Il reportage

Quei dandy belli come il sole

Arezzo si è trasformata nella capitale dei maestri dell'eleganza – Siamo andati a scoprire di che cosa si tratta
Valentino Odorico
27.05.2023 15:32

«Qua la mano e… diamoci del dandy!». Il tradizionale motto che accompagna i DandyDays di Arezzo, sin dalla prima edizione, ha chiuso anche quest’anno l’appuntamento dedicato ai maestri dell’eleganza. L’evento si è svolto in questo mese maggio, in concomitanza con la Fiera Antiquaria, nella bellissima città toscana. Oltre cinquanta dandy provenienti da tutta Europa – presenti, tra gli altri, oltre a Stefano Agnoloni, Niccolò Cesari, Andrea Raffaelli, Damiano Landi, anche i francesi Thierry Mouele, Lino Ngando e Caramel Snow – hanno animato e vissuto con attenzione il ricco programma 2023: la mostra dedicata alla Giostra del Saracino, le visite al museo archeologico nazionale e al Museo dell’Oro, la tavola rotonda moderata dallo scrittore Francesco Maria Rossi dal titolo Anche i dandy mangiano fagioli, la presentazione del libro Bon ton a quattro zampe. Manuale di Pet Etiquette scritto da Elisa Volta. Inoltre, si è svolta la cena di gala privata a scopo benefico nel giardino di Casa Thevenin alla quale hanno partecipato più di 250 persone.

Solidarietà, bellezza ed eleganza

«Solidarietà, bellezza e eleganza: ancora una volta i DandyDays e la Fiera Antiquaria hanno dimostrato di essere un binomio vincente» ha commentato Simone Chierici, presidente della Fondazione Arezzo Intour e assessore al turismo del Comune di Arezzo. E ancora: «Oltre al piacere di ospitare un evento che arricchisce la nostra manifestazione, il raduno dei dandy ha offerto alla città tutta l’occasione di porre l’attenzione su una delle sue più storiche istituzioni, Casa Thevenin, a cui i DandyDays hanno dedicato una raccolta fondi. Un motivo in più per ospitare questo appuntamento ad Arezzo».

«L’edizione di quest’anno è stata speciale in quanto è stata baciata dal tempo e dalle tante collaterali che hanno animato questa due giorni» ha sottolineato dal canto suo Sandro Sarri, presidente di Casa Thevenin. «Un immenso grazie va anche agli sponsor istituzionali e privati che hanno permesso un salto di qualità notevole. E infine un profondo ringraziamento ai nostri splendidi dandy, numerosissimi e soprattutto vicini a Casa Thevenin».

«I settimi DandyDays si sono conclusi con una crescita in termini di partecipazione» hanno spiegato Alessio Ginestrini e Stefania Severi, titolari de Impero Progressivo barber shop & hair therapy nonché ideatori e organizzatori dell’evento. «Arte, cultura e natura sono nel DNA della città e grazie agli eventi che hanno impreziosito la due giorni, quindi la Fiera Antiquaria, Elegance Bicycles, Petit déjeuner sur l’herbe e la vetrina delle auto d’epoca, giusto per citarne solo alcuni, siamo saliti al settimo cielo. Più di cinquanta fra dandy, gentleman e dandy lady sono arrivati ad Arezzo e hanno contribuito alla causa solidale per la Fondazione Thevenin di Arezzo. Sicuramente, molte idee non sarebbero sbocciate se non ci fossero stati tanti brand e sponsor a sostenerci: tutti hanno collaborato al progetto e sono diventati protagonisti all’interno dell’Atrio d’Onore del Palazzo della Provincia. Le loro mani creative hanno incantato turisti e stranieri. Vogliamo inoltre ringraziare di cuore tutto il team che ha contribuito alla realizzazione dell’evento. Arezzo, con la sua storia, conferma ancora una volta un legame profondo e irrinunciabile con i dandy e quindi possiamo già annunciare che la prossima edizione, l’ottava, si terrà a giugno del 2024».

Ma chi è un dandy?

Ma chi è un dandy? Fondamentalmente, è qualcuno che promuove eleganza ed equilibrio estetico, ricerca il bello e le belle maniere, vuole salvare il mondo dalle brutture e dallo scempio: egli fa del vestire e dell’apparire – il suo outfit – un modo di essere e relazionarsi con gli altri e la società, un modo di affrontare anche problemi seri e molto attuali. Perché chi cercherà la bellezza, la troverà.

La tavola rotonda 2023 ha affrontato proprio temi legati alla contemporaneità: sostenibilità ambientale, dandy green fra consumismo e decrescita felice, virtualità e materia. Ma quest’anno l’obiettivo è stato davvero quello di andare alla sorgente della vita e parlare del cibo, di alimentazione, di salute nel piatto e tutela del territorio. Se è vero che l’uomo è ciò che mangia, allora ognuno – dandy o non dandy, utopista o benpensante – ha l’obbligo morale di nutrirsi bene e permettere anche agli altri di farlo, fra libertà personale e appartenenza collettiva.

I DandyDays si sono proposti ancora una volta di stimolare una riflessione collettiva e cioè che su tutti questi temi fondamentali il dandismo contemporaneo abbia da dire (e da fare) qualcosa di importante, con grande senso di responsabilità e consapevolezza. Se è vero che l'odierna società di massa ha negato la naturalezza e la spontaneità, frammentando la realtà in mille rivoli, se è vero che il consumo ha vinto sulla politica e sulla religione, pervadendo anche le aree più intime del genere umano, allora il dandy, nella sua continua ricerca di unità attraverso mezzi etici ed estetici, nel suo individualismo colmo di senso della responsabilità personale, nella sua ricerca utopistica di eleganza e sincerità stilistica a 360 gradi, può davvero dare un contributo per salvare la bellezza del mondo, ovvero l'essenza stessa della nostra vita e il senso di giustizia, equità e libertà secondo il motto: «Mangiare bene, mangiare tutti».