Cicloturismo:il viaggio giusto

Come sempre in questi ultimi mesi dell’anno sono solito fare uno “stacco” dalla bicicletta per dedicarmi ad altre attività e passioni. È l’occasione per sistemare qualche ingranaggio del mezzo preferito, oliare le guarniture, aggiustare i freni, cambiare magari la catena. Ma è anche il momento per ripensare alla stagione, per fare qualche bilancio. Una stagione che per me è stata caratterizzata da diverse belle uscite: anche se i chilometri non sono quelli degli scorsi anni, se getto un occhio al computer di bordo vedo che sono comunque parecchi.
Come sempre l’impressione è quella di avere vissuto intensamente queste esperienze a due ruote. Le immagini e le sensazioni catturate dal sellino della bicicletta rimangono impresse come se fossero inchiostro su carta assorbente. Anzi, sono giunto alla conclusione che per conoscere veramente un posto o una città devo percorrerla in bicicletta. Solo così mi approprio degli spazi, dei profumi, dei suoni, delle luci, solo così e in certi momenti particolari mi è possibile cogliere l’anima di un posto.
Vivendoli dal sellino della bicicletta questi luoghi sono diventati parte di me stesso. Così è stato, nel recente passato, ad esempio per le strade lungo il fiume Rodano e le splendide città, Ginevra, Lione, Avignone, Arles. Così e ugualmente è successo per i laghi della Svizzera e per i luoghi, le montagne e le valli del Ticino.
Ecco, il Ticino: se lo conosco bene è proprio grazie soprattutto alla bicicletta. E devo dire che come territorio è davvero qualcosa di straordinario. Pensate, in poco più di cento chilometri si passa dalle vette sublimi delle Alpi alle dolci rive dei laghi. In quale altro posto succede? Non solo: ogni luogo, ogni valle conserva delle storie interessanti, a volte sorprendenti. Il nostro cantone possiede una ricchezza di particolari perché nel suo paesaggio si possono riconoscere molte trasformazioni tra passato e recente. In qualche caso l’integrazione tra vecchio e nuovo ha prodotto risultati assai deludenti, in altri l’antico e il moderno appaiono invece felicemente e singolarmente commisti, così che l’occhio dell’osservatore ne risulta felicemente appagato, quando non addirittura incuriosito. Quel che è certo è che il Ticino, oltre alla straordinaria varietà paesaggistica, è un libro infinito di storie interessanti, libro che si presta perfettamente per essere scoperto in bicicletta.
È vero, da noi c’è ancora il problema del traffico che non favorisce l’uso delle due ruote e le corsie ciclabili stanno sorgendo piano piano ma siamo piuttosto lontani da una rete davvero sicura. Peccato perché il turismo sportivo sarebbe una bella carta da giocare. Viaggiando spesso fuori cantone mi rendo conto che il numero di turisti che affronta le proprie vacanze in bicicletta è in continuo aumento. Lungo la ciclabile del Rodano, ad esempio, gli amministratori l’hanno capito da tempo che il cicloturista rappresenta una fonte di guadagno superiore a quella dell’automobilista proprio perché incline a fermarsi più spesso e quindi a consumare maggiormente.
Il Ticino ha una solida tradizione nel ciclismo di competizione avendo organizzato ben quattro mondiali. Sarebbe ora bello se l’uso della bicicletta fosse più marcatamente sviluppato in nuove direzioni, restando al passo con i tempi e con le nuove esigenze dell’industria del turismo.