Scherma: uno per tutti e tutti per uno

La scherma è sicuramente uno sport individuale. L’atleta è da solo in pedana, il suo viso è nascosto dalla maschera, non vede le emozioni dell’avversario, non sente l’allenatore e si trova completamente solo a decidere in pochi secondi cosa fare.
Gli sport individuali sviluppano qualità incredibili in uno sportivo:
1. Il risultato dipende interamente dall’atleta ed è generalmente più oggettivo poiché l’atleta impara a fare affidamento su sé stesso e ad assumersi la piena responsabilità dei propri risultati.
2. L’atleta impara a concentrarsi e a trovarsi al centro dell’attenzione mantenendo la calma.
3. L’atleta impara a prendere decisioni da solo, senza farsi influenzare dall’allenatore o dalla squadra.
4. L’atleta impara a trovare dentro di sé i propri punti di forza e a svilupparli.
5. L’atleta impara ad affrontare il fallimento e a gestire il proprio successo.
Tuttavia, la scherma è unica perché, oltre alle gare individuali, esistono anche le gare a squadre. Si verificano spesso situazioni in cui uno schermidore, forte nella classifica individuale, mostri scarsi risultati in una squadra. Viceversa, accade che uno schermidore, meno vincente nelle gare individuali, diventi invece un elemento di squadra insostituibile, che porta punti e ottimi risultati.
Ecco cosa racconta a questo proposito Michele Niggeler, schermidore del club Lugano Scherma, terzo posto nella gara a squadre ai Campionati del Mondo di Budapest nel 2018 e primo posto nella gara a squadre ai Campionati del Mondo di Wuxi. In questo periodo, insieme alla squadra svizzera, Niggeler si sta preparando a partecipare ai Giochi Olimpici di Tokyo. La squadra svizzera di scherma è stata infatti selezionata tra le otto squadre di spada maschile che competeranno alle prossime Olimpiadi.
«C’è una grande differenza tra i due tipi di competizione. Nella squadra bisogna rispettare una tattica condivisa, il che influenza il proprio modo di tirare. Nella gara individuale ognuno tira per sé stesso, giocando le proprie carte. Nella squadra, invece, occorrono più pazienza ed equilibrio nel capire quando si può rischiare o meno. Alcuni atleti vivono la pressione della squadra in modo positivo, altri meno: ad alcuni la condivisione della responsabilità aiuta a performare meglio, altri invece restano più calmi quando tutto dipende da loro stessi e nessun altro.»

In Svizzera, come in nessun altro paese, si presta molta attenzione al lavoro di squadra, attività che aiuta a sviluppare diverse qualità:
1. L’atleta comprende come ogni componente della squadra abbia le proprie capacità e come ognuno possa trovare il proprio posto nella squadra per poter ottenere risultati elevati. E proprio per questo motivo chiunque, non solo l’atleta di grande talento, può raggiungere il successo.
2. L’atleta impara la pianificazione strategica, quando le mosse nel gioco vengono calcolate in anticipo e diverse varianti di reazioni vengono costruite in anticipo.
3. L’atleta impara a lavorare in un gruppo, in cui la discussione e il processo decisionale congiunti sono importanti.
4. L’atleta acquisisce competenze trasversali quali la capacità di discussione sociale, l’insistenza sul proprio punto di vista, la capacità di ascolto attivo, la capacità di discussione.
5. L’atleta impara a condividere il successo con gli altri membri della squadra.
Sia le qualità individuali che le capacità di lavoro di squadra sono molto importanti per un bambino, e la scherma ne aiuta lo sviluppo. Un grande «in bocca al lupo» alla squadra maschile svizzera e al ticinese Michele Niggeler alle Olimpiadi di Tokyo!