Maternità

Una data «presunta» per un parto sereno

Conoscere il giorno in cui nascerà il nostro bambino non serve solo per soddisfare amici e parenti, ma è fondamentale per monitorare ed accogliere nel migliore dei modi il piccolo
Conoscere il giorno in cui nascerà il nostro bambino non serve solo per soddisfare amici e parenti, ma è fondamentale per monitorare ed accogliere nel migliore dei modi il piccolo
Red. Online
13.08.2020 18:00

È «la domanda» che accompagna ogni donna durante tutta la maternità. La prima che ci si pone appena si scopre di essere in dolce attesa, la più gettonata ad ogni incontro con amici, parenti, conoscenti: «quando nasce?»

Proprio per questo è anche uno dei primi quesiti che si pone al proprio ginecologo di fiducia. Che andrà a calcolare per noi la data del parto, la quale, attenzione, è sempre indicativa. Questo è un concetto che deve essere chiaro, perché è davvero molto difficile sapere con esattezza quando è avvenuto il concepimento, anche perché i bambini non nascono con precisione matematica. Detto questo, è bene essere consapevoli che la data presunta del parto è, come dice il nome, presunta ed è al centro di un periodo lungo un mese. Il giorno indicato è una media, perché sono 30 i giorni nei quali un bambino si considera a termine, cioè nato nel momento giusto, quindici giorni prima e quindici dopo la data indicata.

Questa fatidica data presunta si calcola partendo dal primo giorno dell’ultimo ciclo mestruale al quale si aggiungono 40 settimane. Come anticipato, si tratta di un giorno indicativo che si basa sulla durata «media» di una gravidanza (280 giorni dall’inizio dell’ultima mestruazione), sul fatto che il ciclo mestruale sia di 28-30 giorni e che la gravidanza proceda senza inconvenienti. Per essere più sicuri, la datazione viene sempre comunque valutata alla prima ecografia, che si effettua tra la decima e la dodicesima settimana. Il ginecologo analizzando alcuni parametri fetali è in grado di confermare la corrispondenza o meno tra l’epoca calcolata in base all’ultima mestruazione e l’effettivo livello di sviluppo raggiunto dal feto. Il risultato è sempre una stima, non il giorno esatto, sicuro al 100%.

Conoscere il giorno più probabile in cui nascerà il bambino, permette alla futura mamma di arrivare preparata all’evento. Inoltre, la data presunta del parto è utile anche al ginecologo e all’ostetrica che stanno seguendo la gravidanza per programmare i controlli previsti (cioè gli esami e le visite consigliate) e monitorare che lo sviluppo del bambino proceda secondo i normali ritmi fisiologici.

Considerando che ogni periodo della gestazione corrisponde ad una fase specifica di crescita del feto, sapere il giorno previsto per la nascita del bambino è utile anche per indicare un eventuale piano assistenziale per la futura mamma. Un bambino nato prima del termine potrebbe avere bisogno di maggiori cure, così come una gestazione che si protrae oltre le 42 settimane rende possibile un’induzione del travaglio o un parto cesareo.