Snoopy e i Muppets, classici da riscoprire in streaming

«Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire», diceva Italo Calvino nel suo celebre saggio Perché leggere i classici, pubblicato nell’omonima raccolta postuma uscita nel 1991. Estendendo tale definizione - la sesta di quattordici proposte dal grande scrittore - anche alle altre forme d’arte, viene spontaneo pensare a Calvino se si va a spulciare il catalogo di due piattaforme streaming come Apple TV+ e Disney+, quest’ultimo un vero e proprio campionario di classici di vario tipo. Uno in particolare, il franchise dei Muppets, che questo mese aggiunge un tassello prezioso nella forma del mitico Muppet Show, andato in onda tra il 1976 e il 1981 e disponibile in streaming da venerdì 19 febbraio, in versione integrale (la riedizione in DVD fu interrotta dopo la terza stagione, lasciando inedite le ultime due).

Un pezzo imprescindibile di televisione americana, da riscoprire a quasi quarantacinque anni dal debutto, in compagnia di Kermit, Fozzie, Gonzo, Miss Piggy e tutti i loro simpatici amici, senza dimenticare gli ospiti umani del calibro di Steve Martin, Vincent Price ed Elton John. Una formula vincente a base di musica, sketch, parodie e humour a tratti assurdo, che ancora oggi è in grado di conquistare spettatori di tutte le età, come ben ricorderà chi ha visto il film del 2011 che è effettivamente un ritorno alle origini (più recente invece Muppets Now, che ha esordito la scorsa estate su Disney+ e aggiorna la comicità anarchica dei pupazzi creati da Jim Henson all’era digitale, con una cornice narrativa costituita dall’upload dei vari segmenti sulla piattaforma). Come recita la sigla, è ora di (ri)accendere le luci.

Ancora più longevo è l’universo dei Peanuts, nato nel 1950 dalla fantasia di Charles M. Schulz e pubblicato sotto forma di strisce quotidiane e domenicali fino al 13 febbraio 2000, il giorno dopo la scomparsa dell’autore. L’estro filosofico dell’opera fumettistica di Schulz rimane un caposaldo della cultura popolare mondiale, attraverso le ristampe delle strisce e vari adattamenti per grande e piccolo schermo, tra cui un lungometraggio cinematografico uscito nel 2015 e prodotto dall’ora defunto studio Blue Sky, noto soprattutto per L’era glaciale. E sul piccolo schermo, grazie al lavoro dell’animatore e produttore Bill Melendez, il memorabile protagonista Charlie Brown e i suoi amici, piccoli ma tormentati da grandi quesiti, hanno trovato la giusta espansione, in formato breve, dello spirito cartaceo originale.

A quella dimensione si rifà il recente operato di Apple TV+, che oltre ad aver acquisito i diritti di molti degli speciali classici ha anche dato il via alla produzione di due serie inedite, di cui una arrivata da poco sulla piattaforma: The Snoopy Show. Come si può intuire dal titolo, il ruolo principale è affidato al cane di Charlie Brown, già protagonista dell’altro adattamento fatto per la piattaforma Apple, Snoopy in Space. Quest’ultimo era un racconto dall’andamento più apertamente seriale, con l’adorabile beagle che aspirava a diventare un astronauta, mentre The Snoopy Show segue la formula più classica, con brevi storie in ciascun episodio che esplorano le tematiche esistenziali tanto care a Schulz, condite da virate immaginifiche e immancabili notti buie e tempestose. Niente di postmoderno, nessun tentativo di aggiornare l’universo dei personaggi alle sensibilità odierne, come invece ha parzialmente cercato di fare la Disney con i Muppets; da più di sei decenni amiamo quei personaggi proprio perché le loro (dis)avventure quotidiane sono senza tempo, situate in un contesto universale ad altezza bambino (anche nella nuova serie gli adulti sono incomprensibili voci fuori campo), alla portata di tutti, grandi e piccini, fan di vecchia data e neofiti. «Ciò che mi rende felice è guardare il mio cane mentre balla», dice Charlie Brown nel primo episodio. Siamo pienamente d’accordo.