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L'ammissione di Elon Musk: «Potremmo fallire»

Il patron ammette, una volta ancora, che X è in difficoltà: «Ma faremo del nostro meglio fino alla fine»
© LUDOVIC MARIN
Red. Online
21.08.2023 17:30

Se non è una resa, poco ci manca. Elon Musk è uscito allo scoperto. Ammettendo che la sua creatura, Twitter o X che dir si voglia, potrebbe fallire. Il pensiero dell'imprenditore e patron, appunto, della piattaforma sono state affidate al solito post: «La triste verità è che non ci sono grandi social network al momento» ha scritto. «Noi potremmo fallire, come molti hanno predetto, ma faremo del nostro meglio fino alla fine».

Come interpretare l'ennesima uscita a effetto dell'eccentrico miliardario? È davvero l'inizio della fine per l'oramai ex social dei cinguettii? Forse. Le parole di Musk sono arrivate poco dopo la scoperta e la rivelazione di un problema tecnico di non poco conto: immagini e link pubblicate prima del dicembre 2014 non ci sono più. E Dio solo sa dove tutto quel materiale, fra cui il famosissimo selfie agli Oscar di quell'anno condiviso da Ellen DeGeneres, la foto più ritwittata di sempre nel frattempo tornata online, sia andato a finire. Secondo alcuni utenti, il guasto sarebbe in realtà legato a uno sforzo volto a liberare spazio sui server.

La situazione economica di X, dicevamo, non è certo solida. Da una parte, è vero, i continui e massicci licenziamenti hanno permesso di ridurre (e di molto) i costi. Dall'altra, però, le mosse di Musk a detta degli analisti hanno danneggiato la reputazione del social. Fra le ultime, controverse decisioni quella di eliminare la possibilità di bloccare utenti non graditi. Una possibilità che, di fatto, potrebbe (ri)aprire la strada al cosiddetto trolling. L'ambiente, su X, è stato definito da più parti come tossico. E gli investitori pubblicitari, di conseguenza, hanno tirato i remi in barca: la piattaforma, parola di Elon Musk, ha perso circa il 50% dei ricavi pubblicitari. Neppure l'arrivo di Twitter Blue, il servizio in abbonamento, sta sortendo gli effetti sperati. 

A rendere l'orizzonte ancora più cupo è stato, infine, Mark Zuckerberg, il patron di Meta. Non tanto, o non solo, per la polemica attorno a un combattimento vero e proprio fra i due, ma perché, secondo il Wall Street Journal, a breve Threads verrà lanciato anche con una versione web.  

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