E fu così che Twitter introdusse il tasto «edit»

La notizia, lo scorso aprile, aveva scosso il piccolo, grande mondo del web. Twitter, secondo i maligni su spinta di Elon Musk, aveva annunciato di lavorare a una funzione per modificare i tweet. Il famoso, se non famigerato, tasto «edit». Oggi, 1. settembre 2022, è stata avviata la fase di test. La novità è riservata agli abbonati di Twitter Blue, servizio disponibile, al momento, unicamente negli Stati Uniti, in Canada, Australia e Nuova Zelanda. La piattaforma, attraverso un comunicato stampa, ha promosso la politica del passo secondo la gamba, affermando di voler implementare correttamente questa funzionalità prima di (eventualmente) aprirla al grande pubblico.
Insidie (anche) politiche
Ma come funzionerà la modifica? O meglio: quante volte un utente potrà cambiare il testo del proprio cinguettio? Twitter ha fatto sapere che ogni tweet beneficerà di una finestra di modifica, se così vogliamo chiamarla, pari a 30 minuti. La data dell’ultimo intervento effettuato sarà visibile a tutti. Di più, la data sarà cliccabile e permetterà a chiunque di avere accesso alle versioni precedenti.
Una mossa, questa, voluta per proteggere il social da potenziali insidie o da utenti malintenzionati che potrebbero scrivere una cosa, ottenere la massima visibilità e poi cancellare tutto optando per un testo più mite. Un discorso che può essere applicato anche ai politici, considerando le imminenti elezioni di midterm negli Stati Uniti e le presidenziali del 2024. «È importante sottolineare – ha chiarito Twitter – che il limite di tempo e la cronologia delle versioni giocano un ruolo importante. Aiutano a proteggere l’integrità della conversazione e ad archiviare, per il pubblico, ciò che è stato detto». E ancora: «Grazie ai test, speriamo di capire rapidamente come viene utilizzato il tasto modifica e il suo impatto sul modo in cui le persone leggono e scrivono i tweet».
Dorsey vs Musk
La fase di test, appunto, sarà affidata agli utenti di Twitter Blue, un servizio a pagamento che in America costa 4,99 dollari al mese. Si tratta, in soldoni, di super utenti che possono beneficiare di migliorie estetiche e che possono testare prima degli altri nuove, possibili funzionalità.
L’utenza di Twitter Blue, in gran parte, è formata da utenti desiderosi di lavorare per il bene della piattaforma. «Stiamo testando volontariamente la modifica dei tweet con un pubblico ristretto affinché ci aiuti a incorporare feedback mentre identifichiamo e risolviamo potenziali problemi» la chiosa del social. «Ciò include il modo in cui la funzione potrebbe essere abusata». Bisogna prestare molta attenzione, insomma.
Attorno al tasto «edit» si erano schierate varie fazioni. Il fondatore di Twitter e oramai ex dirigente, Jack Dorsey, si era opposto con forza alla possibilità di modificare i cinguettii. Proprio perché così facendo, ai suoi occhi, il social avrebbe perso credibilità. Elon Musk, invece, ha spinto tanto sul fronte opposto. Prima di inguaiarsi con l’acquisto-non-acquisto della stessa piattaforma, con tanto di conseguenze legali.