Sostenibilità

Impact investing: il vero impatto

Gli investimenti ad impatto sono quindi investimenti destinati a generare un impatto sociale e ambientale misurabile e benefico con l’obiettivo di conseguire anche un ritorno finanziario.
Gli investimenti ad impatto sono quindi investimenti destinati a generare un impatto sociale e ambientale misurabile e benefico con l’obiettivo di conseguire anche un ritorno finanziario.
Alberto Stival
22.11.2021 08:27

Nell’insieme degli otto approcci agli investimenti sostenibili presentati in questa rubrica sull’arco di tutto l’anno, l’impact investing rappresenta la variante più spinta, se così possiamo dire, della finanza sostenibile. Se in generale posizioniamo l’universo degli investimenti sostenibili a metà tra la finanza tradizionale (dove ogni decisione viene presa unicamente in base a criteri finanziari ed economici) e la filantropia, con l’impact investing ci ritroviamo più vicini a quest’ultima. Ma se nella filantropia non vi è nessuna pretesa in termini di redditività per chi la esercita, nell’impact l’investitore se l’aspetta, invece.

Investimenti ad impatto sono quindi investimenti destinati a generare un impatto sociale e ambientale misurabile e benefico con l’obiettivo di conseguire anche un ritorno finanziario. Gli investimenti d’impatto possono essere realizzati sia nei mercati emergenti sia in quelli sviluppati e i rendimenti possono essere paragonabili a quelli del mercato o inferiori, a dipendenza che si opti per una strategia cosiddetta «impact first» o «finance first». Tre sono gli elementi che necessitiamo ritrovare in prodotti finanziari ad impatto per poterli considerare tali:
- Intenzionalità: il manager o la società in questione sono genuinamente motivati a creare impatto;
- Misurabilità: la capacità del manager/impresa di misurare e comunicare risultati sociali o ambientali sia quantitativi che qualitativi;
- Management: processi chiari e trasparenti a favore di un impatto concreto (ad es. il grado in cui i risultati raggiunti contribuiscono all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile).

Ad oggi approccio di nicchia, l’impact investing sta riscuotendo un crescente interesse da parte degli investitori, istituzionali ma non solo (il fatto che investimenti a forte impatto siano di regola meno liquidi, quindi più difficili da negoziare, rende questo comparto finanziario ancora poco accessibile ai piccoli investitori privati). Secondo i dati emersi negli studi annuali di Swiss Sustainable Finance sul mercato degli investimenti sostenibili in Svizzera, per due anni di fila questo approccio è risultato essere quello con la crescita maggiore (+ 209% nel 2019 e + 70% nel 2020). I principali temi di investimento a impatto dei gestori patrimoniali sono, sempre secondo lo studio sopracitato, l’acqua, la microfinanza, l’energia e la salute.

Come già indicato, l’obiettivo dichiarato dell’impact investing è provocare un cambiamento positivo nelle condizioni sociali ed ecologiche. La performance si misura in base agli obiettivi sociali o ambientali effettivamente raggiunti e al rendimento per gli investitori. I fornitori di prodotti ad impatto dovrebbero pertanto fornire la prova che c’è un nesso causale tra l’investimento e l’effetto ottenuto. Secondo i ricercatori del Center for Sustainable Finance and Private Wealth dell’Università di Zurigo, autori di una pubblicazione intitolata «Impact Investments: a call for(re)orientation», gli investimenti d’impatto «genuini» possono essere riconosciuti da descrizioni dettagliate e specifiche del prodotto, ma riuscire a misurare l’impatto non è affatto semplice, ed è ancora più difficile quando si lavora sulle diverse asset classes (da investimenti cosiddetti private equity o private debt a società quotate in borsa). Questo evidenzia un problema generale che il settore deve affrontare nel prossimo futuro per rendere l’impatto più tangibile e comparabile per gli investitori finali. Gli indicatori specifici nel dominio della misurazione dell’impatto possono essere, per dare degli esempi: il numero di dipendenti donne e la percentuale di donne beneficiarie di prestiti (che riflettono i fattori di genere); la quantità di energia pulita prodotta e la riduzione delle emissioni di CO₂ misurate (che riflettono la mitigazione del cambiamento climatico); gli ettari di deforestazione evitata, il numero di piccoli agricoltori e la percentuale di rifiuti agricoli riciclati (che riflettono il settore dell’agricoltura sostenibile).

Le metodologie si stanno affinando e, più gli investitori si interesseranno a questo comparto particolarmente profilato della finanza sostenibile, più questo settore riuscirà a crescere e a fare la differenza. Per chi volesse, in conclusione, approfondire ulteriormente il tema segnaliamo l’interessante intervista di Roberto Gianetti sul Corriere del Ticino del 27 maggio scorso all’esperto di impact investing Patrick Elmer: Investire con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo.