L’itinerario

Quel mondo bizzarro della montagna nera

Un grande spettacolo per un’escursione facile e adatta a tutti nell’alta Valle di Blenio, tra caotici ammassi di macigni dalle forme più svariate
Un grande spettacolo per un’escursione facile e adatta a tutti nell’alta Valle di Blenio, tra caotici ammassi di macigni dalle forme più svariate (© Ely Riva)
Ely Riva
10.07.2020 09:07

La Gana Negra, nell’alta Valle di Blenio, è un mondo unico, forse bizzarro ma esteticamente bello. È il risultato di una immane frana che continua a venire giù, verso sud, dal Pizzo del Corvo (3015 m), una montagna nera, una delle tante cime che lungo il confine ticinese tocca e passa i classici 3.000 metri di altezza.
L’escursione è facile per niente impegnativa ma regala un grande spettacolo.
A Campo Blenio si segue la strada asfaltata che sale tra stupendi campi ancora falciati e ben tenuti verso Orsaira, per continuare in un meraviglioso bosco di larici e abeti prima di arrivare all’Alpe Pradasca. Verso 1.700 m di quota la strada si divide e si segue per un centinaio di metri la strada di destra fino al parcheggio vicino alla presa d’acqua delle OFIBLE (1.710 m circa), dove inizia la nostra passeggiata.
Si sale dapprima alla Capanna Bovarina (1.870 m), distante circa 30 minuti da Pradasca, su un bel sentiero ben segnalato. La prima parte della passeggiata si snoda in un bel bosco di resinose. La capanna Bovarina è sempre aperta con il guardiano che è presente da inizio giugno alla fine di ottobre.

Laghetto del Corte di Bovarina (© Ely Riva)
Laghetto del Corte di Bovarina (© Ely Riva)
Laghetto a forma di mezzaluna (© Ely Riva)
Laghetto a forma di mezzaluna (© Ely Riva)

Per la Gana Negra si lascia la capanna per salire verso occidente su comodo sentiero su facili dorsali erbose. Al Corte di Pian Prevat dell’Alpe di Bovarina (2.006 m) per quasi due mesi all’anno pascolano le mucche.
«Il caseificio, dotato di un’ampia cantina interrata, offre una varietà impressionante di prodotti: dal formaggio vaccino, dolce ed aromatico, all’eccezionale yogurt, passando per ricotta e burro, senza dimenticare i formaggini di tipo “büscion” impreziositi da erbe quali la motellina e l’erba cipollina» (Renato Bontognali in «Alpeggi»). Tutti i prodotti sono acquistabili all’alpe.
Poco sopra il corte si trova anche un laghetto dalla forma di una luna al primo quarto circondato da alcuni larici, e si sale fino a giungere a Sasso (2.180 m) dove si incontrano i primi blocchi neri della Gana Negra.

Gana Negra (© Ely Riva)
Gana Negra (© Ely Riva)

«Un caotico ammasso di grandi macigni di scisti grigionesi, mentre tra i massi brilla al sole qualche laghetto dalle rive fiorite» (Carlo Taddei). Caotico ammasso di macigni neri dalle forme più svariate, su cui però spiccano i colori di mille fiori diversi, come se ogni masso fosse un minuscolo giardino. Sullo scuro terreno risaltano i rametti striscianti dei piccoli salici, che sono veri alberi, i più piccoli di tutte le specie di alberi del mondo con tanto di radici, tronco e foglie! Poi risaltano i fiori bianchi del Ranuncolo alpestre e del Camedrio alpino, la corolla azzurra della Genziana, i fiori violetti della Bartsia alpina. Dove i massi caduti dal Pizzo del Corvo sembrano diventati friabili e senza vita ecco un altro capolavoro della natura, gli splendidi cuscinetti celesti di Eritrichio nano, simili a «nontiscordardimè» appiccicati al terreno, magari mescolati con i piccoli fiori gialli delle Drabe.

Le splendide bacche rosse, velenose!, della Dafne rosea (© Ely Riva)
Le splendide bacche rosse, velenose!, della Dafne rosea (© Ely Riva)

Chi sale in questi magnifici posti con bambini o ragazzi deve fare molta attenzione in quanto ci sono anche piante, come la Dafne rosea dai fiori molti profumati che producono splendide bacche rosse che sono molto velenose! Non manca la Stella alpina che porta uno strano nome scientifico: «Leontopodium» ossia «piede di leone». Possiede foglie ricoperte di peluria argentea. I fiori sono formati da brattee vellutate e biancastre riunite a formare una stella. Si pensa sempre che la bella Stella alpina sia esclusiva delle Alpi e simbolo della Svizzera, ma la si trova anche sulle Ande, sugli Appennini, in Cina...
E questi sono solo alcuni dei fiori più appariscenti che crescono in questo nero e disordinato mare di massi.
Nelle giornate piovigginose e nuvolose gli strati rocciosi sono di un nero vivo e brillante, mentre in quelle soleggiate si mostrano alle volte con grigi molto chiari e riflessi argentei...

Gana Negra con laghetti (© Ely Riva)
Gana Negra con laghetti (© Ely Riva)

Il percorso

Da Campo Blenio si segue la stradina asfaltata che sale in Val di Campo passando da Orsaira, e che si snoda in un meraviglioso bosco di larici e abeti prima di arrivare all’Alpe Predasca. Verso 1.700 m di quota la strada si divide e si segue per un centinaio di metri la strada di destra fino al parcheggio vicino alla presa d’acqua delle OFIBLE (1.710 m circa), dove inizia la nostra passeggiata.
Si sale dapprima alla Capanna Bovarina (1.870 m), distante circa 30 minuti da Pradasca, su un bel sentiero ben segnalato. E si continua verso la Gana Negra (2.330 m). Al Passo di Gana Negra (2.434 m) si trova anche un laghetto.
Tempo: 2h

Gana Negra con blocchi che si sfaldano (© Ely Riva)
Gana Negra con blocchi che si sfaldano (© Ely Riva)
In questo articolo: