L'anniversario

I quarant'anni di Lisa

Il primo computer con interfaccia grafica rivolto agli utenti individuali compie gli anni – Viene ricordato per due motivi: il clamoroso disastro commerciale e le innovazioni che sarebbero state alla base del Macintosh di Steve Jobs, dei PC e di tutto ciò che oggi diamo per scontato
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Stefano Olivari
19.01.2023 12:32

Compie 40 anni l’Apple Lisa, il primo computer con interfaccia grafica rivolto agli utenti individuali: non proprio i bambini nella loro cameretta, ma professionisti o impiegati di aziende con ambizioni di modernità. Lisa fu presentato il 19 gennaio 1983 e sarebbe stato ricordato per due motivi: il clamoroso disastro commerciale, uno dei peggiori nella storia della Apple, e le innovazioni che sarebbero state alla base del Macintosh di Steve Jobs, dei PC e di tutto ciò che oggi diamo per scontato. Ma cos’era Lisa? Come spiegarlo a chi nel 1983 non c’era o comunque non corre il rischio di trovarlo in soffitta?

Figlia

Questo computer era un progetto partito nel 1978 alla Apple, un progetto fortemente voluto da Steve Jobs che non a caso gli diede il nome della figlia, appunto Lisa, nata proprio quell’anno dalla relazione con una sua ex compagna di liceo, Chrisann Brennan, riconosciuta da Jobs soltanto dopo una lunghissima battaglia legale con test di paternità e altri dettagli un po’ squallidi (bisogna sempre separare vita e opere). Un comportamento contraddittorio in puro stile Jobs: si era dileguato come padre ma dava il nome dell’indesiderata figlia al progetto a cui lavorava tutto il giorno. Con la ragazza, oggi scrittrice ed ereditiera di parte del patrimonio paterno, ci sarebbe poi stata una riconciliazione, quando ormai del Lisa computer si erano perse le tracce. Lisa che oggi si può scrivere così, come nome di donna, e non come all’epoca, cioè LISA, acronimo di Local Integrated System Architecture (non significa letteralmente niente). Un trucco del settore commerciale per evitare che la Lisa reale avanzasse pretese, o che Jobs fosse costretto a fare il padre. 

Xerox

Fu un’idea che prese davvero forma dopo una visita di Jobs e di alcuni tecnici Apple allo Xerox PARC, il centro ricerche della Xerox, da poco diventata azionista della Apple (nell’accordo c’era questa specie di dimostrazione), dove tutti furono folgorati dallo Xerox Alto, il primo vero computer con interfaccia grafica ed una simil-scrivania a cui fare riferimento, oltre che con il mouse (invenzione degli anni Sessanta, peraltro). Come quasi sempre è accaduto, la Apple rielaborò in maniera geniale buone idee di altri e così andò anche con Lisa, fino a quando il perfezionista Jobs fu escluso dal progetto: a forza di modifiche su dettagli di design si lasciava troppo tempo alla concorrenza (infatti il primo computer con interfaccia grafica messo sul mercato fu lo Xerox Star del 1981) ed il progetto divenne concreto quando fu messo in mano agli ingegneri della situazione. Ma come, Jobs espulso? Sì, perché alla fine del 1980 l’azienda fondata da lui, Steve Wozniak e Ronald Wayne si era quotata in Borsa ma già da molto prima era gestita da manager: il tempo del garage era finito.

Picasso

L’idea originaria del Lisa, almeno nella testa di Jobs, era quella di un computer da 2.000 dollari, basato su un microprocessore a 16 bit, il doppio rispetto al leggendario Apple II di Wozniak che aveva fatto e continuava a fare la fortuna dell’azienda. Idea? In maniera provocatoria Jobs amava citare Picasso: «I buoni artisti copiano, i grandi artisti rubano». E con Lisa andò un po’ così, anche se il furto non avrebbe portato un beneficio immediato ai suoi autori. Lo Xerox Star, che costava 16.595 dollari ed era rivolto ai servizi in rete, fu un fiasco. Ma anche il Lisa non sarebbe andato molto meglio e senza la visione di Jobs cambiò anche mercato: in quel 1983 fu messo in vendita a 9.995 dollari, cioè circa 27.000 di adesso, e nei suoi due anni di vita ne furono venduti non più di 10.000 esemplari. Un disastro, per l’azienda il secondo consecutivo dopo l’Apple III a cui aveva lavorato Wozniak. Ci sarebbe stato anche un Lisa 2, con ancora meno successo, ma questo non toglie che il Lisa abbia fatto familiarizzare con l’interfaccia grafica decine di migliaia (molti di più dei pezzi venduti, visto che era presente in tutti gli uffici che volessero darsi un tono) di persone, che poi avrebbero acquistato altri prodotti Apple e non solo. Certo in senso commerciale fu un fallimento, ma anche la base di un’altra intuizione di Jobs.

Macintosh

Un anno dopo il lancio di Lisa fu il turno del Macintosh, il personal computer intuitivo che davvero poteva entrare in tutte le case, sia per il prezzo sia per la facilità di uso. Senza dimenticare il design, supervisionato in maniera maniacale dal fondatore. Era un progetto del 1979, su cui Jobs si buttò subito dopo essere stato cacciato da Lisa visto che lo teneva d’occhio già da tempo e rispondeva al suo credo: conquistare le persone, prima delle aziende. In parte il Mac, così fu subito ribattezzato, è discendente diretto di Lisa ed in parte fu una novità a livello di marketing, diretto concorrente dei PC IBM ma con una filosofia del tutto diversa, che giocava sul distinguersi dalla massa pur avendo l’ambizione di essere un computer di massa. Nel famoso spot trasmesso durante il Super Bowl del 1984 ed ideato direttemante da Jobs, c’era tutto questo. «Perché il 1984 non sarà come 1984», ovvio riferimento al romanzo di Orwell e all’IBM vista come una specie di Grande Fratello. Il certificato di morte per Lisa fu quello di essere lanciato, nella sua versione 2, lo stesso giorno del Macintosh: l’ultimo esemplare prodotto è del 30 maggio 1985. Oggi Apple è diventata la prima azienda del mondo per capitalizzazione, (2.160 miliardi di dollari), ma lo spirito di quel primo Macintosh, o Mac che dir si voglia, e quindi del Lisa, è un po’ rimasto. Almeno nella fantasia di chi lo compra.