Paga o dacci i tuoi dati: Meta sta ricattando i suoi utenti?

Meta, che succede? Nelle scorse settimane, gli utenti europei (Svizzera compresa) hanno ricevuto un avviso da parte del colosso di Mark Zuckerberg, sia su Facebook sia su Instagram. L'avviso, di per sé, è un invito a scegliere fra due modalità d'uso: gratis o in abbonamento. Chi decide di non abbonarsi, evidentemente, può continuare a usufruire delle piattaforme Meta ma deve accettare il trattamento dei propri dati a scopi pubblicitari. In caso di abbonamento, l'esperienza sarà senza inserzioni e con il blocco del tracciamento per marketing.
L'abbonamento mensile, nel nostro Paese, parte da 7 franchi al mese. Il piano, in ogni caso, copre sia Facebook sia Instagram. Da marzo, poi, bisognerà pagare per ogni account aggiuntivo. L'offerta, leggiamo, è riservata ai maggiori di 18 anni.
D'accordo, ma perché Meta, in Europa, è giunto a una simile conclusione o, per dirla con alcuni utenti, a un autentico ricatto? Il provvedimento di Meta, di fatto, è una risposta diretta alla normativa europea sulla privacy. Normativa che richiede un consenso esplicito per l’uso dei dati personali a fini pubblicitari. L’azienda, così facendo, ha ribadito che l’opzione a pagamento è un modo per rispettare le esigenze regolatorie pur preservando il modello di business basato sulle inserzioni. Chi non paga, insomma, continuerà a vedere nel proprio feed annunci profilati e mirati. Chi paga, per contro, potrà evitare che i suoi dati finiscano in pasto alla pubblicità.
Il servizio ad-free di Meta era stato lanciato ufficialmente in Europa a fine 2023, per allinearsi appunto al GDPR – il Regolamento generale sulla protezione dei dati dell'Unione Europea – sia al DMA, il Digital Markets Act, ovvero due normative che impongono maggiore trasparenza e controllo sull'uso dei dati degli utenti da parte delle piattaforme digitali.
Altro punto. Alcuni utenti, dicevamo, hanno parlato di ricatto... Meta, in questo senso, ha spiegato di voler assecondare gli utenti applicando forti sconti. Una strategia, leggiamo, per soddisfare le autorità europee. Le quali stanno esaminando la conformità del modello pay or consent (letteralmente «paga o acconsenti») con le normative attualmente in vigore. L'approccio utilizzato da Meta è infatti sotto stretta, strettissima osservazione da parte di organismi come il BEUC, l'Ufficio europeo delle Unioni dei consumatori, per possibili violazioni di tre regolamenti: i già citati GDPR e DMA, come pure l'UCPD, la Direttiva europea sulle pratiche commerciali sleali.