La proposta

Lassù, vicino al Vallese si trova la Val Corno

Non manca nulla in questo paradiso. Nemmeno il più piccolo albero del mondo: il salice erbaceo, due centimetri di altezza
La Val Corno tra i 4.000 del Vallese e la Val Formazza. © Ely Riva
Ely Riva
21.09.2020 05:30

In fondo alla Val Bedretto, tra l’Alpe di Cruina (2.028 m) e il Passo del Corno (2.485 m) che segna il confine con il Vallese si estende la Val Corno, un’area segnalata nel Piano direttore cantonale come degna di protezione. Se noi avessimo la possibilità di osservarla dall’alto o dalla Punta di Elgio, ci renderemmo conto che il lato orografico destro, il Motto Morto, è composto di detriti e morene con quel che resta del piccolo Ghiacciaio del Corno, e il lato sinistro è formato da rocce nere come il carbone.
La Val Corno è la dimostrazione di una importante scoperta scientifica del secolo scorso riguardante la superficie della terra che non è rigida, ma un insieme di placche e di zolle che si muovono, lentamente, ma si muovono.

Verde e acqua in Val Corno. © Ely Riva
Verde e acqua in Val Corno. © Ely Riva
Campanula del Moncenisio. © Ely Riva
Campanula del Moncenisio. © Ely Riva

Grazie a questi movimenti sappiamo che le rocce che compongono l’attuale sottosuolo del Ticino, milioni di anni fa si trovavano altrove. Gran parte del «Ticino» attuale, 200 milioni di anni fa, si trovava a sud dell’Equatore a circa 4.000 km di distanza. E in questi ultimi 200 milioni di anni ne son successe di cose...
Le nere formazioni rocciose della Scaglia del Corno (2.640 m) e del Nufenenstock (2.865 m) che formano il lato sinistro della Val Corno alla fine del Giurassico, circa 150 milioni di anni fa, si stavano modellando per sedimentazione marina in un mare poco profondo, più o meno dove oggi si trova il deserto del Sahara occidentale. La deriva dei continenti, con spostamenti di pochi centimetri all’anno, ha formato queste montagne che oggi ci meravigliano per la loro forma e il loro colore.

Capanna Corno Gries con dietro la Scaglia. © Ely Riva
Capanna Corno Gries con dietro la Scaglia. © Ely Riva
Ecco come si può presentare alla fine di luglio. © Ely Riva
Ecco come si può presentare alla fine di luglio. © Ely Riva

Queste rocce sono note ai geologi come «scisti neri grigionesi» (Bündnerschiefer). L’Equatore ci ha regalato queste montagne che poi il ghiaccio ha modellato.
Stefano Franscini nelle sue Escursioni nel Cantone Ticino ci racconta che verso la metà del XIX secolo il «Ghiacciaio di Corno» si estendeva fino allo sterminato ghiacciaio vallivo del Gries, occupando tutta la Valle del Corno. Anche questo ghiacciaio, uno dei più ripidi del Ticino, ha abbandonato la valle, ritirandosi sempre più in alto, lasciando libere le sue acque di formare un lungo laghetto che serpeggia tra le morene.

Il bel laghetto del Corno con il suo ghiacciaio visto da ovest. © Ely Riva
Il bel laghetto del Corno con il suo ghiacciaio visto da ovest. © Ely Riva
Pietra di confine tra Ticino e Vallese. © Ely Riva
Pietra di confine tra Ticino e Vallese. © Ely Riva

Ancora in agosto alle volte si possono veder galleggiare, sulla sua superficie, grandi lastroni di ghiaccio. Un bel sentiero segnalato attraversa tutta la valle, dall’Alpe Cruina (2.003 m) al Passo del Corno (2.485 m), passando dalla Capanna Corno-Gries (2.333 m).
Ebbene, questa valle—che a prima vista e soprattutto nella parte alta sembra un’immensa pietraia—nasconde svariate ricchezze naturalistiche.
Ai bordi del sentiero in ogni momento dell’anno si incontrano piante diverse: dalle soldanelle che spuntano appena la neve se ne è andata, ai magnifici cespugli rosa dei rododendri in giugno, ai cuscinetti bianchi del camedrio alpino (Dryas octopetala). I candidi petali di questo fiore concentrano i raggi del sole verso l’ovario formando una specie di forno solare ben riscaldato. Gli insetti infreddoliti lo sanno bene e ne approfittano spesso, soffermandosi a lungo sul fiore. Il camedrio resiste però anche bene alle basse temperature ed è longevo, può vivere addirittura 100 anni...

Il Salice erbaceo, il più piccolo albero del mondo. © Ely Riva
Il Salice erbaceo, il più piccolo albero del mondo. © Ely Riva

Anche senza faticare troppo tra le pietraie e le morene, incontriamo lungo il sentiero—prima del laghetto del Corno—la graziosa e rara campanula del Moncenisio (campanula cenisia), che fiorisce da luglio a ottobre. Si tratta di una piantina strisciante alta al massimo cinque centimetri, con piccole foglie ovali, e bellissimi fiori celesti con corolla a imbuto. Sembrano stelle appena cadute dal bel cielo blu autunnale.
Non manca in questa valle una delle piante pioniere, il salice erbaceo che con i suoi due centimetri di altezza è il più piccolo albero del mondo. I piccoli tronchi crescono uno vicino all’altro e su ogni albero, tutti gli anni, nascono due o tre foglie arrotondate che formano così incantevoli tappeti verdi. Quando in montagna calpestiamo queste distese di foglie non ci rendiamo conto che stiamo camminando sulle fronde di una grande foresta.

Quel che resta del Ghiacciaio del Corno con sotto il suo lago. © Ely Riva
Quel che resta del Ghiacciaio del Corno con sotto il suo lago. © Ely Riva
Salita in Val Corno dall’Alpe Cruina. © Ely Riva
Salita in Val Corno dall’Alpe Cruina. © Ely Riva

L'itinerario

Dall’Alpe di Cruina (2.028 m) dove si può posteggiare, si segue il sentiero segnalato in bianco e rosso che conduce in poco meno di un’ora alla Capanna Corno-Gries CAS (2.333 m). Dalla Capanna si prosegue lungo il sentiero che conduce al Passo del Corno (2.484 m) dove si ha la possibilità di osservare in azione le famose pale eoliche e nel medesimo tempo sul Ghiacciaio e il lago del Gries.
Tempo: un’ora fino alla Capanna Corno-Gries; un’ora e 30 minuti fino ai laghetti

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