L’escursione

L’antica pietra ollare della Valle Bedretto

Un itinerario che mostra quanto l’artigianato abbia cambiato il modo di vivere della gente e modellato il territorio
Lago delle Pigne (©Ely Riva)
Ely Riva
17.07.2020 14:35

È un’escursione questa, al Laghetto delle pigne, che ci mostra un artigianato che ha cambiato il modo di vivere della gente e modellato il territorio.
Fin dall’antichità l’uomo ha cercato di realizzare dei recipienti per poter conservare a lungo derrate alimentari come cereali, oli, grani, sale, carne, burro...
Ma nelle valli alpine l’argilla per produrre recipienti di terracotta era molto rara e così l’uomo è riuscito a scovare sulle montagne, nella grande quantità di rocce, una certa pietra untuosa facile da lavorare che riscaldata non si rompeva, accumulava calore ed era resistente alle alte temperature.
Nelle nostre valli soprattutto quelle che fanno parte delle Alpi come la Val Bedretto, l’inverno è lungo, spesso molto rigido, con il sole che manca anche per mesi. Per sopportare i lunghi inverni, nella casa rurale alpina fin dal Medioevo venne creato un locale, la «stüva» che è una stanza riscaldata dove la famiglia ci passava la maggior parte del tempo. La fonte di calore era la «pigna» formata da lastre di pietra ollare ben tagliate e squadrate, una stufa che assorbe lentamente il calore del fuoco, lo mantiene a lungo e lo diffonde nell’ambiente vicino.

Cava delle Pigne (©Ely Riva)
Cava delle Pigne (©Ely Riva)
Alpe di Maniò (©Ely Riva)
Alpe di Maniò (©Ely Riva)
Testimonianze incise su pietra: anno «1688» su un masso (©Ely Riva)
Testimonianze incise su pietra: anno «1688» su un masso (©Ely Riva)

In Valle Bedretto esistevano nel 1987 durante il censimento fatto da Massimo Lucchinetti per realizzare il libro «La pigna bedrettese» ben 102 pigne in pietra ollare. La maggior parte risaliva al XIX secolo. La pigna più vecchia rintracciata nel Ticino si trova a Ossasco e porta la data del 1581. L’antichità di questa e di altre pigne della Valle di Bedretto induce a pensare che la Valle di Bedretto sia stata la prima in Ticino a fare uso di questo mezzo per riscaldare le abitazioni, sistema già conosciuto da tempo dagli abitanti dei villaggi montani delle valli del centro delle Alpi.
Ebbene due cave erano situate sull’Alpe Maniò (2.350 m), poco distanti dal Laghetto delle Pigne (2.278 m). Fino a pochi anni fa era ancora ben visibile una grossa lastra da «pigna» pronta per essere trascinata a valle. A pochi metri dalla cava su un masso con la superficie macchiata di rosa arancione, si leggono ancora due date: «1688 I F» e «S E 1890» con una croce.

Poncione di Maniò (©Ely Riva)
Poncione di Maniò (©Ely Riva)

È chiaro che il nome del lago si riferisce alla cava da cui si estraeva la pietra ollare per le pigne. E man mano che ci si avvicina, le pareti vertiginose, aspre e granitiche, veramente alpine, del Poncione di Maniò e del Poncione Cassina di Baggio, fanno pensare a un laghetto dalle rive rocciose, impervie, incassate. Invece quando appare all’improvviso salendo dalla Capanna di Piansecco, con in mezzo un isolotto ricco di verde che sembra galleggiare nel centro del lago, si rimane sbalorditi. Girandoci attorno poi, ci si rende conto che la sua forma bizzarra e irregolare rende il lago mutevole. Basta una brezza leggera per farlo apparire come una colomba in volo o come un polpo in fuga, mentre l’arrivo della nebbia o di una nuvola scura che appesantisce il grigiore dei sassi ci dice che il laghetto è solo quel che resta di un ghiacciaio che se ne è appena andato... Anche il variare dei colori, dal blu cobalto al verde bottiglia, per il tempo meteo o per la posizione da cui lo si ammira, mette in risalto un paesaggio che appare aspro e nel medesimo tempo dolcissimo!
Da una decina di anni sono ricomparsi gli stambecchi che al Laghetto delle Pigne hanno trovato l’ambiente selvaggio ideale, a volte severo e a volte bucolico, per la loro sopravvivenza...

Lastra di Pietra ollare (©Ely Riva)
Lastra di Pietra ollare (©Ely Riva)

Il laghetto è limitato a settentrione da detriti di frana con accanto un tratto di terreno paludoso ricco di sorgenti e a meridione dall’erba che scivola dolcemente nel laghetto, mostrando la bontà dei pascoli alpini dell’Alpe di Maniò.

Pigna di Ossasco del 1581 (©Ely Riva)
Pigna di Ossasco del 1581 (©Ely Riva)

L'itinerario

Da All’Acqua (1.612 m) si sale su percorso segnalato alla Capanna Piansecco (1.981 m) inserita nell’Alpe di Rotondo, e si continua verso ovest, sempre su percorso segnalato fino al Lago delle Pigne (2.279 m) che è situato a poca distanza dalla Cava delle Pigne o Cava di Maniò.

Tempo 2h.

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