Vi restano pochi giorni per impedire a Meta di allenare l'AI usando i vostri dati

Meta, basti pensare al famigerato «tasto» inserito in Whatsapp, sta puntando sempre di più sull’intelligenza artificiale. A partire dal 27 maggio, cioè da martedì, il colosso di Mark Zuckerberg utilizzerà tutti i contenuti pubblici di Facebook e Instagram per allenare i suoi modelli di AI. Nello specifico, la mossa riguarderà i post, i commenti, i like, le foto e in generale tutte le interazioni degli utenti con la piattaforma. Meta aveva annunciato di voler allenare i suoi modelli di intelligenza artificiale già nella primavera del 2024, ma il progetto era stato sospeso in seguito ai feedback negativi ricevuti. Ora, l’azienda ci riprova. E attenzione: anche gli utenti svizzeri sono e saranno coinvolti. In che modo? Proviamo a fare chiarezza.
Quali dati verranno utilizzati?
Come detto, Meta intende allenare i suoi modelli con tutti i contenuti pubblici degli utenti adulti di Facebook e Instagram oltre alle interazioni con Meta AI, ad esempio su WhatsApp. Parliamo, in questo caso, delle interazioni con il chatbot e non delle conversazioni che teniamo abitualmente sulla piattaforma di messaggistica. Dicevamo dei dati: Meta vuole «prendere» i post, le immagini, i commenti e, appunto, i messaggi diretti al chatbot e dare il tutto in pasto ai suoi modelli. Risparmiati i messaggi privati e i contenuti pubblicati dai minorenni.
Che cosa ne farà, Meta, di questi dati?
I dati, evidentemente, sono centrali nello sviluppo dei modelli di intelligenza artificiale. Senza, non è possibile allenarli. Meta, partito in ritardo, intende rivaleggiare con OpenAI (ChatGPT) e Google (Gemini). Per fare ciò, appunto, ha bisogno di una quantità enorme di dati, a maggior ragione quelli che presentano delle cosiddette particolarità regionali. Strumenti di intelligenza artificiale migliori dovrebbero consentire nuovi modelli di business e, in ultima istanza, rendere più attraenti le piattaforme.
Meta può prendersi i miei dati?
L’azienda ha invocato «il legittimo interesse del titolare» secondo il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Unione Europea. Stando a Meta e riassumendo al massimo, il valore legato a un’intelligenza artificiale migliorata è più importante della protezione dei dati degli utenti.
Le criticità, in questo senso, non mancano. Il gruppo vuole utilizzare i contenuti pubblici senza consenso esplicito (il cosiddetto opt-in). Detto in altri termini, tutti i contenuti saranno inclusi automaticamente a meno che gli utenti non si oppongano (opt-out). Le autorità di protezione dei dati, in Europa, dubitano della legalità di questa procedura.
Ma possiamo opporci?
Sì, gli utenti di Facebook e Instagram possono compilare dei formulari online (qui e qui) e fare il cosiddetto opt-out. Per WhatsApp, come detto, non è necessario fare alcuna azione: le conversazioni con gli altri utenti, infatti, non rientrano nei dati che necessita Meta. In questo senso, è sufficiente evitare le funzioni di Meta-AI. Il «tasto» Meta di cui parlavamo a inizio articolo.
E se non faccio nulla?
Senza esercitare il citato opt-out prima del 26 maggio, tutti i contenuti pubblici sin qui pubblicati verranno integrati nei sistemi per allenare l’AI di Meta a partire dal 27 maggio. Meta ha spiegato (e garantito) che tutti i dati verranno anonimizzati. Importante: un opt-out post 27 maggio proteggerà, evidentemente, solo i contenuti futuri e non quelli già pubblicati.
E la privacy, dove la mettiamo?
Sébastien Fanti, un avvocato specializzato in protezione dei dati, ha spiegato al Blick: «È scandaloso». Il motivo? Semplice: chiunque voglia opporsi allo sfruttamento dei propri dati da parte di Meta deve essere proattivo e adottare le misure sopra menzionate. Inoltre, non è chiaro esattamente come e dove Meta utilizzerà i dati raccolti.
I sostenitori della protezione dei dati sottolineano che la protezione della privacy è raramente la priorità di Meta. L’organizzazione non governativa NOYB, il Centro europeo per i diritti digitali, aveva dato a Meta tempo fino al 21 maggio per prendere posizione in merito. Oggi siamo al 24 maggio e, al riguardo, non è mai arrivata una presa di posizione ufficiale. NOYB, di riflesso, sta valutando la possibilità di intentare una causa contro Meta.