In sella alla Harley-Davidson Low-Rider S

«Guidi una Kawasaki? Quale?» potrebbe essere una domanda comune tra motociclisti. Se invece il discorso riguarda il marchio Harley-Davidson, la seconda domanda è rara. Questo sembra dire tutto. Vero però è l’esatto contrario.
Certo, ci sono «solo» cinque motori, ma la varietà di modelli non ha eguali. Ci sono tre dozzine di motociclette diverse. E differiscono notevolmente, anche con lo stesso motore. Un esempio è la serie Softail, che spazia dal purista chopper vecchio stile al tourer sportivo e al roadster con grassi pneumatici. Non è facile tenere il conto. Questo non è dovuto solo alla confusione dei codici di tipo interno come FLSB, FXFB, FXDRS, FLFBS, FLRTK, FLHTK o FLHXES. Anche i nomi dei modelli spesso suonano simili. Sono lo Street Bob e Street Rod, Fat Bob e Fat Boy o Street Glide e Sport Glide (per lo più non hanno quasi nulla a che fare l’una con l’altra). Ma, naturalmente, c’è anche un po’ di ordine fra i modelli che arrivano da Milwaukee. Per esempio, gli undici modelli riuniti sotto il nome Softail - due con motorizzazione diversa - hanno in comune un telaio rigido con sospensione centrale nascosta - da cui il nome - in grado di soddisfare tutti i gusti.
La novità Softail di quest’anno è la Low Rider S
Nell’ormai classico stile West Coast, con manubrio drag bar in stile moto da corsa, la Low Rider S è costruita su un telaio arricchito da sospensioni di qualità superiore, ottimizzate per una guida aggressiva, alimentata dall’implacabile potenza di un muscoloso motore Milwaukee-Eight 114, con spunti stilistici ispirati alla tradizione Harley. Un angolo di sterzata ridotto di due gradi rispetto al modello base e il piccolo cupolino fanno parte della declinazione «S»(port). Facile da guidare, sterza giocosamente sulla stretta ruota anteriore da 19 pollici, gratificante in piega e in ripresa grazie alla pachidermica coppia utile già a tremila giri. Un po’ meno in frenata. Il manubrio piatto non è di così grande “alzata” come sulla Street Bob, ma questa monoposto dalla sella bassa ha pedane in posizione centrale che richiedono anche una certa disponibilità a compromessi in termini di ergonomia. Le pedane alte e posizionate più in avanti permettono pieghe da sogno, ma meritano attenzione al momento dell’acquisto. A seconda della propria statura, ci si deve piegare in avanti nel vero senso della parola. Se desiderato, è disponibile un sedile per passeggero/a. Display minimalista, sarà al passo con i tempi, ma per leggere tachimetro e contagiri bisogna con lo sguardo scendere al serbatoio, e si sarebbe potuto montare dietro la maschera del fanale. Fra l’altro, così neanche tanto bella, forse si è voluto lasciare uno spazio ideale per il fissaggio di uno smartphone che in quella posizione fungerebbe anche da navigatore. La strumentazione è composta da: Tachimetro analogico, 4” digitale, contachilometri, livello carburante, orologio, trip, autonomia. Luci e spie: Abbaglianti, frecce, folle, bassa pressione olio, diagnostica motore, ABS, sicurezza, tensione batteria, riserva.

La scheda della Harley-Davidson Low Rider S
Motore: Milwaukee-Eight 114: 45 gradi V2, 1868 cc, raffreddato ad aria/liquido
Potenza: 93 CV a 5020 giri/minuto
Coppia max: 155 Nm a 3000 giri/minuto
Freni: Anteriore a 4 pistoncini, fissa; e posteriore a 2 pistoncini flottante
Alimentazione: Iniezione elettronica sequenziale
Velocità massima: 190 km/h
Cambio: sei marce
Scarico: 2-in-2 shotgun, catalizzatore nella marmitta
Capacità del serbatoio: 18,9 litri
Altezza della sella: 690 mm
Peso: 308 kg (pronta all’uso)
Consumo standard: 5,6 l/100 km
Emissioni di CO2: 129 g/km
Pneumatici: 110/90B19 62H BW (ant.), 180/70B16 77H BW (post.)
Prezzo: da 21’480 franchi