Così lo smartphone può farci «prigionieri»

L’innovazione porta con sé vantaggi e svantaggi. Nell’ultimo decennio il boom della tecnologia è andato di pari passo con l’abuso dei cosiddetti nuovi media sugli smartphone. E, di conseguenza, si sono modificate anche le abitudini delle persone. Secondo uno studio effettuato dal professor Kenneth Hansraj, primario di Chirurgia spinale della Spine surgery and rehabilitation medicine di New York (Stati Uniti), in media si trascorrono quasi cinque ore al giorno a fissare lo schermo del proprio cellulare.
Un danno per la postura e la schiena, visto che questo atteggiamento, secondo le rilevazioni, può imprimere al tratto cervicale una pressione di 27 kg se il collo è curvato di 60 gradi. Anche la minima inclinazione, a 15 gradi, sottopone la testa a una pressione di almeno 12 chili. In un anno si possono dunque superare le 1.400 ore di stress cervicale. Basta sommarlo a tutte le altre ore spese su libri, davanti al pc o alla tv per avere un’idea delle sollecitazioni a cui è sottoposto il busto.
Correlato all’uso smodato dello smartphone ci potrebbe essere anche l’aumento preoccupante di disturbi alla vista. L’occhio è infatti sempre più costretto a guardare da molto vicino e in condizioni di scarsa luminosità. Oltre a causare mal di testa e irritazioni al bulbo oculare, l’abuso da smartphone sta causando un innalzamento quasi epidemico della miopia, specie in alcune parti del mondo, come Cina e Stati Uniti. Lo ha confermato l’Organizzazione mondiale della Sanità.

E ancora: un’indagine dell’università di Pittsburgh, condotta su 1.800 persone tra i 19 e i 32 anni e pubblicata sulla rivista «American journal of Preventive medicine», ha stabilito che più tempo si trascorre sui social e più aumenta la sensazione di isolamento. Anche più preoccupante il dato che riguarda gli adolescenti, secondo cui il 51% dei ragazzi tra i 15 e i 20 anni riesce difficilmente a prendersi una pausa da smartphone o tablet e arriva a controllare il cellulare anche 75 volte al giorno con un picco più accentuato nelle ore di punta (10-12 e 17-20). Questo in attesa della notifica, del post sui social o del messaggino.
Una vera e propria dipendenza insomma. Smartphone e tablet non sono esenti da responsabilità per quanto riguarda i disturbi del sonno: negli ultimi anni quasi tutti i produttori hanno implementato modalità notturne e colori più caldi proprio perché la luce blu emanata dagli schermi LED sopprime la produzione di melatonina e interferisce con i ritmi circadiani.