Le origini

La famiglia Fontana e la nascita di una lunga storia

Le origini di Illustrazione Ticinese raccontano un Ticino antico nel quale fare l’editore era un’avventura, ne parliamo con Pierantonio Fontana
Il primo numero della rivista con il nome "Illustrazione ticinese". © CdT/Chiara Zocchetti
Michele Castiglioni
22.09.2022 10:00

C’era una volta, la «Romeo Fontana Editore», il cui omonimo direttore e fondatore, già pubblicava vari prodotti, tra cui «Lugano in tasca» - la guida ufficiale di Lugano - e lo stradario della città. All’inizio degli anni trenta, con l’intervento della casa editrice basilese Emilio Birkhäuser e Co. Si buttò nell’avventura della pubblicazione di un settimanale dedicato al raccontare storie legate al territorio: costume e società, consigli pratici, eventi sportivi. Di tutto un po’.

La nascita della rivista

Pierantonio Fontana, classe 1929, mi accoglie in casa sua in modo garbato ma energico e mi fa accomodare al grande tavolo in salotto dove ha già preparato alcuni «cimeli» che mi vuole mostrare per corroborare il racconto dei ricordi relativi a suo padre ed alla nascita del periodico (illustrato) più longevo della storia ticinese. La prima cosa che mi mostra è un reperto storico: l’edizione di Illustrazione Ticinese del 27 settembre 1947, sulla quale appare la notizia della scomparsa di Romeo Fontana. «Mio padre» comincia «che era un piccolo editore di Lugano, partì nel 1930 con Rivista Ticinese (che diventò poi Rivista Ticinese Illustrata e, alla fine, Illustrazione Ticinese nel 1931). Il suo intento era quello di creare una rivista periodica che portasse nelle case della gente le immagini del Ticino, insieme a informazioni, articoli e storie. Per esempio, una delle sezioni più lette erano i risultati e la formazione delle squadre (e in particolare del Lugano) nelle partite del campionato di calcio. Sta di fatto che ad un certo punto, nel 1931, la casa editrice Birkhäuser chiese a mio padre di unirsi per creare una rivista settimanale sulla scorta di quanto già facevano in Svizzera interna con Schweizer Hausfrau e altri. Così nacque Illustrazione Ticinese». Partiva così l’avventura del periodico che avrebbe attraversato i decenni successivi in varie forme.

Una distribuzione capillare (e una polizza assicurativa)

«Una delle cose curiose che ha contribuito al successo di Illustrazione è stato che già nei primi anni alla rivista veniva abbinata una polizza assicurativa su decessi e infortuni e molte persone aderirono alla proposta stipulando la polizza». Una primizia, a quei tempi. «E - continua - bisogna considerare che grazie all’impegno di mio padre, Illustrazione Ticinese era l’unica pubblicazione che riusciva ad arrivare anche negli angoli più remoti del Ticino e quindi l’iniziativa ebbe un grande successo soprattutto nei paesini più discosti, dove la rivista era attesa come un evento tutti i sabati». D’altronde il fondatore ci metteva molto del suo, portando personalmente la rivista in giro per il Cantone. «Sì, ricordo che mio padre caricava nella sua auto un po’ di riviste e tre o quattro signorine che avevano il compito di vendere gli abbonamenti nelle località dove si recavano e partiva in promozione tra valli e montagne. Fra l’altro tra le signorine addette agli abbonamenti spesso figurava anche mia madre che riusciva sempre a venderne più di tutti!». Ai suoi albori, quindi, Illustrazione Ticinese veniva gestita con una conduzione decisamente familiare e, soprattutto, grazie a questo tipo di distribuzione, era davvero «la rivista ticinese per i ticinesi».

I romanzi a puntate

In ogni caso, il settimanale (poi negli anni diventato quindicinale e, infine, mensile) aveva molte frecce al suo arco che contribuivano al suo successo «anzitutto a differenza di oggi era una rivista anche di attualità, parlava di sport e riportava notizie del momento e poi aveva tutte le varie rubriche con i consigli per la casa, per la salute, eccetera. Ma soprattutto un elemento di grande successo erano i romanzi che venivano pubblicati a puntate, per i quali la gente aspettava con trepidazione l’arrivo della rivista al sabato». Tra i romanzi pubblicati, fra l’altro, apparvero alcuni titoli pubblicati in prima mondiale in lingua italiana, come il celebre «Niente di nuovo sul fronte occidentale» di Erich Maria Remarque. I primi anni videro quindi una bella affermazione sul territorio. Con la scomparsa di Romeo Fontana nel 1947, la rivista cambiò una prima volta il suo assetto interno, con Aldo Patocchi che prese le redini redazionali della rivista, mantenute poi per oltre 40 anni, fino al 1979 e ospitando negli anni molte firme prestigiose, come Francesco Chiesa, Giuseppe Zoppi e, dall’Italia, Indro Montanelli. «Nei primissimi anni dopo che mio padre se ne andò, rimase mia madre ad affiancare Patocchi, dopodiché la nostra parte venne definitivamente ceduta a Birkhäuser che divenne a quel punto l’unico editore e noi cessammo di occuparcene». Chiosa Pierantonio Fontana. Da quel momento, agli inizi degli anni ‘50, partì un nuovo corso di Illustrazione Ticinese che venne modificata e rinnovata nei decenni successivi per arrivare all’edizione odierna. Ma questa è un’altra storia. 

In questo articolo: