Salute

La quarantena e quei 2 chili di troppo

Chiuso il lockdown in molti devono fare i conti con la bilancia e un peso forma ammaccato - I consigli della dietista Barbara Richli: «Se avete fame bevetevi un bel bicchiere d’acqua» - Over 65 e rischi
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Massimo Solari
15.05.2020 06:00

Archiviato il lockdown, con l’avvento della cosiddetta «fase due» per molti è tempo di bilanci. E di bilancia. Sì, perché tra gli effetti collaterali del confinamento potrebbero far capolino anche 2 o 3 chiletti in più lungo il girovita. Nulla di irreparabile, sia chiaro. Anche su questo fronte, però, l’immunità non va per la maggiore. «Pensi che io stessa ho messo paio di chili nelle prime settimane di chiusura» ammette Barbara Richli, vicepresidente per l’area latina dell’Associazione Svizzera delle dietiste. Da noi contattata l’esperta conferma che con la ripresa della maggior parte delle attività si sta altresì palesando una certa presa di coscienza dei cittadini. «In effetti, mi dicono tanti colleghi di lavoro, il tema è d’attualità. E in fondo era prevedibile. Costretti a casa e in telelavoro ci si è spostati meno e di conseguenza minori sono state pure le calorie bruciate. Una condizione sedentaria, questa, che se non compensata subito da un’attività fisica può senz’altro aver facilitato un lieve aumento di peso. Soprattutto tra gli over 50, il cui metabolismo è più lento».

Quattro su dieci dovrebbero dimagrire

In Svizzera il 42% della popolazione adulta è in sovrappeso, di cui l’11% obeso. E proprio l’obesità, stando a quanto riscontrato in diversi ospedali elvetici, sembrerebbe essere un tratto comune a numerosi pazienti colpiti dalla COVID-19 per i quali si sono rese necessarie le cure intense. «La combinazione età avanzata-peso eccessivo è risultata problematica» conferma Richli: «Tante persone, in particolare dopo il pensionamento, mettono su chili velocemente. Se da un lato è comprensibile e accettabile, dall’altro il tutto può anche diventare malsano e rischioso quando si supera una certa misura. E la crisi attuale ne è la prova». Parliamo tuttavia di cambiamenti non sono sempre facili da digerire. «Purtroppo - sottolinea la dietista - molti over 65 si meravigliano di non riuscire più a controllare il peso come prima. Più precisamente si fatica a comprendere che l’invecchiamento comporta un mutamento ormonale. E di riflesso, a seguito della perdita di muscolatura, che il fabbisogno calorico diminuisce. A tavola, conseguentemente, bisogna adeguarsi, mantenendo solo quelle sostanze nutrizionali essenziali». Questo messaggio, così come l’importanza di svolgere in modo regolare un’attività motoria «fatica ancora a passare» insiste Richli, la quale auspica quindi che le evidenze mediche correlate al coronavirus possano in un qualche modo contribuire alla sensibilizzazione della popolazione in materia di peso forma.

«Bastano le scale del proprio palazzo»

Vi sono poi i paradossi. Come quello venutosi a creare da metà marzo, quando le autorità federali e cantonali avevano quasi demonizzato l’attività fisica all’aperto. Non esattamente la ricetta migliore per mantenersi in perfetta forma durante la quarantena. «Una situazione difficile da gestire, soprattutto all’inizio» conferma Richli. «Anche perché non tutti hanno la fortuna di vivere in campagna e di beneficiare dunque di determinati spazi per passeggiare». Detto ciò le soluzioni non mancavano e non mancano tutt’ora. «Chi vive in un palazzo - spiega l’esperta - potrebbe ad esempio salire e scendere le scale per 3-4 volte al giorno. Questo è sicuramente un consiglio che mi sento di dare». Per non parlare del ventaglio, vastissimo, di possibilità offerte dal web, tra tutorial e corsi a puntate. O della vecchia e cara cyclette per chi è poco «digital». C’è poi l’altrettanto importante capitolo dell’alimentazione. «A fronte di spostamenti e attività ridotte, non necessariamente devo continuare a mangiare 4-5 volte al giorno, considerando pasti principali e spuntini» indica Richli.

Ricette e consigli

Già, la fame. Per ovviare a questo bisogno il lockdown potrebbe comunque aver innescato atteggiamenti più virtuosi. In molti hanno infatti riscoperto il piacere di stare ai fornelli. «In questo senso il periodo che ci siamo appena lasciati alle spalle ha sicuramente rappresentato un’opportunità» concorda la dietista. Per poi aggiungere: «Se ho letto bene inoltre è cresciuta in modo esponenziale la vendita di verdura e frutta locali, oltre che di prodotti biologici. La speranza, quindi, è che tante persone abbiano avuto il tempo di studiare e assimilare nuove ricette, rendendosi conto di cosa comporti un piatto completo con una grande quantità di verdura, un po’ di carboidrati a dipendenza dell’attività fisica e la giusta dose di proteine». Con tanti saluti ai pranzi di corsa davanti al pc, in ufficio, o in piedi al tavolino di un fast food. «Ora però sarà cruciale coltivare e mantenere questi comportamenti positivi» avverte Richli. E per coloro, invece, chiamati a rimettersi in riga, o più semplicemente a ritrovare una certa regolarità, che cosa consiglia la vicepresidente dell’Associazione Svizzera delle dietiste? «A fronte di una sensazione di appetito, sempre, raccomando di bere un bel bicchiere d’acqua o una tisana non zuccherata. Così da riempire lo stomaco e soddisfare quel bisogno di sete, confuso inizialmente con la fame». Importantissimo, insomma, idratarsi ancora e ancora. Ma la voglia di mettere qualcosa sotto i denti, precisa Richli, potrebbe venire neutralizzata «anche cambiando ambiente e attività e uscendo a fare due passi». Non meno importante è infine stabilire una sorta di tabella di marcia. «Per sbarazzarsi dei famosi 2-3 chili di troppo - conclude la nostra interlocutrice - è consigliabile quello che viene definito il digiuno intermittente. Ovvero procedere a due pasti completi al giorno, colazione-pranzo o pranzo-cena, con piccoli spuntini a base di frutta o latticini nel tardo pomeriggio o il mattino. E facendo così una pausa dall’assunzione di calorie della durata di 9-10 ore filate. Il tutto, naturalmente, senza scordarsi di bere regolarmente».

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