E se OpenAI vi dicesse quale sarà il vostro prossimo lavoro?

Una piattaforma di reclutamento. Per mettere in contatto aziende e candidati, attraverso cosiddetti algoritmi di matching avanzati. È la nuova, nuovissima iniziativa firmata da OpenAI, l'azienda alla base di ChatGPT, che sbarcherà sul mercato il prossimo anno. Sfruttando tutto il potenziale dell'intelligenza artificiale. Idealmente, la piattaforma sarà in grado di suggerire il lavoro più rilevante per ogni profilo o il dipendente più adatto per ogni azienda.
Fidji Simo, direttrice delle applicazioni in seno a OpenAi, in un post pubblicato il 4 settembre sul blog aziendale ha spiegato: «Vogliamo usare l'AI per identificare le migliori corrispondenze tra le esigenze delle aziende e le competenze dei lavoratori». OpenAI, nello specifico, promette offerte dettagliate – fra le altre – per le PMI e gli enti locali. La notizia, di per sé, è importante. Di più, si apre a possibili conflitti di interesse o, quantomeno, fraintendimenti. Anche perché una piattaforma dedicata al lavoro e spinta dall'intelligenza artificiale andrebbe a cozzare, e non poco, con LinkedIn, di proprietà di Microsoft. Ovvero, del maggiore finanziatore di OpenAI. Il social network «del lavoro» negli ultimi mesi ha migliorato le sue funzioni, integrando strumenti di raccomandazione e matchmaking basati, anche in questo caso, sull'intelligenza artificiale.
«È un mercato naturale per gli attori dell'intelligenza artificiale: le piattaforme di reclutamento sfruttano da tempo queste tecnologie per elaborare volumi colossali di dati sui candidati, quindi l'arrivo di assistenti più potenti sembra il logico passo successivo in questa evoluzione» ha spiegato al quotidiano economico francese Diego Ferri, esperto di intelligenza artificiale per EY Fabernovel. «Uno dei primi progetti di modelli linguistici a cui ho lavorato dopo il rilascio di ChatGPT riguardava già il recruitment» ha aggiunto.
Il settore, d'altro canto, gode di un forte, fortissimo sostegno da parte degli investitori. Secondo Research and Markets, per dire, il valore del mercato globale delle piattaforme di reclutamento online è passato da 51,53 miliardi di dollari nel 2024 a 57,70 miliardi di dollari nel 2025. Si prevede che raggiungerà i 102,70 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita media annua del 12,17%. Roba da matti.
L'annuncio di OpenAI si inserisce nel contesto di una partnership strategica con Walmart, il più grande gruppo di vendita al dettaglio degli Stati Uniti. OpenAI si è posta l'obiettivo di certificare 10 milioni di americani in tecniche di AI generativa entro il 2030, con la sua piattaforma educativa gratuita, OpenAI Academy, lanciata a marzo. Un programma pilota, previsto per la fine del 2025 o l'inizio del 2026, offrirà un accesso personalizzato ai 2 milioni di dipendenti dell'azienda. «Nonostante l'enorme richiesta di competenze in materia di AI, esistono ancora poche certificazioni concrete, soprattutto quelle orientate agli usi operativi» ha sottolineato Ferri. «Combinando la certificazione e il reclutamento sulla stessa piattaforma, OpenAI copre di fatto due aspetti chiave e complementari del mercato del lavoro».
Oltre all'economia del lavoro, l'iniziativa si riallaccia alla crescente influenza e all'utilizzo di chatbot nella vita quotidiana. Ancora l'esperto, interrogato dalla Tribune: «Molte persone utilizzano già l'intelligenza artificiale per i consigli sulle carriere. Non dovrebbe sorprendere che in futuro l'AI vi consiglierà direttamente carriere o lavori». OpenAI, insomma, potrebbe essere solo all'inizio della sua ascesa in questo campo specifico.