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Google non risponderà più alle domande stupide

Il motore di ricerca, attraverso i «featured snippet», ha avuto parecchi problemi fra accuse di fake news e risposte comiche
Marcello Pelizzari
12.08.2022 14:45

Eccolo, il giro di vite. Lo ha annunciato Google. Il motore di ricerca, nello specifico, smetterà di rispondere tramite i cosiddetti featured snippet a varie domande assurde, appositamente digitate dagli utenti affinché l’algoritmo cada in errore e restituisca risultati comici.

Per snippet intendiamo alcuni risultati messi in evidenza proprio da Google, all’interno di un riquadro speciale situato nella parte superiore della pagina. L’obiettivo è fornire risposte precise, puntuali, sintetiche e, soprattutto, immediate poste dagli utenti. Le informazioni, va da sé, sono estratte direttamente dai siti che le contengono.

Come il chatbot di Meta, o quasi

Fra le domande trabocchetto citate da varie testate ne figura una legata alla storia americana: quando Snoopy ha assassinato Abraham Lincoln? Gli snippet, leggiamo, sono il frutto di numerose funzioni di intelligenza artificiale. Ma, come abbiamo visto di recente con il chatbot di Meta, possono sbagliare. E, appunto, restituire risultati fra il comico e l’ironico. Il principio è applicato pure agli altoparlanti intelligenti o, ancora, agli assistenti vocali. Di per sé, permette al motore di ricerca di soddisfare una determinata richiesta senza che l’utente debba cliccare sul risultato. Esempio: aprite Google, digitate nella barra di ricerca «quanti gradi ci sono oggi a Lugano?», cliccate e aspettate. La risposta, subitanea, con tanto di sole e qualche nuvola stilizzata: 29 gradi (niente canicola, per fortuna). Qui, però, come spesso accade, casca l’asino. Gli snippet, infatti, sono generati automaticamente attraverso dei contenuti presi dal web. E, di riflesso, a Google hanno dato non pochi grattacapi.

Quando Obama meditava un colpo di Stato

Nel 2017, ha riferito Wired, l’azienda è stata accusata di aver diffuso fake news. Secondo l’assistente vocale di Google, infatti, l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama avrebbe ordito un colpo di Stato nella speranza di mantenere il potere nonostante la fine del suo mandato. Domanda: Obama sta pianificando un colpo di Stato? Risposta: Obama potrebbe in effetti pianificare un colpo di Stato comunista alla fine del suo mandato nel 2016. La fonte di una simile fesseria, manco a dirlo, un sito che diffondeva teorie complottistiche. Ahia.

Un po’ come per il chatbot di Meta, altri errori commessi da Google hanno strappato solo e soltanto risate. Le scale, stando agli snippet, sarebbero state inventate nel (non troppo) lontano 1946. Quell’anno, in realtà, era soltanto stata introdotta una particolare norma di sicurezza legata alle scale negli Stati Uniti. A chi chiedeva, invece, come mai i camion dei pompieri fossero di colore rosso, beh, Google ha risposto citando una battuta dei Monty Python. Quantomeno, il senso dell’umorismo non manca a Mountain View. Ah, Snoopy ha ucciso Lincoln nel 1865.

L'aggiornamento

L’azienda, va da sé, si è chinata sul problema e, fra un aggiornamento e l’altro, rinuncerà agli snippet qualora le domande siano, effettivamente, assurde o palesemente fuorvianti. Verranno introdotti anche nuovi avvisi, nello specifico se per una determinata domanda non ci fosse una risposta valida: «Sembra che non ci siano molti risultati validi per questa ricerca». Della serie: meglio mettere le mani avanti, piuttosto che rimediare una figuraccia o, peggio, prestare il fianco a falsità e teorie del complotto.

In un post sul blog ufficiale di Google, il responsabile della ricerca, Pandu Nayak, nel parlare degli accorgimenti apportati agli snippet ha spiegato che, con l’ultimo aggiornamento, di fronte a false premesse è stato registrato un -40% di attivazione degli snippet. Significa, per farla breve, che il motore di ricerca ha imparato (e sta imparando) a fiutare una domanda sciocca. E, quindi, a non rispondere.