La Verzasca... in bicicletta

Uno degli aspetti più sorprendenti del Ticino è certamente la varietà del suo territorio. Ogni regione si caratterizza per qualcosa di particolare, così come ogni valle ha ciascuna una propria «personalità».
Prendiamo la Valle Verzasca. Cosa la distingue rispetto alle altre valli del cantone? Non la diga, come qualcuno potrebbe pensare, e neppure quel carattere aspro e selvaggio che possiamo in parte ritrovare altrove.
No, la Valle Verzasca è anzitutto il suo fiume, compagno di viaggio fedele anche per il ciclista itinerante che qui ritrova l’armonia e il giusto senso dell’andare. Un fiume che è un gioiello naturalistico e che si offre in tonalità cromatiche diverse secondo l’atmosfera e la stagione: blu intenso o verde smeraldo.
Un verde smeraldo che già fece emettere un grido di meraviglia all’ingegnere e alpinista Philippe Gosset che passò da qui nel 1870 e che lo portò addirittura a dire, categorico, che «chi avrebbe visto le acque della Verzasca non avrebbe più trovato ammirazione per altri torrenti alpini».
Per il ciclista che affronta la Verzasca la parte più difficile è quella iniziale, quello «scalino» di circa 4 km che da Gordola (222 m) porta all’altezza della diga (474 m) e che presenta alcuni strappi violenti, anche con pendenze superiori all’11%.
Superato questo tratto, la salita si fa molto più pedalabile e si trasforma, nei successivi 22 km che conducono al punto di arrivo di Sonogno (918 m), in un lungo falsopiano in salita con addirittura qualche tratto in discesa e soltanto qualche strappetto più impegnativo.
C’è quindi la possibilità di guardarsi attorno e di ammirare il suggestivo scenario che ci offre la natura verzaschese. Scenario che cambia e si manifesta in forme diverse lungo il percorso: c’è quello iniziale, lungo i tornanti che portano alla diga, che si caratterizza in particolare per le belle vedute sul lago Maggiore dalle acque azzurre e scintillanti.
Poi c’è quello ancora diverso che si osserva costeggiando il lago artificiale, dove si incontrano anche alcune gallerie (consigliate, per il ciclista, le luci a intermittenza) fino all’incirca all’altezza di Corippo: un villaggio che è famoso per essere stato per tanti anni il più piccolo comune della Svizzera e che si ammira sull’altro versante dopo circa 10 km, con la sua grande chiesa e il gruppetto di case in pietra che le si stringono attorno.
Infine, la parte più bella, quella dove la valle si presenta in tutta la sua magnificenza con il fiume che torna vivo e rumoreggia a lato della strada mostrando quelle straordinarie pozze d’acqua verde e i giganteschi massi dove i turisti e i bagnanti, come lucertole, si godono il sole. Dal famoso ponte romano di Lavertezzo fino al bellissimo villaggio di Sonogno, con la sua nuova piazza, sono quindi circa 13-14 km di piacevolissima pedalata.
Molti i ristoranti lungo tutto l’itinerario, soprattutto nella seconda metà della salita, dove tra le specialità c’è ovviamente la regina del fiume, ovvero la trota, spesso cucinata in modo prelibato.
All’occhio attento, infine, non potranno sfuggire gli splendidi affreschi dai colori marcati nelle cappelle e su alcune facciate di abitazioni, a testimonianza dell’anima profondamente religiosa di questa valle.
Consigli tecnici
Considerata la difficoltà del primo tratto è consigliabile affrontare la salita con già alcuni chilometri nelle gambe, così che il fisico sia pronto ad affrontare sforzi anche abbastanza intensi nella giusta condizione.
Dati tecnici
» Regione: Locarno
» Partenza: Gordola (222 m)
» Arrivo: Sonogno (918 m)
» Dislivello: 696 m
» Lunghezza: 25,5 km
» Pendenza media: 2,7%
» Pendenza massima: 11-12%