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Quando è la macchina a diventare creativa

Musica, dipinti, filmati, giochi... I risultati ottenuti con l’intelligenza artificiale «messa alla prova» su competenze artistiche sono stupefacenti. E sorprendono gli stessi ricercatori
Musica, dipinti, filmati, giochi... I risultati ottenuti con l’intelligenza artificiale «messa alla prova» su competenze artistiche sono stupefacenti. E sorprendono gli stessi ricercatori
Jona Mantovan
21.01.2021 07:00

L’intelligenza artificiale ha il potenziale per rivoluzionare il mondo, le nostre attività e il nostro modo di vivere. Il VIDEO in allegato a questo articolo ripercorre i passi che hanno trasformato questa pratica, in un paio di decenni, da stranezza scientifica a nuovo centro del mondo. Senza il lavoro di alcuni grandi pionieri, che si sono rifiutati di mollare, il nostro presente sarebbe potuto essere molto diverso. Forse non ne capiamo ancora il pieno potenziale, ma l'intelligenza artificiale è un importante strumento nelle mani dell'umanità. Esattamente come il fuoco, la ruota, l'elettricità, i computer e internet nel passato. Senza scomodare la fantasia delle produzioni cinematografiche, che spesso dipingono un futuro catastrofico governato dai robot, ecco illustrata anche una carrellata delle applicazioni più sorprendenti di quella che oggi chiamiamo, appunto, «intelligenza artificiale».

Un impatto recente e tra i più importanti nello sviluppo nell’intelligenza artificiale è stato il concetto di «rete generativa antagonista», contrassegnata dalla sigla «GAN».

L’idea risale al 2014. Si tratta della cosa più vicina al concetto di creatività.
Ma come funzionano queste «GAN»? Si tratta di una coppia di reti neurali che competono tra loro. L’una contro l’altra, insieme possono creare immagini e suoni inediti, cosa che l’intelligenza artificiale non era mai stata in grado di fare in precedenza. Si tratta di una svolta: la prova che le macchine non solo possono insegnare a sé stesse, ma possono anche approssimarsi all’immaginazione. Nel campo dell’intelligenza artificiale, tutte le applicazioni che richiedono la produzione di creatività - non solo il riconoscimento o la previsione - utilizzano la tecnica delle GAN.

Ricostruzione animata del volto della Monna Lisa
Ricostruzione animata del volto della Monna Lisa

Ecco alcune cose che le reti neurali possono fare, mostrate anche nel video in allegato a questo articolo: per esempio animare la Monna Lisa, trasformare semplici linee che rappresentano dei volti in ritratti di qualità fotografica, ipotizzare l’aspetto degli imperatori romani di oltre duemila anni fa, soltanto attraverso le loro rappresentazioni scultoree. Anche nel campo della musica la creatività dell’intelligenza artificiale dà risultati sbalorditivi: un’applicazione chiamata «jukebox» realizzata da OpenAI può creare canzoni che non esistono. Basta fornirle una porzione e lei va avanti con il resto. Con risultati interessanti.

Alcuni volti di persone inesistenti, generate dal sito web thispersondoesnotexist.com
Alcuni volti di persone inesistenti, generate dal sito web thispersondoesnotexist.com

Nel febbraio del 2019 un ingegnere di Uber, Philip Wang, sfrutta quel programma per creare il sito internet «questa persona non esiste punto com». Ne rimane stupito e commenta come sia impressionante che StyleGAN possa «scegliere le parti rilevanti dei volti umani e ricomporli in una maniera coerente». Potete provare voi stessi. Ogni volta che si apre la pagina del sito web, appare un volto. Di una persona inesistente.

StyleGAN è in grado di generare immagini che risultano pressoché autentiche all’occhio umano
StyleGAN è in grado di generare immagini che risultano pressoché autentiche all’occhio umano

Elon Musk, imprenditore che ha fondato PayPal, Tesla e SpaceX, nel 2015 a San Francisco costituisce OpenAI, azienda che nel 2020 ha presentato GPT-3. L’acronimo sta per «Trasformatore Generativo Pre-addestrato», si tratta della terza generazione di un modello di linguaggio che utilizza l’apprendimento profondo per scrivere testi di tipo umano. Immaginate: un’intelligenza artificiale in grado di scrivere qualsiasi cosa. Per esempio, fornendole poesie di un particolare autore, lei è in grado di scriverne una nuova, con lo stesso ritmo e dello stesso genere. Può scrivere articoli di giornale, come questo, pubblicato dal giornale inglese The Guardian. Sì, questo intero articolo è stato scritto da una macchina. Può anche scrivere codice informatico in qualsiasi linguaggio di programmazione. Può leggere un articolo, rispondere a delle domante traendo le risposte dalle informazioni di quell’articolo oltre a riassumerlo. Ma come funziona questa GPT-3?

È una rete neurale massiccia, che contiene 175 miliardi di parametri di apprendimento automatico. È stata allenata su centinaia di miliardi di parole, tratte da libri, Wikipedia e internet, ed include codice informatico. È dieci volte più grande del modello di apprendimento del linguaggio precedente, messo a punto da Microsoft nel febbraio del 2020. Come regola generale, più grande è il numero di parametri, più l’intelligenza artificiale è in grado di produrre risultati accurati. GPT-3 calcola la probabilità che una parola possa apparire in un testo per poi scriverla. Per esempio, nella frase «Vado fuori a correre, quindi prendo le mie (vuoto)», il «vuoto» può essere riempito con qualsiasi parola. Ci sono infinite possibilità. Ma per quanto ha imparato l’intelligenza artificiale, è convinta che le probabilità che la parola mancante sia «scarpe» siano più alte di qualsiasi altra.

La qualità dei testi generati dall’intelligenza artificiale, oggi, è così elevata che è difficile distinguerli da quelli scritti da persone reali. Le conseguenze possono essere catastrofiche: disinformazione, articoli con notizie false, ingegneria sociale, messaggi di posta indesiderati, furti di dati di accesso, scrittura fraudolenta di testi accademici.

Nel settembre del 2020, Microsoft ha annunciato di avere la licenza esclusiva per l’impiego di GPT-3. GPT-3 è un servizio in rete, aperto a un gruppo di sperimentatori nella fase «beta» di sviluppo già da luglio. L’azienda che l’ha creata ha scelto questa strada per evitare l’ingresso di attori malintenzionati sulla scena. La qualità dei testi generati è così elevata che è difficile distinguerli da quelli scritti da persone reali. Le conseguenze possono essere catastrofiche: disinformazione, articoli con notizie false, ingegneria sociale, messaggi di posta indesiderati, furti di dati di accesso, scrittura fraudolenta di testi accademici.

Come tutte le tecnologie, anche l’intelligenza artificiale ha il suo lato oscuro. Quale sarà il suo impatto? Quali le conseguenze? Come l’umanità potrà gestirla? Non solo a livello di proprietà intellettuale, ma anche sul piano della sicurezza informatica. Insulti, crudeltà e molestie virtuali saranno letteralmente automatizzate da programmi efficientissimi.

Per concludere, il dubbio sul futuro dell’intelligenza artificiale resta lo stesso nella comunità scientifica: la sua abilità aiuterà l’uomo o al contrario entrerà in competizione con lui? Ecco un pensiero generato direttamente da GPT-3: «Se avrà successo, l’intelligenza artificiale creerà posti di lavoro e li distruggerà, se dovesse fallire».

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