Mutismo selettivo da non sottovalutare

Osservare i comportamenti dei bambini è fondamentale: ci sono piccoli che a casa sono vivaci e pieni di vita, mentre a scuola o di fronte a estranei diventano estremamente timidi e riservati. Questo atteggiamento rappresenta un campanello d’allarme circa la presenza di un vero e proprio disturbo. Si rivela quindi importante saper distinguere tra timidezza e mutismo selettivo, senza dimenticare la componente della personalità: ci sono bambini più estroversi, altri più chiusi, ma ciò rientra nella normalità. Succede, però, che alcuni bambini, fuori dal contesto domestico e di fronte a sconosciuti, si rifiutino di parlare nonostante siano pienamente in grado di comunicare. Come capire se è soltanto timidezza o un sintomo del mutismo selettivo?
Prima di tutto, bisogna sottolineare che la timidezza non è una malattia; è un tratto caratteriale che si manifesta con la tendenza all’introversione soprattutto durante le prime interazioni, e tende a scomparire nel momento in cui la persona acquisisce più sicurezza. Il mutismo selettivo, invece, è considerato un disturbo d’ansia, che appare di solito durante l’infanzia o l’adolescenza. Non è una condizione molto diffusa: si stima che ne soffra solo tra lo 0,9% e il 2,2% dei bambini. La principale manifestazione è l’incapacità di parlare in determinate situazioni sociali, fuori dall’ambiente domestico, percepite come minacciose; il soggetto, temendo di essere giudicato o criticato, resta in silenzio, generalmente inespressivo e con lo sguardo basso.
Come distinguere, quindi, la timidezza dal mutismo selettivo? Mentre la persona timida, nonostante l’imbarazzo, riesce a parlare se necessario, nel mutismo selettivo la parola è inibita e la persona non è in grado di esprimersi. Inoltre, la timidezza tende a sparire con il tempo, al contrario il disagio e l’ansia restano condizioni permanenti. Il mutismo selettivo ha un forte impatto sulla vita quotidiana: la scuola, le relazioni sociali e personali rischiano di essere gravemente danneggiate dall’incapacità di interagire. Il mutismo selettivo, accompagnato da una significativa sofferenza emotiva del bambino, richiede un approccio completo e approfondito. È importante non sottovalutare l’impatto di questo disturbo o confonderlo con la comune timidezza. Per una diagnosi chiara e precoce, è fondamentale chiedere sempre il parere di un professionista, in grado di stabilire la terapia migliore e il percorso da seguire più indicato in base ai bisogni del paziente e al suo vissuto personale.