Sport di montagna e sicurezza

Sono moltissime le attività sportive praticabili in montagna e per ogni disciplina ci sono migliaia di praticanti. Ciò che a prima vista li accomuna tutti è certamente la gioia di essere all’aria aperta e di fare del movimento ma purtroppo anche il fatto di subire degli infortuni fa parte del gioco. Chi scrive non è un medico né questa vuole essere una presa di posizione in questo senso, quanto piuttosto elargire con l’esperienza acquisita sul campo, alcuni consigli pratici.
Certamente le tipologie di incidenti variano da sport a sport e sappiamo che in alcuni le conseguenze possono essere gravi, mentre in altri si parla di bagatelle. Vi sono delle attività in cui la velocità raggiunta è tale che una caduta potrebbe avere conseguenze molto serie (pensiamo allo sci oppure alla mountain bike) mentre altre sono meno rischiose perché la velocità raggiunta è inferiore (corsa a piedi, escursionismo, ecc.). Una cosa è certa, la montagna può essere dura e può ostacolare in maniera significativa il salvataggio o il recupero degli infortunati. Ecco perché, a mio avviso, occorre avere sempre un piano di riserva nel caso in cui la situazione iniziasse a sfuggirci di mano.
Mentre sulle piste da sci l’eccellente servizio di soccorso può intervenire con slitte e uomini, lo stesso non si può dire di una corsa in montagna fuori dalle zone battute. In questo caso non ci si può affidare alla buona sorte ma occorre avere sempre un occhio di riguardo su più aspetti. Dapprima la meteorologia con temperatura, precipitazioni, vento e visibilità che possono determinare, tra le altre cose, se un elicottero della Rega possa intervenire o meno. Una giornata splendida ma con un vento forte, come capita a volte con il Favonio, ebbene, preclude l’intervento di questo mezzo. Lo stesso vale in caso di nebbia o precipitazioni intense ed è quindi fondamentale capire che, in questo caso, solamente la colonna di soccorso, quindi uomini a piedi, potranno venire in nostro soccorso in caso di necessità, con i tempi di recupero che si estenderanno di ore.

Questa situazione apre ad un altro importante capitolo: l’abbigliamento. Sì, perché se da un lato ci siamo avventurati in condizioni meteo difficili, dall’altro dobbiamo essere equipaggiati per resistere ore in caso di necessità. Andare in montagna richiede un equipaggiamento minimo che comprenda una giacca antivento di buona qualità e dei guanti; sempre e comunque, anche se la giornata si preannuncia soleggiata. Il vento ha un effetto molto drastico sulla temperatura e soprattutto in quota è facile che questa precipiti di molti gradi in breve tempo. Occorre disporre di una coperta termica in alluminio (costano pochi franchi) per potersi avvolgere in caso di necessità e disporre di una maglia a maniche lunghe per aiutarci a mantenere la temperatura. Nessuno (e nemmeno i sedicenti esperti), dovrebbe recarsi in montagna senza un equipaggiamento di base. Del resto, il peso di tali capi è incredibilmente basso con i nuovi materiali in circolazione e non è quindi una scusante lasciarli a casa.
Gli infortuni ai quali possiamo andare incontro sono diversi e non vanno sottovalutati. Si va dalla classica slogatura della caviglia, che a seconda della gravità può precludere la continuazione del percorso, a cadute di varia gravità che possono avere conseguenze gravissime. Infatti, su pendii ripidi o addirittura scoscesi, inciampare e cadere significa non avere la possibilità di fermarsi e questo ha portato alla morte diversi trail runners esperti. Una caduta può terminare in vari modi, dallo spavento e dal disorientamento a fratture o alla perdita di conoscenza.
Voglio raccontare un breve episodio: una cara amica, in un trail notturno su un terreno abbastanza facile, è scivolata ed appoggiando il braccio per parare la caduta ha subito una lussazione della spalla. Con il dolore che aveva non riusciva né a togliere lo zaino né a raggiungere il telefono che aveva posto nello stesso. Impossibile la continuazione con le proprie gambe a causa del trauma. Grazie all’intervento di un compagno e dopo un’attesa di un paio d’ore, si è riusciti ad evacuarla con l’elisoccorso... Possiamo quindi dire che è imperativo avere con sé anche un telefono cellulare carico, acceso e a portata di mano con il quale, tra le altre cose, è possibile venir rintracciati anche se non siamo più in grado di rispondere e non per magia, ma semplicemente per una triangolazione effettuata dai vari ripetitori. In conclusione, possiamo affrontare determinate difficoltà godendo del meraviglioso territorio del quale disponiamo ma rimanendo coscienti che solamente un uso generoso del cervello potrà aiutarci ad evitare situazioni spiacevoli.