Saturazione nel sangue ora un anello la misura

La saturazione, ovvero la concentrazione di ossigeno nel sangue, è un parametro che dice molto della salute del nostro corpo. Sopra il 95% è tutto regolare. Una percentuale inferiore deve invece far suonare un campanello d’allarme. Ci si trova in una condizione di ipossiemia che, sotto l’85%, è considerata grave e potenziale indice di un problema respiratorio. Nella pandemia di Covid-19, conoscere la propria percentuale di saturazione emoglobinica arteriosa ha permesso e permette di segnalare se si sta sviluppando una polmonite, anche a distanza.
A dicembre, la società statunitense Fitbit ha brevettato un anello intelligente capace di monitorare la saturazione nel sangue con una precisione praticamente identica a quella garantita dai dispositivi medici. Si tratta, almeno sulla carta, di una piccola grande rivoluzione, se si pensa che questo tipo di misurazione, già presente nella tecnologia di alcuni orologi, non è mai stata così esatta.
In ambito medico, normalmente, si utilizza uno strumento apposito, il saturimetro. Il funzionamento è abbastanza semplice: si applica la sonda su un dito facendo passare della luce attraverso i tessuti organici. Grazie ai raggi infrarossi, viene rilevata ed elaborata la percentuale di saturazione (Sp02). In particolare, l’ossiemoglobina (l’emoglobina legata all’ossigeno) assorbe le radiazioni luminose nello spettro infrarosso, mentre l’emoglobina libera nel rosso. In base alla differenza tra la luce emessa dal saturimetro e quella registrata, si ricava la percentuale di ossigenazione del sangue.
L’anello intelligente di Fitbit, analizzando la luce raccolta dal fotorilevatore e trasmettendo i dati alla app omonima attraverso Bluetooth, applica lo stesso principio di funzionamento dei saturimetri medici e quindi garantisce lo stesso livello di accuratezza. Precisione alla quale i rilevatori da polso come gli orologi intelligenti o i tracciatori di attività sportiva non possono lontanamente ambire. Questi strumenti, infatti, operano ipotizzando il valore della saturazione sulla base della luce riflessa dalla pelle e dai vasi nella zona interessata dalla loro presenza.
Non ha ancora un nome e una data di debutto, ma l’anello intelligente, già in questa fase di gestazione, lascia intuire che potrebbe essere molto apprezzato dal mercato, vista, tra l’altro, la pandemia in corso. L’idea brevettata da Fitbit ha le carte in regola per superare il principale concorrente, Oura Ring, specializzato nella misurazione di una serie di parametri durante il sonno. La società statunitense ha, infatti, rifinito il dispositivo, aggiungendo un sensore di movimento per assicurare la rilevazione solo quando il soggetto è fermo, contribuendo così a massimizzare la precisione.