Sette note

Circondarsi di musica grazie agli audio 8D

Sono tornate di moda le illusioni sonore degli anni ‘70 che danno l’impressione di ascoltare le note con il cervello, non con le orecchie
Sono tornate di moda le illusioni sonore degli anni ‘70 che danno l’impressione di ascoltare le note con il cervello, non con le orecchie
Red. Online
05.03.2021 18:00

Il tempo passa e le mode cambiano, ma è risaputo che la storia è ricca di ricorsi. È così che alcune tendenze di qualche decennio fa tornano a fare capolino in tempi più recenti, destando l’interesse dei più giovani e dilagando sui social network come se fossero novità dell’ultimo momento. Ne sono un esempio le chat di questi ultimi mesi, nelle quali sono tornati alla ribalta gli audio in 8D, ampiamente diffusi negli anni Settanta.

Si tratta di illusioni sonore programmate per provocare in chi le ascolta la sensazione che la musica non provenga dagli auricolari, bensì da fonti esterne che le permettano di ruotare nell’aria intorno al corpo dell’uditore. È come se quest’ultimo si trovasse al centro di uno spazio, circondato da decine di altoparlanti collocati davanti, dietro e ai lati, che riempiono l’aria di note.

Gli audio 8D sono realizzati a partire da suoni già registrati, che vengono manipolati attraverso la tecnologia. Per realizzare l’illusione sonora servono un computer e dei software specifici: attraverso questi strumenti è possibile modificare le frequenze medie e alte dei suoni, giocando anche sul bilanciamento dei canali destro e sinistro. A dare il tocco finale, poi, è l’aggiunta dell’effetto riverbero, che sfrutta la riflessione dell’onda acustica da parte di un ostacolo posto davanti alla fonte audio.

Ascoltare una canzone o vedere un film con un audio 8D dà l’illusione che i suoni si sentano con il cervello, ma è tutto un trucco. Nessun file, infatti, può essere realizzato in otto dimensioni ma, al più, può sfruttarne tre. L’effetto «wow» degli audio 8D gioca sul meccanismo e sulla particolare conformazione del padiglione auricolare dell’uomo: l’apparato è progettato per cogliere meglio i suoni che provengono da una direzione frontale, mentre le onde che provengono da altre fonti meno dirette colpiscono le pieghe del canale uditivo, perdendo le frequenze più elevate prima di arrivare al timpano.