Le auto che hanno fatto la storia

La Opel Manta compie cinquant’anni

Popolare perché offerta a prezzi accessibili, questa vettura è un’icona del marchio tedesco
23.06.2020 10:00

L’Opel Manta è una delle vetture iconiche del marchio tedesco. Molto affermata anche in Svizzera e in Ticino, pure grazie ai successi sportivi (a livello svizzero trionfò con Werner Noser al Rally di Lugano 1987 e fu protagonista anche del Mondiale e dell’Europeo rally con piloti del calibro di Rauno Aaltonen, secondo al “Safari” 1984, Henri Toivonen e Dario Cerrato), il coupé 2+2 debuttò esattamente cinquant’anni fa con la prima serie.
Realizzato sulla stessa piattaforma della berlina Ascona – già all’epoca Opel usava un pianale per più modelli – la Manta ha affrontato negli anni avversarie temibili come Lancia Fulvia Coupé, Ford Capri e Renault Fuego, sempre dimostrandosi decisamente accattivante.
Vettura sportiva con un tocco d’eleganza, spaziosa (per un coupé) e robusta, la Manta si presentava come una vettura “amica” anche della famiglia, considerato che il bagagliaio era di 500 litri, valore ottimo per l’epoca. Questa Opel dunque era in grado di coniugare la guida vivace, un aspetto piacevole, un abitacolo confortevole e il momento favorevole a questo tipo di vetture, capaci di offrire pure buone prestazioni senza intaccare assolutamente il comfort.
Proposta inizialmente con gli stessi motori di 1,6 e 1,9 litri dell’Ascona “A”, in seguito ricevette pure un 1,2 litri (60 CV), mentre nel ‘72 la gamma si ampliò con la Manta Berlinetta e, due anni dopo, con l’amatissima GT/E, spinta dal “millenove” dotato d’iniezione elettronica Bosch erogante 105 CV.

Popolare poiché offerta anche a prezzi accessibili, la Manta vide arrivare la sua seconda serie a metà anni Settanta, riconoscibile esternamente per la linea totalmente rinnovata e ben più spigolosa e contraddistinta dalla fanaleria anteriore rettangolare. Tra i propulsori debuttava sulla GT/E un “duemila” a iniezione da 110 CV, ereditato poi dalla GSi.
Fu sulla base di quest’ultima che Opel realizzò la famosa, ammirata e desiderata versione “400” pronta per gareggiare nei rally, il cui 4 cilindri bialbero di 2,4 litri nella variante stradale vantava 144 CV. E con la seconda generazione debuttarono numerosi modelli speciali con dotazioni arricchite e prezzi contenuti. E se Karmann realizzò pure una Manta cabrio senza fortuna, l’olandese Nic Heyden montò il 6 cilindri dell’Opel Commodore a caccia di più potenza: i 142 CV di questa versione costavano circa 20’000 marchi extra, assicurandosi così la Manta “2800 TE” che toccava i 206 km/h e accelerava in 7,8 secondi da 0 a 100 km/h. In tutto ne furono costruiti 79 esemplari.
Va pure detto che all’epoca il coupé tedesco varcò persino l’Atlantico, essendo stato venduto con un discreto successo anche negli Stati Uniti, come avvenne pure per Opel GT e Ascona. Complessivamente la prima serie dell’Opel Manta fu prodotta in 498’553 esemplari fino al ’75, mentre la “B” fu assemblata in 742’389 unità fino al 1988, meritandosi una carriera durata ben diciotto anni prima che il suo ruolo cardine nella gamma Opel finisse alla Calibra.

La scheda della Opel Manta GSi (1988)

Cilindrata: 1'979 cc
Potenza e coppia: 110 CV, 162 Nm
Massa in ordine di marcia: 1’150 kg
Velocità massima: 192 km/h
Accelerazione: 0-100 km/h in 10”
Consumo misto: 11,4 l/100 km

Dati e prestazioni da Quattroruote.it