L'analisi

Ecco Papa Trump: la provocazione che fa discutere

L'immagine, generata dall'intelligenza artificiale e dal sapore surreale, arriva a pochi giorni dalla partecipazione del presidente USA ai funerali di Francesco e dall'incontro con Volodymyr Zelensky
Marcello Pelizzari
03.05.2025 10:00

La foto circolata in queste ore sui canali social ufficiali della Casa Bianca – generata dall'intelligenza artificiale – ha sorpreso (e in parte spiazzato) pubblico, analisti e osservatori: Donald Trump ritratto in abiti papali, mitra in testa, crocifisso al collo e mano alzata in segno di benedizione. Un’immagine dal sapore surreale, che arriva a pochi giorni dalla partecipazione del presidente USA ai funerali di Papa Francesco e dall’incontro a Roma con Volodymyr Zelensky. Non si tratta di un deepfake virale, ma di una vera pubblicazione avvenuta in un contesto comunicativo che sembra ogni giorno più ibrido tra politica, spettacolo e provocazione. E la domanda è inevitabile: che cosa voleva comunicare, davvero, Donald Trump con questa immagine? In attesa che il diretto interessato si pronunci sul tema, proviamo a fare qualche supposizione.

L’uomo al centro del culto

La prima chiave di lettura, in fondo, è semplice: Trump è un maestro della centralità mediatica. L’immagine papale, dunque, serve a rimetterlo – letteralmente – «al centro della scena» in un momento delicato della sua presidenza. Secondo i più recenti sondaggi, infatti, la sua popolarità ha toccato il minimo storico nei suoi primi 100 giorni di presidenza. La mossa, allora, potrebbe essere un modo per ribaltare il racconto.

Papa Trump: satira o culto della personalità?

Durante un recente comizio, Trump aveva scherzato: «Diventare papa? La mia prima scelta». Una battuta? Probabile. Ma la satira, quando è deliberata e orchestrata, finanche sfacciata, diventa anche, se non soprattutto, comunicazione strategica. Vestirsi da papa significa evocare autorità spirituale, infallibilità, carisma assoluto. In un certo senso, Trump non si propone soltanto come presidente, ma come figura quasi messianica, oltre il ruolo politico tradizionale. La prima «sparata» di Trump, in ogni caso, ha fatto centro. Citiamo le parole postate su X, giovedì, dal senatore repubblicano Lindsey Graham: «Sono entusiasta di sapere che il presidente Trump è aperto all'idea di diventare il prossimo Papa. Sarebbe davvero un outsider, ma chiederei al conclave papale e ai fedeli cattolici di tenere la mente aperta su questa possibilità! La prima combinazione Papa-Presidente degli Stati Uniti ha molti lati positivi. Attenti alla fumata bianca... Trump MMXXVIII». Ah, per chi se lo stesse chiedendo «MMXXVIII» sta per 2028, una sorta di easter egg sulle prossime elezioni presidenziali USA e sul fatto che Trump dovrebbe prendervi parte, agli occhi di Graham e di molti americani, nonostante la Costituzione statunitense dica chiaramente che nessuna persona può essere eletta alla carica di presidente più di due volte.

Una provocazione calcolata

Il gesto può anche essere letto come una provocazione diretta alla Chiesa cattolica o, quantomeno, a parte del suo establishment. In un’epoca di polarizzazione, Trump usa spesso simboli forti per dividere l'opinione pubblica: i suoi sostenitori vedranno l’immagine come una trovata geniale, i detrattori come un insulto o addirittura un'eresia. In entrambi i casi, si parla (e si parlerà) del tycoon. Non va dimenticato un aspetto, al riguardo: circa il 20% degli americani si identifica come cattolico e, stime alla mano, circa il 60% di loro ha votato per Donald Trump lo scorso novembre. Una parte di questo elettorato cattolico, ora, ha espresso la speranza che a Francesco, considerato progressista sulle questioni sociali, succeda un papa più conservatore. Uno alla Trump, per intenderci. Così, al Corriere del Ticino, il politologo ed esperto di geopolitica delle religioni Manlio Graziano: «Bisogna sempre ricordarsi una cosa. Nelle tre elezioni presidenziali in cui Donald Trump si è presentato, la maggioranza dei cattolici ha votato per lui. Un fatto abbastanza inusuale, dato che i cattolici americani sono quasi sempre stati dalla parte dei democratici. Questo allargarsi dell’elettorato cattolico per Trump è il segno che i fedeli, in generale, non hanno seguito le indicazioni del Vaticano e del Papa. In particolare, per tutto ciò che ha riguardato i muri, l’immigrazione, l’attenzione verso i più deboli».

Perché lo ha fatto, quindi?

Che sia ironia, improvviso (ma nemmeno troppo) delirio di onnipotenza o comunicazione d’avanguardia, se così vogliamo chiamarla, l’immagine di «Papa Trump» ha centrato l’obiettivo primario: far discutere. In un’epoca in cui il consenso si costruisce anche a colpi di simboli, meme e gesti iconici, il confine tra politica e spettacolo continua a sfumare. E Donald Trump si conferma, nel bene o nel male, il regista indiscusso di questo nuovo linguaggio del potere.