Social

Chi è il nuovo (vecchio) braccio destro di Zuckerberg?

Javier Olivan ha recentemente assunto il ruolo di COO a Meta — Lavora per l'azienda da quasi 15 anni, ma ha sempre tenuto un basso profilo, operando dietro le quinte
© Meta
16.08.2022 15:10

Oggi Facebook è un gigante. Uno dei più grandi. Ma nel 2008 il social parlava solo inglese. Dopo un esaltante successo nazionale, l'azienda voleva espandersi in tutto il mondo, ma di tempo per tradurre tutta l’app non ve n’era, poiché altre realtà simili sarebbero potute nascere di lì a poco. E anche la mancanza di capitale per assumere un team di traduttori era un bel problema. Ecco dunque il colpo di genio del nuovo responsabile per la crescita internazionale di Facebook: perché non far tradurre il sito agli utenti, e gratis? Dietro l'idea un nome: Javier Olivan. Se Facebook non è rimasto solo a stelle e strisce è anche grazie al 45.enne spagnolo. È a lui che Mark Zuckerberg ha affidato nel 2008 il lavoro di traduzione del social network più famoso al mondo. Ed è a lui che oggi è dato un nuovo compito, quello di COO (direttore operativo) di Meta.

Dal plurilinguismo a Messenger

Una traduzione gratis, dicevamo. Volete usare Facebook? Allora traducetevelo. Volontari tedeschi hanno tradotto il sito in sole due settimane, poco dopo che gli utenti spagnoli di Facebook avevano fatto lo stesso. La versione francese? Ha richiesto solo 24 ore. In sei mesi il sito operava in 18 Paesi. Grazie alla celere traduzione in molte lingue, Facebook ha così iniziato la sua ascesa nel mondo di Internet. Così ha fatto anche Olivan nelle gerarchie dell'azienda, fino a diventare il più importante "problem solver" del social network.

Un esempio delle sue qualità? È l'ideatore di Messenger, app che ora conta più di un miliardo di utenti. Inizialmente il problema era la messaggistica di Facebook stesso. Questa, infatti, era nascosta all'interno dell'app. Quando gli utenti ricevevano un messaggio non se ne accorgevano, perché la notifica si perdeva fra le altre. Olivan ha quindi proposto una soluzione coraggiosa: «Sarebbe meglio portare l'esperienza della messaggistica al di fuori dell'app e renderla indipendente», ha spiegato il fresco COO in un'intervista a Wired. Coraggiosa perché «nel breve periodo gli utenti l'hanno odiata: di punto in bianco hanno dovuto installare un'altra app». Ma che ha funzionato. Non solo la messaggistica è decollata, ma la società ha fatto crescere il servizio fino a trasformarlo in un social network separato. «I dati dicevano che era la cosa giusta da fare. Avevamo le migliori intenzioni, e ora Messenger è un'applicazione di grande successo».

Analisi e chat

Ma l'opera di Olivan non si ferma qui. Altro gioiello è l'acquisizione di WhatsApp: un'operazione da circa 20 miliardi di dollari avvenuta nel 2014. Il 45.enne ha presentato un'attenta analisi a Zuckerberg in cui sosteneva che possedere WhatsApp sarebbe stato d’aiuto per la crescita del social network principale, Facebook, portandolo ad un pubblico più ampio. Il tutto, sostenuto dalle fredde cifre, sulle quali Meta basa quasi tutte le sue decisioni. Anche l'acquisizione di Onavo è opera di Javier Olivan. L'applicazione di data analisi israeliana è stata comprata nel 2013. Un'operazione di mercato che ha aiutato Meta a raccogliere informazioni competitive sulla frequenza con cui gli utenti aprono altre app social, come Snapchat, BeReal e altri social.

Ma c'è anche l'altra faccia della medaglia. Secondo il Congresso americano proprio le acquisizioni di WhatsApp e Onavo avrebbero portato Facebook ad assumere una posizione monopolistica con la quale «schiacciare» i rivali. Oltre, ovviamente, alle accuse di disinformazione, violazione dei dati, estremismo e altro ancora. Tutte critiche che hanno portato Zuckerberg, anche dopo le presidenziali statunitensi del 2016, ad affidare sempre più responsabilità all'efficiente Olivan.

Le sfide future

La recente promozione di Olivan a COO segue e precede i momenti difficili che sta attraversando e attraverserà Meta. Un periodo in cui l'azienda è chiamata a rinnovarsi e tornare a crescere. Per la prima volta in quasi un decennio di dominio, l'azienda si sente vulnerabile. Facebook sta perdendo potere e le nuove generazione lo evitano, mentre Zuckerberg è impegnato nella transizione verso il metaverso adattando inoltre molti prodotti per combattere la crescente concorrenza di TikTok.

Olivan ha anche il non facile compito di sostituire Sheryl Sandberg, da 14 anni la seconda in comando dell'azienda. A differenza di questa, lo spagnolo raramente parla pubblicamente o posta sui social. È infatti conosciuto per l'ottimo lavoro "dietro le quinte", svolto senza famigliarizzare con l'azienda e con il pubblico. Il suo profilo Facebook conta solo 14 foto, di cui quattro lo vedono protagonista. Il profilo Instagram è privato. Cosa ne pensano di lui i colleghi? «Non voglio che la gente confonda la sua umiltà e mancanza di ego per mancanza di efficacia o per timidezza», ha spiegato Alex Schultz, chief marketing officer di Meta, in un'intervista a Bloomberg. «È in realtà solo molto umile, e penso che una simili qualità dovrebbe essere ricompensata negli affari un po' più di quanto non lo sia».

In questo articolo: