Generazioni diverse dai «nativi» agli «Z»

Nel mondo in cui viviamo oggi, così immerso e dipendente dal digitale e dalla tecnologia, ci ritroviamo spesso a sentir nominare alcuni profili di consumatori, che rientrano in generazioni di cui non sempre capiamo bene le differenze. Grazie a un’analisi puntuale condotta da una realtà che si chiama InTribe, proviamo a capire quali sono le caratteristiche di alcune etichette che spesso vengono citate sui media: Generazione Z, Millennials, Generazione X e Baby Boomers.

Ma vediamola nel dettaglio. Soprattutto per capire se ci ritroviamo con le nostre abitudini e utilizzo della tecnologia nella classificazione illustrata qui di seguito.
Generazione Z

Raccoglie i nati tra il 1995 e il 2010 e parliamo di una generazione che non conosce né può concepire una vita senza tecnologia. Per la generazione Z, infatti, la tecnologia è un linguaggio innato e naturale sin da la più tenera età (e per questo sono definiti anche digital innates). Parliamo di una generazione che, per esempio, utilizza in modo disinvolto la realtà virtuale e la realtà aumentata, partecipa alle sfide sul social network TikTok e che soprattutto considera Facebook un social da vecchi.
È la generazione più globalizzata della storia, iperconnessa e inclusiva, capace di usare i social, ma è anche la più critica verso i network di relazione. Di base sono ragazzi e ragazze che scandagliano le informazioni online molto velocemente, ma poi acquistano quasi sempre nei negozi fisici.
Millennials

È la generazione che comprende chi è nato tra il 1980 e il 1994. I Millennials sono i cosiddetti nativi digitali, cresciuti insieme alla digitalizzazione e all’accelerazione tecnologica. Per natura sono sempre connessi, utilizzano principalmente lo smartphone e comunicano tramite messaggi istantanei e messaggi vocali. Nel tempo libero giocano ai videogames e seguono le Stories in Instagram dei loro beniamini. La condivisione è la loro parola d’ordine: condividono case, mezzi di trasporto, oggetti e la loro vita sui social network. Sono, infatti, i più strenui sostenitori della cosiddetta sharing economy (ovvero l’economica della condivisione), un concetto di fruizione più che di possesso duraturo, che è piuttosto lontano alle generazioni più adulte come la Generazione X o i Baby Boomers. I Millennials si informano sui siti dei loro marchi di riferimento, nei social, nei blog, seguono gli influencer e prediligono gli acquisti via e-commerce.
Generazione X

Questo insieme è composto dagli individui nati tra il 1965 e il 1979. Sono i primi Digital adopters, ovvero coloro che sono nati in un mondo analogico e hanno abbracciato sin dall’inizio la trasformazione tecnologica e digitale. Sono i maggiori utilizzatori delle email e del computer, che usano per navigare in Internet e fruire giornalmente di contenuti online. Sono autonomi, indipendenti e mediamente propensi all’innovazione, molto più dei Baby Boomers. Anche gli appartenenti alla Generazione X hanno un comportamento di consumo simile ai Millennials e come loro acquistano via applicazioni e cellulare, oltre che attraverso le principali piattaforme di e-commerce o nei monomarca online. Se entrano un negozio è per verificare la qualità dell’acquisto, che potrebbero poi anche effettuare online.
Baby Boomers

Sono i nati fra il 1946 ed il 1964 e sono anche definiti come immigrati digitali, perché sono nativi analogici ma sono stati costretti ad abituarsi alle nuove tecnologie in età adulta. I Baby Boomers comunicano principalmente tramite telefono e trascorrono molto tempo davanti alla televisione. Sono la generazione economicamente più stabile e prima della pandemia erano mediamente più ottimisti, interessati ai viaggi con gli amici e attenti all’alimentazione sana. Infine, i Baby Boomers cercano sempre più informazioni online, partendo dai motori di ricerca, i siti di informazione ma guardando anche i siti e le pagine social dei marchi. Nonostante ciò la quasi totalità acquista nel punto di vendita, per chiedere consiglio ai commessi e toccare con mano i prodotti.