Il caso

Uomini d’acciaio fino a 80 anni ...e oltre!

Quando l’età non è un limite, neanche per le imprese più estreme.
88 anni ...e non sentirli: Hiromu Inada è il più anziano triatleta al mondo.
Nicola Pfund
02.09.2021 19:02

In occasione delle ultime Olimpiadi, quando l’atmosfera era carica di endorfine sportive, è spuntato il suo nome. Non perché fosse un partecipante dell’evento a cinque cerchi: fece parlare di sé semplicemente perché a 88 anni aveva l’obiettivo di partecipare ad un altro Ironman, dimostrando a tutti che l’attività fisica non ha davvero limiti e può essere, se si ha la fortuna di godere di buona salute, fonte di piacere e gioia ad ogni età.
Stiamo parlando del triatleta giapponese Hiromu Inada, ex giornalista televisivo, che da quando è passato al beneficio della pensione, a sessant’anni d’età, si è dato al triathlon. Da allora, ogni mattina alle sei entra in acqua per nuotare alcuni chilometri e subito dopo sale in bicicletta per “macinarne” altri. Poi torna a casa, pranza, riposa e via di nuovo a correre sul lungomare. Quando gli si chiede il perché di tanta passione sportiva, lui risponde con un sorriso affermando che “il triathlon è semplicemente la mia ragion d’essere, la prova che sono vivo, non penso ad altro”.
Oggi sono sempre più numerose le persone che si cimentano in prove sportive - in qualche caso anche estremamente impegnative, come lo è appunto l’“Ironman” (3,8 km a nuoto, 180 km in bici, 42,2 km a corsa) - malgrado possano avere un’età piuttosto avanzata. Un fatto che solo fino a pochi anni fa era quasi impensabile. Già andando in pensione, si entrava normalmente in una fase della vita fatta per lo più di acciacchi e problemi fisici e, quasi sempre, con un’attività fisica praticamente azzerata.

Il perché di questo fatto è del resto presto spiegato: lo sport veniva in genere circoscritto alla sola gioventù, passata la quale non aveva più senso e, anzi, doveva essere abbandonato. Pena: passare per personaggi inadeguati e un po’ stravaganti, gente perditempo in attività non produttive. Poi le cose piano piano sono cambiate. E si è capito che l’attività fisica non deve essere limitata al solo periodo degli anni giovanili, ma piuttosto deve essere estesa a tutta la vita.
Anzi, diremmo che probabilmente più passano gli anni e più una regolare pratica sportiva diventa importante per la qualità della nostra esistenza. L’arma migliore contro gli acciacchi, come viene confermato da più studi, è infatti l’allenamento regolare: passeggiate, ginnastica dolce, pesi leggeri, ma anche yoga e tecniche di rilassamento. Per rimanere in forma, alla fine, bastano 30 minuti, due-tre volte alla settimana: appuntamenti importanti anche per riempire di buoni contenuti il proprio tempo e le giornate.
Con l’avanzare negli anni la pratica sportiva cambia però notevolmente, per adeguarsi alla progressiva diminuzione delle capacità fisiche delle persone. In questi casi si rivela indispensabile una vigile applicazione del principio dell’individualizzazione dell’attività. Il che significa che di ogni soggetto vanno considerate attentamente le caratteristiche e controllate le risposte del suo organismo agli esercizi proposti: ogni programma d’allenamento dovrebbe quindi avere particolarità specifiche adatte al singolo individuo. Per questo è sempre consigliabile, soprattutto in quei casi in cui si inizia un’attività fisica quando si è in là con gli anni, essere seguiti da un medico sportivo o da un bravo preparatore. Provare per credere. E anche se non si raggiungerà l’obiettivo dell’Ironman come è per Hiromu Inada, le soddisfazioni di una vita attiva potranno esserci per chiunque.