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Come comunicare visivamente la scienza?

Grazie ad alcuni nuovi strumenti, presto le ricerche scientifiche potrebbero diventare più accessibili a molti: questo è quello che succede quando il design incontra il lavoro degli scienziati – Ne abbiamo parlato con il ricercatore dell’Istituto design SUPSI Giovanni Profeta e con il professore dell’Università di Alghero Matteo Moretti
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Federica Serrao
30.06.2023 06:00

Le scoperte scientifiche, si sa, non sono spesso semplici da capire. Ma con alcuni nuovi strumenti, presto potrebbero diventare più accessibili a molti. Questo è ciò che accade - ci spiegano i ricercatori Giovanni Profeta e Matteo Moretti - quando il design incontra il lavoro degli scienziati. Vediamo, nel dettaglio, di cosa si tratta.

Comunicare visivamente i dati

Come si comunica la scienza? A questa domanda, seppur semplice, non è ancora possibile dare una risposta altrettanto immediata. «In principio, sin da quando la società ha cominciato a "fare scienza", medici, biologi e scienziati hanno sempre comunicato tra di loro, mettendo in condivisione paper, dati e documenti scientifici», ci spiega il prof. Profeta. «Ciò significa che, per molto tempo, i risultati scientifici sono stati divulgati unicamente all'interno di una comunità piuttosto chiusa, come quella degli scienziati». In un futuro molto prossimo, però, le cose sono destinate a cambiare. «Ormai da parecchi anni, è nato il bisogno di condividere i risultati scientifici, così da farli arrivare il prima possibile al pubblico. Basti pensare, per esempio, ai giornalisti che si occupano di divulgazione scientifica. In questo campo, ora, però sta iniziando a muoversi qualcosa. Diversi professionisti che appartengono al mondo del design della comunicazione hanno iniziato a collaborare a stretto contatto con gli scienziati, mettendo quindi a frutto quelle che sono le competenze tipiche di chi si occupa di comunicazione, tipografia e visualizzazione dei dati per comunicare la scienza e tutte quelle che sono le complessità dei vari settori, dalla genetica all'ingegneria».

Concretamente, quindi, complessi risultati e dati scientifici, grazie al lavoro dei designer, si tramutano in un percorso visivo di più semplice comprensione. Non solo per chi si occupa già di scienza ma, soprattutto, per chi proprio non se ne intende. «Questo garantisce un maggior impatto sociale e una maggiore possibilità di conoscenza di certe tematiche, oltre che un accesso più semplice ai finanziamenti, anche pubblici», precisa il professor Profeta. «In questo modo, cerchiamo di potenziare le competenze degli scienziati», aggiunge il professor Matteo Moretti. «Possiamo potenziare le competenze degli scienziati con nozioni di progettazione visiva e comunicazione visiva di base, di modo che siano in grado di comunicare meglio anche tra pari, oltre che in maniera più semplice ai cittadini».

Definire l'esigenza

Ma non è tutto. A caratterizzare questo nuovo strumento è anche un altro aspetto, altrettanto importante. «Ormai viviamo nella cosiddetta società dei dati, dove l'informazione è il primo elemento in tutti i servizi. Ma è bene notare che anche le stesse ricerche scientifiche sono fortemente basate sulla generazione dei dati. Dunque, per gli scienziati, ma anche per la gente comune, diventa indispensabile riuscire ad acquisire delle competenze di analisi e di rappresentazione grafica dei dati, oltre che competenze di comprensione dei dati attraverso la rappresentazione grafica», ci spiega il prof. Profeta. Un information designer, quindi, è in grado di dare un suo contributo per facilitare l'ottenimento dei dati, la messa in forma e in ultimo la restituzione grafica.

Come ci spiega Matteo Moretti, tuttavia, la questione non si esaurisce qui. «Le visualizzazioni degli scienziati diventano un terreno di confronto tra il loro mondo e quello dei progettisti, perché entrambi lavorano con i dati e li visualizzano, seppur in modo diverso». Da qui, secondo i due professori, la necessità di trovare un punto di incontro, una sorta di conversazione. 

Dopotutto, però, è tutta questione di comprendere quale sia la necessità primaria, così da riuscire a ottenere un risultato ottimale. «Quando un designer lavora con uno scienziato, la richiesta principale è sempre la stessa: definire qual è l'esigenza. Spesso quello che viene chiesto è di aiutare a comprendere meglio certi concetti. Quello che succede, tante volte, è che si cerca di evidenziare il concetto più importante in rosso. Ma la realtà è che ci sono milioni di altre strategie che gli scienziati non conoscono, e che si possono mettere in pratica per aiutarli a divulgare le loro ricerche». A tal proposito, Matteo Moretti ci fa un esempio ancor più calzante. «Un elemento ricorrente nei grafici scientifici, solitamente disegnati dagli scienziati, sono le frecce. Questo perché il più delle volte si pensa che le frecce possano risolvere tutto, visivamente. Ma non è così: bisogna fare una riflessione su quella che, in gergo, si chiama gerarchia visiva. Capendo cosa viene prima e cosa viene dopo. Le frecce, a dirla tutta, sono quasi un fallimento dal punto della comunicazione visiva. Bisognerebbe tener conto di molti altri elementi, come posizione, dimensioni e colori, così da creare un ordine con il quale riuscire a leggere le informazioni». 

Gli esempi

Per rendere più chiaro l'argomento di cui stiamo parlando, i professori ci offrono un esempio concreto della combinazione tra il lavoro di uno scienziato e quello di un visual designer. Nel visual abstract riportato qui sotto, viene rappresentato l'anno record di impianti fotovoltaici in Ticino, nel 2021. Oltre a essere scritto nel testo, il dato risulta essere immediatamente visibile semplicemente osservando il grafico a barre in crescita di colore rosa. Anche per quanto riguarda le differenze tra distretti, i dati visivi aiutano a comprendere le informazioni più importanti della ricerca. Nel confronto tra comuni si vede distintamente come Bellinzona detenga il primato in merito alla potenza installata nei comuni. 

Un esempio di visual abstract sul tema degli impianti fotovoltaici in Ticino nel 2021. © Linda Soma
Un esempio di visual abstract sul tema degli impianti fotovoltaici in Ticino nel 2021. © Linda Soma

Il secondo esempio di visual abstract riguarda un progetto di ricerca incentrato sul sequenziamento dell’RNA. L’artefatto grafico mostra, su due colonne, due differenti tecnologie di analisi dell’RNA: a sinistra una che parte da singole cellule e a destra una che parte da più cellule ma fa uso di un metodo di analisi dei dati che ne facilita l’interpretabilità dei risultati (K-CLIER). Tramite il confronto visuale tra le due colonne, e in particolare, attraverso l’uso di icone dai colori verde e rosse è facile comprendere come il secondo metodo favorisca un più facile trattamento dei dati ed un budget inferiore.

Un esempio di visual abstract sul tema del sequenziamento dell'RNA. © Daniele Malpetti
Un esempio di visual abstract sul tema del sequenziamento dell'RNA. © Daniele Malpetti

Sono aperte le iscrizioni per il nuovo corso di «Visualizzazione dei dati per la comunicazione scientifica» che si terrà a novembre 2023. Il corso non si rivolge a studenti in formazione ma a professionisti che intendono fare reskilling o upskilling.