Lui ha visto tante di quelle cose...

ROMA - "Ho viste cose che voi umani non potreste immaginare. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser... e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire".
È la frase cult di 'Blade Runner' scritta e interpretata da Rutger Hauer, settant'anni domani, che nel film di Ridley Scott è Roy "lavoro in pelle" (così nel film vengono chiamati gli androidi) che non vuole morire.
Nato nel 1944 a Breukelen (Olanda), figlio di due attori, Arend e Teunke, Rutger cresce insieme alle sue tre sorelle. Inquieto, a 15 anni si imbarca su un piroscafo mercantile per un anno, seguendo le orme di suo nonno capitano di goletta. Al suo ritorno si iscrive poi a una scuola di arte drammatica, ma sentendosi più poeta passa i giorni a scrivere poesie nei coffee shop di Amsterdam. Viene così espulso dalla scuola e approda nella Marina Olandese.
Una breve esperienza da cui fugge cercando di convincere i suoi superiori di avere problemi di salute mentale. Viene mandato allora in un istituto psichiatrico, presso il quale Rutger resta fino a quando riesce a convincere definitivamente i suoi superiori che la Marina non ha davvero bisogno di lui. Inizia la carriera nel 1969 con la serie tv 'Floris', seguono alcuni film e ancora lavori per il piccolo schermo, ma è appunto 'Blade Runner' (1982) a imporlo all'attenzione del pubblico internazionale. Un altro dei suoi ruoli più interessanti è in "The Hitcher - La lunga strada della paura", film del 1985 di Robert Harmon, in cui interpreta un feroce killer. Due anni dopo trasforma un semplice spot - quello per la birra Guinness - in una sorta di capolavoro dell'arte cinematografica con grande vantaggio per l'industria di birra che incrementa le vendite del 22% in soli tre mesi.
Nel 1988 vince il Golden Globe per il film tv 'Fuga da Sobibor' e l'anno dopo viene premiato come miglior attore al Seattle Film Festival per "La leggenda del Santo Bevitore" di Ermanno Olmi, film vincitore del Leone d'Oro 1988 a Venezia. Nel 1995 le Poste olandesi stampano un francobollo che lo ritrae in uno dei suoi film più famosi, "Fiore di carne" di Paul Verhoeven (1973), per celebrare il centenario della nascita dell'arte cinematografica.
Arrivano poi per l'attore film come "Hemoglobin - Creature Dell'Inferno" (1997) 'Il Richiamo della Forestà (1997), 'Strategia Mortalè (1998), 'Simon Magus' (1999), 'Impulsi Mortalì (2000), 'I Banchieri di Dio - il Caso Calvì (2001) e 'Confessioni di una Mente Pericolosà (2002) in cui alterna con disinvoltura, nonostante un fisico che lo vorrebbe relegato alla sola azione, ruoli da intellettuale, cattivo e romantico.
Alto, massiccio, occhi azzurri di ghiaccio, quasi un archetipo del puro ariano, Hauer si è sposato due volte; dalla prima moglie ha avuto la figlia Aysha (anche lei attrice) mentre dal 1985 si lega in matrimonio con Ineke, scultrice e pittrice.
Tornando alla sua propensione per la poesia, è vero che la famosa frase di 'Blade Runner' è stata trasformata proprio dall'attore olandese e questo su indicazione dello stesso Scott. "Ho tagliato un pò l'inizio della frase del copione: 'Ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginare. Navi in fiamme al largo dei bastioni di Orione. I raggi beta balenare nel buio alle porte di Tannhauser...' e poi ho improvvisato la frase: 'Tutti questi momenti andranno perduti come lacrime nella pioggià. Era così toccante - spiegò allora l'attore - che anche quelli che stavano filmando la scena furono commossi".
Tra i suoi ultimi lavori, nel 2009 è Federico Barbarossa in 'Barbarossà di Renzo Martinelli; ne 'Il villaggio di cartonè di Ermanno Olmi (che l'aveva già diretto ne 'La leggenda del Santo Bevitorè) interpreta il ruolo di un massiccio sagrestano; nel documentario 'I colori della passionè di Lech Majewski, adattamento dell'omonimo libro del critico d'arte Michael Francis Gibson, interpreta il pittore Pieter Bruegel il Vecchio; in 'Dracula 3D' (2012) di Dario Argento è invece Van Helsing. Infine, ne 'Il futurò della regista cilena Alicia Scherson veste i panni di un ex solitario divo dei Peplum divenuto cieco. Attualmente l'attore è a Roma, impegnato nelle riprese di 'Sights of Death', film prodotto dalla Ambi Pictures di Andrea Iervolino e Monika Bacardi.
Del suo lavoro dice: "Bravo e cattivo ragazzo, eroe o antieroe; non mi importa ciò che interpreto, ogni ruolo ha qualcosa di magico".