Moda

Brutti e futili: i Labubu invadono anche il mercato svizzero

I pupazzi dal sorriso «malefico» di Pop Mart sono diventati virali, con prezzi che sfiorano i 700 euro e file chilometriche davanti ai negozi
© Reuters
29.05.2025 06:00

Vi ricordate i braccialetti Scooby Doo, i ciondoli «ciucci» e i più recenti Sonny Angel? I Labubu sono soltanto un’altra mania del momento. Creati come semplice accessorio per decorare e abbellire borse e zaini, sono ora indispensabili, considerati da molti come un simbolo di appartenenza ed espressione individuale.  

Questi «animaletti» innocui sono diventati delle vere e proprie star, creando una domanda globale altissima con clienti disposti ad attendere fino a sette ore all’entrata dei negozi per poi rientrare a casa a mani vuote. Da tempo hanno fatto la loro comparsa anche in Svizzera, ha spiegato di recente  Paul Du Duc – titolare della Paulus Shop a Losanna – a 20 Minutes, affermando che le forniture vanno a ruba. La loro ascesa è dovuta principalmente a un post di Lisa, membro della girl band sudcoreana Blackpink, che in un’intervista a Vanity Fair ha ammesso di esserne completamente ossessionata. Sono molte, infatti, le celebrità andate «alla caccia» dei Labubu, da Rihanna a Emma Roberts passando per Dua Lipa.

Kevin Zhang, responsabile delle partnership strategiche di Pop Mart International, ha dichiarato che inizialmente il post della cantante sudcoreana «si è trasformato in un meme online, seguito da una frenesia di acquisti in Thailandia… Questa tendenza ha poi iniziato a espandersi nella regione del Sud-Est asiatico, fino a diventare virale e raggiungere anche l’Occidente».

D'accordo, ma come sono fatti di preciso questi Labubu? Assomigliano a degli elfi, con orecchie a punta, denti aguzzi e un sorriso «sornione», ma non fatevi ingannare dal loro aspetto malizioso, hanno in realtà un carattere buono al 100%, semmai un po’ «furbetto» e maldestro. Sono caratterizzati da un design immaginario che unisce il fiabesco europeo, come elfi e gnomi, e il kawaii («carino») giapponese.

Creati nel 2015 dall’artista e disegnatore Kasing Lung, come personaggio secondario nella serie di favole per bambini The Monsters, sono poi stati acquistati dal colosso cinese Pop Mart nel 2019, che ha iniziato a produrne una versione fisica e collezionabile. Venduti in scatole tutte uguali, sono diventati in poco tempo il nuovo «capriccio» di adulti e bambini che sono alla ricerca dell’ultimo esemplare. Una strategia di vendita efficace che fa leva sull’effetto sorpresa e la nostalgia degli anni Duemila, quando le carte Pokemon erano la tendenza del momento.  

Lung – nato a Hong Kong nel 1972 e trasferitosi in Belgio con la famiglia quando ancora era bambino – ha raccontato che l’influenza di due culture diverse e l’assenza di videogiochi o computer lo hanno portato a «disegnare bambole con la penna». Di più, coltivava l’idea di dipingere favole fin da quando era bambino.

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