Le auto che hanno fatto la storia

Massif, un fuoristrada autentico e sfortunato

Era un robusto "gippone" dell'Iveco, assemblato in Spagna e disegnato da Giorgetto Giugiaro, la sua produzione fu interrotta nel 2011
24.02.2023 14:00

L’arrivo sul mercato di veicoli fuoristrada che volutamente si staccano dall’inflazione di SUV e crossover, come è il caso dell’INEOS Grenadier britannico, permette di dedicare l’attenzione all’ultimo, vero 4x4 “puro” prodotto in Italia, ossia l’Iveco Massif.

Erede di una “dinastia” che affonda le radici all’immediato secondo dopoguerra, che coincise con il debutto di vetture come l’Alfa Romeo Matta e la ben più conosciuta Fiat Campagnola – di cui se ne svilupparono due generazioni, molto apprezzate dai clienti – il Massif era un robusto “gippone”, disponibile nelle varianti station-wagon 3 o 5 porte, autotelaio cabinato o pick-up 2 porte. Era mosso da un generoso 4 cilindri-16 valvole turbodiesel SOFIM di 3,0 litri, proposto in due varianti di potenza: con turbina a geometria fissa i CV erano 146 e la coppia si fissava a 340 Nm, mentre adottando una turbina a geometria variabile guadagnava ben 30 CV e 50 Nm in più. Per quest’ultima variante si evocava una velocità massima di 176 km/h, un consumo medio di 11,1  l/100 km, mentre le emissioni di anidride carbonica erano di 294 g/km in ciclo combinato; viaggiando con la sola trazione posteriore, in condizioni ottimali, la percorrenza aumentava del 10% circa.

Il Massif dell’Iveco fu legato a doppio filo con l’iberica Santana Motor, che si era già fatta un nome nel settore dei fuoristrada assemblando su licenza varianti affinate del Land Rover 109 e di alcuni modelli Suzuki. Esteticamente vantava un “padre” nobile, ossia Giorgetto Giugiaro, a capo dell’Italdesign. In buona sostanza questo modello si ispirava profondamente alle versioni aggiornate da Santana della 109. Il frontale era contraddistinto dalla grande calandra a U mentre la fanalieria circolare stava “appoggiata” sopra il fascione paracolpi in plastica grezza non verniciata e lungo la fiancata erano previste imbottiture in plastica (sempre non verniciata) che correvano dai passaruota alla coda, cingendo la parte inferiore delle portiere. Sulle station-wagon era di serie la ruota di scorta “appesa” al portellone, mentre i pick-up potevano adottare rifiniture in plastica grezza attorno ai fanali o la griglia protettiva in metallo.

All’interno spiccavano la plancia in plastica di qualità non straordinaria, ma con assemblaggi curati e precisi. Il suo look era molto essenziale e senza fronzoli e poteva proporre al centro un’autoradio o lo schermo del navigatore satellitare opzionale. Più in basso trovavano posto i comandi del climatizzatore manuale, mentre la strumentazione derivava dai veicoli commerciali di Iveco. Dal Fiat Ducato, invece, ereditava le bocchette d’aerazione circolari.

Essenzialità era la parola d’ordine di questo veicolo, per il quale era previsto un solo allestimento piuttosto limitato nel quale figuravano, ad esempio, il differenziale posteriore bloccabile e il divano posteriore sdoppiato. In opzione erano offerti gli alzavetri elettrici anteriori e posteriori, la chiusura centralizzata, il gancio di traino, la radio con CD e lettore MP3, il climatizzatore manuale, il volante in pelle, il tergilunotto, la protezione per la ruota di scorta, gli interni in pelle, il verricello, la protezione sottoscocca per la coppa dell’olio e altri accessori.

Prodotto nello stabilimento Santana Motor di Linares, in Spagna, era commercializzato in tutta Europa ed era assemblato in circa 4'500 esemplari all’anno. Il Massif nella versione autotelaio cabinato con pianale posteriore libero poteva essere trasformato in un’ampia varietà di veicoli: ambulanza, autopattuglia, pick-up maggiorato, spazzaneve, carro attrezzi. 

Montato su un robusto telaio a traverse e longheroni in acciaio, questo fuoristrada Iveco fu pure e brevemente realizzato in una variante meno estrema, denominata “Campagnola”. Si trattava di una versione che però ebbe poca fortuna poiché, come nel caso del più diffuso Massif, ebbe la produzione interrotta definitivamente dal fallimento di Santana Motors all’inizio del 2011.

La scheda (Iveco Massif 3.0 HPI Station-Wagon 5 porte, 2008)

Cilindrata: 2'998 cc
Potenza e coppia: 146 CV, 350 Nm
Velocità massima: 148 km/h
Consumo medio: 10,5 l/100 km
Emissioni: 276 g/km
Massa in ordine di marcia: 2'140 kg

Dati da: www.auto-motor-und-sport.de