Combattere i rischi del narrow framing

Dopo aver analizzato i conti mentali e la loro utilità, la promessa era di scoprire altri modi grazie ai quali aiutare il risparmiatore ad investire. Sempre consapevoli che si tratta di un ambito in cui egli agisce spinto da bias comportamentali (inclinazioni naturali) [1], cioè di fatto come attore non razionale secondo la teoria classica. In primo luogo è pertanto utile partire proprio dall’osservazione del comportamento dell’investitore che è caratterizzato dal cosiddetto narrow framing, letteralmente «cornice stretta». Essa descrive l’attitudine a concentrare l’attenzione su un visuale limitata, in termini di analisi ed osservazione, sia da un punto di vista temporale che spaziale. Ciò rappresenta un forte limite, perché impedendo una visuale più ampia, relega le decisioni di investimento ad una logica di breve periodo.
Con quale risultato? Facciamo un esempio. Nel mese di marzo dello scorso anno i listini azionari sono crollati, a causa dello shock causato dalla pandemia: parliamo di perdite nell’ordine di 25-30% per i principali indici globali, il tutto in circa venti sedute borsistiche. Di fronte a un tale movimento il narrow framing porta l’investitore a concentrarsi sulle notizie negative del momento, senza allargare la visuale, alzando lo sguardo, alle potenziali opportunità legate al crollo dei listini. Egli rimane pertanto immobilizzato dalla paura, impossibilitato ad assumere alcuna decisione. Non solo il suo sguardo, ma la sua mente e le sue emozioni si concentrano esclusivamente sul momento e sull’escalation di notizie negative che paiono non finire mai. Arriva però un momento in cui esse fortunatamente finiscono, lasciando spazio a notizie maggiormente rassicuranti. Nel caso specifico legate alla scoperta del vaccino e agli enormi stimoli monetari e fiscali varati dalle Istituzioni pubbliche per far fronte alla pandemia. Il risultato? Nel frattempo i listini non solo hanno recuperato tutte le perdite patite nel mese di marzo 2020, ma la maggior parte di loro ha ampiamente superato il livello precedente allo shock Covid-19. Ma l’investitore, bloccato dal narrow framing, ha perso tutte le opportunità lungo il cammino.
Un altro modo che gli americani usano per descrivere questa situazione è l’acronimo WYSIATI (What You See Is All There Is, letteramente «Quello che vedi è tutto quello che c’è»). Gli effetti del WYSIATI sono chiaramente negativi, in quanto l’investitore si trova tipicamente ad acquistare quando i mercati sono già risaliti e non farlo quando essi sono già scesi (!). Veniamo alla parte più difficile. Come combattere questo bias? La consapevolezza della sua esistenza è un elemento essenziale, in quanto induce a prendere delle misure per contrastarlo. L’obiettivo è aprire lo sguardo ad un orizzonte temporale più ampio, il wider scenario, letteralmente «scenario più ampio». Come fare? Osservando ciò che è già accaduto nella Storia, perché tende a ripetersi pur con modalità e tratti ogni volta nuovi. I rischi sono sempre presenti sui mercati finanziari ma di solito essi rimangono latenti, cioè non trovano una manifestazione nei prezzi degli asset finanziari. Poi la manifestazione di un evento negativo (il fallimento di un grande operatore, così come l’esplosione di una pandemia) li fa emergere, in termini di manifestazione nei prezzi degli asset. A quel punto però essi sono già incorporati nelle valutazioni espresse (in gergo tecnico si dice «i rischi sono già prezzati nei listini») e solo altri nuovi eventi negativi potrebbero giustificare ulteriori crolli. E’ quindi tipicamente il momento corretto di acquistare. La visuale di un wider scenario è possibile grazie all’aiuto dell’analisi storica finanziaria: essa dimostra che negli ultimi ottant’anni le «fasi Orso» [2] (cioè quelle di ribasso delle Borse) hanno avuto una durata media di 13 mesi, presentando costantemente delle occasioni di acquisto, rivelatesi in alcuni casi addirittura ottime (performance a doppia cifra percentuale) solo dopo pochi mesi. Il narrow framing quindi si combatte con l’analisi storica ed un pizzico di coraggio. E’ un percorso, quello dell’investitore, in cui non si finisce mai di imparare come continueremo a scoprire presto su questa rubrica!
QUALE FRUTTA COMPRARE AL MERCATO
Per farvi un esempio, quando andiamo al mercato sapete già che pur avendo a disposizione quasi tutti i tipi di frutta: dalle ciliegie alle pesche, passando per i meloni e le angurie a seconda delle nostre preferenze, scegliamo sempre quelle di stagione. Un bias cognitivo, possiamo dire naturale che ci permette di avere una visione wider. Infatti la frutta di stagione costa meno ed è più gustosa. Se troviamo delle uva fuori stagione che ci tentano con il loro colore, sappiamo già che costeranno di più e saranno meno saporite. Sta a noi scegliere in quale cornice inquadrarle rispetto al nostro bias comportamentale: se vogliamo inquadrarlo in una cornice narrow framing - acquistiamo subito al massimo prezzo- o se lo vediamo in una visione wider - aspettiamo che arrivi la fase Orso quando, come frutta di stagione il prezzo si abbasserà.
VOCABOLARIO TECNICO/FINANZIARIO
[1] BIAS COMPORTAMENTALI - «Errare è umano. Essere consapevoli degli errori più comuni aiuta a prendere decisioni migliori» -Richard Thaler (Premio Nobel Economia 2017). La finanza comportamentale ci spiega che quando prendiamo delle decisioni, anche non finanziarie, siamo molto meno razionali di quanto pensiamo. Siamo sempre orientati da una serie di pregiudizi cognitivi ed emotivi che influenzano il nostro comportamento, portandoci a fare delle scelte non perfette per il risultato che vorremmo ottenere. I BIAS si distinguono in cognitivi ed emozionali. I BIAS COGNITIVI sono modelli di pensiero che organizzano le informazioni che riceviamo seguendo delle personali regole empiriche, o scorciatoie mentali che ci aiutano a decifrare la realtà e prendere delle decisioni, anche scorrette, in modo rapido. Esserne consapevoli significa poter cambiare i nostri comportamenti per prendere delle decisioni corrette. I BIAS EMOZIONALI, più difficili da riconoscere, si identificano nella sfera emotiva, come gli impulsi e l’intuito. Sono dettati dalle paure e desideri. Per questo tenere sotto controllo le emozioni può condurre a risultati migliori.
[2] FASI ORSO - Nella finanza la fase Orso (Bear) rappresenta le fasi di calo dei prezzi e «bearish» si definiscono gli investitori che vogliono trarre profitto dai ribassi. Vengono definiti anche «bearish» i segnali nei grafici tecnici dei prezzi -ma non solo- che indicano un possibile calo.