui il folclorista ed esperto di pane basilese aveva in casa una copia. Ispirato dalla tela, sviluppò, assieme alla Richemont Bakery School, la ricetta del dolce che mangiamo ancora oggi e la lanciò sul mercato con l’Associazione dei mastri panettieri e pasticcieri come nuovo prodotto da forno.

Inizialmente le vendite furono piuttosto modeste con solo 50.000 torte vendute nel primo anno di produzione. Si puntò allora a campagne di marketing piuttosto aggressive: celebre quella del 1960 in Val d’Anniviers (Vallese) dove i Re Magi arrivarono a bordo di un elicottero pilotato dalla leggenda dell'aviazione Hermann Geiger, soprannominato l'Aquila di Sion e fondatore di Air Glacier.

A favorire le vendite del prodotto contribuì pure il contesto storico. Negli anni Cinquanta, infatti, gli stenti dovuti alla Seconda guerra mondiale e ai sui strascichi erano ormai un ricordo. Il fermento dell’economia aveva fatto crescere il potere d’acquisto delle persone che avevano perciò iniziato a concedersi qualche sfizio: ecco allora che sulla tavola delle persone cominciava ad apparire qualche dolce tra cui, appunto, la corona dei Re Magi il 6 gennaio.