Occhiali e mascherine stampati in 3D

Anche l’occhio vuole la sua parte in tempi di COVID-19. Così sono oggi disponibili sul mercato degli occhiali o delle mascherine molto particolari, che, adottando un design innovativo e la stampa 3D, rispondono alle esigenze di protezione determinate dalla pandemia di coronavirus.


Nel primo caso si tratta di occhiali realizzati grazie alla partnership fra Elmec 3D e ZEISS Sunlens, ma riproposti con montature antibatteriche, ottenute con l’applicazione di un paraocchi laterale, su misura, mai prima d’ora utilizzato nella produzione di occhiali. Si presentano come visori ZEISS Sunlens antiriflesso, a totale copertura della montatura, proprio nell’ottica di offrire una maggiore protezione, favorita dalla combinazione con i paraluce a pressione laterali, che si montano sugli occhiali con un semplice clic. I paraluce sono stati prodotti da Elmec mediante stampa 3D con tecnologia Multi Jet Fusion di HP, utilizzando il materiale biocompatibile PA12 e sono disponibili nelle varianti, nero, blu e rosso. Il risultato è un prodotto finale che assicura una protezione completa all’occhio, senza rinunciare a qualità e stile.

«Come Elmec 3D ci stiamo impegnando molto per rendere la nostra tecnologia utile in tempi di emergenza sanitaria - afferma Martina Ballerio, Business Unit Manager di Elmec 3D - Necessità e priorità stanno portando ad una parziale perdita di scetticismo nei confronti delle potenzialità di questa tecnologia, a fronte di una maggiore percezione dei benefici. La manifattura additiva può essere sfruttata infatti per la stampa di importanti componenti finali e può rendere possibili soluzioni finora non realizzabili, in tempi rapidi e con materiali altamente performanti, non riproducibili con tecnologie tradizionali».

Ma sempre Elmec, azienda che ha sede a Brunello, in provincia di Varese, lo scorso marzo aveva progettato e stampato per l’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio un primo modello di mascherina d’emergenza. Il materiale utilizzato è stato il TPU (Poliuretano termoplastico), stampato con la tecnologia HP Jet Fusion 5200, scelto per le caratteristiche di elasticità, biocompatibilità e resistenza agli agenti chimici, importante per poter essere sottoposto a diversi cicli di sterilizzazione.
Un’operazione che era stata condotta con tempi ridottissimi, come aveva allora dichiarato Martina Ballerio: «Nell’arco di 24 ore abbiamo incontrato un medico del reparto di rianimazione e ci siamo messi subito all’opera per la progettazione di mascherine specifiche per gli addetti dell’ospedale; il giorno dopo le maschere erano in stampa e la mattina seguente sono state consegnate ai medici per la fase di test. La tecnologia può così trovare soluzioni alternative in grado di migliorare le condizioni in cui medici e infermieri stanno operando, tutelando la loro salute e il loro prezioso lavoro».