Tecnologia

Se le canzoni create con l'intelligenza artificiale minacciano gli artisti

Il caso di «Heart On My Sleeve», brano creato da un tiktoker clonando le voci di Drake e The Weeknd, fa discutere – E non solo per una questione di copyright
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Red. Online
19.04.2023 20:00

L'intelligenza artificiale, ormai, può fare ogni cosa. O almeno quasi. E così, recentemente, tra le ultime creazioni partorite dall'AI è spuntata anche una canzone. Niente di nuovo, forse. Ma non parliamo di una canzone qualsiasi. Heart On My Sleeve, brano che ha fatto capolino sui social negli scorsi giorni, sembra infatti essere cantato da Drake e The Weeknd. Sembra, però, perché in realtà dei celebri cantanti e produttori canadesi non c'è nulla, concretamente, se non la voce. Tantomeno il consenso. La canzone, diventata virale in men che non si dica, è stata infatti creata da un utente di TikTok. Ma dopo essere approdata sulle principali piattaforme musicali è stata prontamente rimossa. Il motivo? La violazione di copyright, certo. Ma non solo. 

Riavvolgiamo il nastro. Tutto nasce, come dicevamo, su TikTok, quando un utente - chiamato Ghostwriter - decide di pubblicare la sua creazione. Una canzone, appunto, prodotta con l'aiuto di un software capace di imparare a riprodurre le voci dei cantanti. Il cui testo simula una conversazione fittizia tra i due artisti, mentre parlano di Selena Gomez. Celebre attrice e popstar americana, nonché ex fidanzata di The Weeknd. 

Fino a ieri pomeriggio, Heart On My Sleeve aveva accumulato ben 600.000 streaming su Spotify, 15 milioni di visualizzazioni su TikTok e 275.000 su YouTube. All'inizio, la canzone è stata - oggettivamente - un successo. La magia, però, si è interrotta qualche ora fa, quando la casa discografica Universal Music Group ha deciso di rimuoverla da tutti i social e servizi di streaming su cui era sbarcata, risparmiandone solo alcune versioni, ancora disponibili oggi su TikTok, YouTube, Deezer e Tidal. Al momento, però, UGM non ha ancora chiarito se dietro la rimozione del contenuto ci sia stata una richiesta formale, inviata a tutte le piattaforme su cui era comparso. L'etichetta discografica ha tuttavia condannato il brano per «contenuti illeciti creati con l'AI generativa». Ma, come dicevamo, non è solamente una questione di copyright.

Stare con gli artisti o con i deepfake

Il problema, dunque, non è la violazione di una legge. Almeno, non il principale. La Universal Music Group ha infatti contestato la diffusione del brano, puntando il dito contro le piattaforme musicali. A detta della casa discografica, infatti, sarebbero loro compito - sia legalmente che eticamente - impedire che i loro servizi vengano usati «per danneggiare gli artisti». Per questo motivo, il caso di Heart On My Sleeve si inserisce in un contesto decisamente più complesso e delicato, al cui centro ci sono - principalmente - proprio le case discografiche. Che, sempre secondo la UMG, dovrebbero quindi chiedersi «da che parte vogliono stare». Se da quella degli artisti, del pubblico e della creatività umana, oppure da quella dei deepfake e delle truffe. Di conseguenza, negando agli artisti il loro dovuto compenso e riconoscimento. 

«La goccia che fa traboccare il vaso»

Al momento, né Drake né The Weeknd si sono espressi su quanto accaduto. Per Drake, però, la faccenda non è nuova. Solo venerdì scorso, il rapper canadese si è trovato alle prese con un altro caso di canzone generata dall'intelligenza artificiale, quando ha cominciato a circolare online una cover di Munch, brano di Ice Spice, in cui è contenuta anche una strofa con la sua voce. «Questa è la goccia che fa traboccare il vaso», aveva commentato su Instagram, esprimendo tutto il suo disappunto. E facendo dunque intendere, quanto poco possa aver gradito anche la versione di Ghostwriter.