Wagoneer, l’antenato dei SUV di lusso

La Jeep negli ultimi anni è tornata a diversificare e ampliare la sua gamma di prodotti. Una conferma ulteriore è data dal ritorno sui mercati della storica, grande SUV Wagoneer e del suo alter ego ancor più sontuoso Grand Wagoneer, che debutteranno negli Stati Uniti già a breve.
Il Wagoneer è d’altronde una pietra miliare nella storia degli “sport utility vehicle” tanto in voga ovunque in Occidente, considerato che questo modello, che debuttò nel 1962, con la prima generazione si rivelò il primo a proporre le quattro ruote motrici accoppiate ad una trasmissione automatica – ovvero quel che adesso, quasi cinquant’anni dopo – è praticamente la regola per gran parte dei “gipponi” commercializzati.
Stiamo perciò parlando del primo SUV “moderno”, capace di unire un aspetto elegante, interni spaziosi, lussuosi e luminosi, una dotazione di accessori notevole e peculiarità tecniche di prim’ordine come le sospensioni anteriori a ruote indipendenti (in opzione), oltre al primo sistema di trazione integrale automatico denominato Quadra-Trac, che esordì nel 1973.
Il Grand Wagoneer ha debuttato nel 1984 e dal canto suo ha segnato l'inizio dei SUV di categoria superiore e dotazioni “da limousine”, offrendo agli acquirenti una combinazione incredibile di dotazioni di serie, come i rivestimenti in pelle, l’aria condizionata, la radio stereo AM/FM con giracassette, un isolamento acustico aggiuntivo e le fiancate con pannelli esterni caratterizzati da venature in look legno. Considerati a lungo «il gold standard nel mercato dei SUV», i Wagoneer e Grand Wagoneer adottavano anche motori generosi come un V8 da 5,9 litri e offrivano la capacità di traino più elevata per il loro segmento.
I primi modelli montavano un 6 cilindri di 3,8 litri monoalbero a camme da 142 CV, che si dimostrava piuttosto efficiente e parco nei consumi per la sua epoca. Il Wagoneer iniziale era disponibile anche con la sola trazione posteriore e con un cambio manuale in alternativa alla trasmissione automatica (entrambi a 3 marce). Nel ’64 ha debuttato l’aria condizionata mentre il propulsore è stato rivisto per rimediare a noie di surriscaldamento ed eroga 135 CV. Massiccio e imponente, questo modello offriva livelli di sicurezza crescenti, tanto che nel ’65 offriva già le cinture di sicurezza anteriori e posteriori, l’impianto frenante sdoppiato, il cruscotto imbottito e un parabrezza a elevata resistenza.
Nello stesso periodo sono stati lanciati motori più potenti come il V8 di 5,4 litri da 253 CV e il 6 cilindri in linea di 3,8 litri che sostituirà l’unità iniziale. L’anno dopo arriva il Super Wagoneer, il cui carattere dinamico è legato al motore più potente (270 CV) e ad accessori di lusso come autoradio, volante regolabile, portellone posteriore apribile a distanza, servosterzo e luci di cortesia nel padiglione.
Risale a quell’epoca la sparizione dei Wagoneer a trazione posteriore e poco dopo, delle varianti 2 porte, mentre le sospensioni anteriori e posteriori adottano balestre e assale rigido. Debutta, sempre a fine decennio, il motore Buick di 5,7 litri da 233 CV, meno potente ma ben più elastico del precedente V8 di derivazione AMC, ma uscirà dai listini già nel ’71.
Proprio AMC a inizio anni ’70 acquisirà l’allora “Kaiser Jeep Corporation”, migliorando doti tecniche degli stabilimenti, affinando l’efficienza e riducendo i costi, unificando motorizzazioni e altri elementi. I tagli riguardano pure i Wagoneer di quel periodo, che infatti hanno la griglia anteriore in metallo sostituita da una plastica. L’AMC però offrirà loro un V8 tutto nuovo, prima da 5,9 litri e poi da ben 6,6 litri.
Tali novità su questo modello, che si è venduto bene anche in Svizzera e di cui ne esistono ancora svariati esemplari, saranno seguite dall’adozione della trazione integrale permanente Quadra-Trac, che permette di avere le 4x4 senza lo “stress” d’inserirle manualmente o di pensare a differenziali, bloccaggi e quant’altro. Dal ’74 tutti i SUV Wagoneer adotteranno i freni a disco anteriori.
Visto il buon successo commerciale, AMC posizionerà il Wagoneer più in alto sul mercato al fine di renderlo ancor più esclusivo e raffinato. Hanno debuttato così dal ’78 le versioni Limited, con prezzi non distanti da una Cadillac, ma ai clienti piacciono e se ne venderanno a decine di migliaia in quegli anni. Con gli anni ’80 sono spariti i 6 cilindri che ormai erano di 4,2 litri e ha debuttato invece una versione ancor più scenografica, denominata Grand Wagoneer, che proporrà un equipaggiamento ulteriormente arricchito. Il design di tutte le varianti sta però ricordando ancora quello del modello originale del 1962 e perciò sarà oggetto di affinamenti estetici (nuove griglie frontali, cerchi diversi) e tecnici (tra cui il differenziale a slittamento limitato Trac-Lok), oltre all’adozione di nuovi propulsori.
A fine anni ’80 Chrysler è diventata però padrona di AMC, lasciando inalterati i Wagoneer e Grand Wagoneer, che monteranno motori a carburatore anziché le unità V8 Chrysler già a iniezione. Ma da fine decennio è iniziato il declino del modello, che non durerà a lungo. L’autentico Grand Wagoneer uscirà di produzione nel ’91 mentre l’ultimo Jeep Grand Wagoneer, nato sulla base del Grand Cherokee di allora, sparirà nel ’94, forte di un V8 di 5,2 litri e delle tipiche fiancate con applicazioni in finto legno.
Ora Stellantis rilancia questi modelli, al punto da creare una sorta di marchio a sé stante. Infatti, tale denominazione caratterizzerà una nuova gamma di modelli d’alto livello che non porteranno il marchio Jeep e marcheranno il ritorno dell’azienda nel settore dei maxi-SUV come il Cadillac Escalade o il Ford Navigator.

La scheda: Jeep Wagoneer SJ-Series (1963)
Motore: 6 cilindri in linea
Cilindrata: 3'778 cc
Potenza e coppia: 142 CV e 285 Nm
Velocità massima: 143 km/h
Accelerazione: da 0 a100 km/h in 15”
Peso in ordine di marcia: 1'692 kg